Legambiente difende il trasporto ferroviario regionale

di Redazione 150 views0

I pendolari che raggiungono il posto di lavoro – o di studio – utilizzando il treno sono quasi tre milioni. Anno dopo anno per ricorrere a questo mezzo poco inquinante devono subire sempre nuovi e maggio disagi. Per spiegarlo bastano pochi dati: i treni regionali sono diminuiti del 20% in Veneto, del 13% nelle Marche, del 12% in Liguria, del 10% in Abruzzo e Campania – e il tutto mentre i prezzi aumentano del 23,4% in Lombardia, del 25% in Abruzzo, e del 20% in Liguria.

E la situazione non migliorerà certo nel prossimo anno, come spiega Legambiente, visto che il nuovo governo Monti ha ereditato dal precedente il buco nelle risorse per i pendolari: si parla di qualcosa come 600 milioni di euro per questo ed il prossimo anno per garantire i treni in circolazione.

Secondo Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente, bisogna

guardare finalmente alle città come priorità per gli investimenti nelle infrastrutture, comprando treni e potenziando il servizio. E non si provi a rispondere che è una questione di risorse perché ogni anno si spendono diversi miliardi di Euro solo per soddisfare le richieste delle lobby delle grandi opere e dell’autotrasporto.

Insomma

Investire sui treni pendolari è la migliore risposta che si può dare ai cittadini e alle famiglie in un momento di crisi e alle città italiane oggi strette in una morsa di traffico e inquinamento.

Il problema è politico, basta guardare in numeri. Negli ultimi undici anni l’autotrasporto ha ottenuto sussidi per 4 miliardi e 400 milioni di Euro – e sembra anche che il governo Monti voglia recuperare un miliardo di euro per rimborsare l’accisa sui carburanti all’autotrasporto. Tra il 2002 ed il 2011, il 72,1% degli investimenti pubblici sono andati alle strade ed alle autostrade, contro il 15,4% dedicato alle reti metropolitane ed il 12,5% delle ferrovie.

Tradotto in cifre si parla di 60 miliardi di euro per le infrastrutture stradali, contro i 12,7 ed i 10 miliardi per metropolitane e ferrovie. Nelle Regioni il trend è più o meno lo stesso: alle infrastrutture stradali è stato destinato il 61% delle risorse.

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