Fase2: primo giorno di post-lockdown ed è subito inquinamento

È bastato un po’ di allentamento della presa sul lockdown ed avviarci verso la fase 2 che subito l’uomo ha dato prova di non aver imparato nulla sulla salvaguardia ambientale.

Fiume Sarno

La situazione più preoccupante è quella riguardante il Fiume Sarno, da anni ormai tra i più inquinati d’Europa. La situazione di stallo creata dal coronavirus aveva dato un po’ di respiro alla natura, ed in particolare alle acque di fiumi, mari e laghi, con somma sorpresa anche quelle del Sarno situato in Campania.

L’impatto ecologico del Coronavirus

Se dal punto di vista sanitario il coronavirus sta facendo danni irreparabili, da quello ambientale bisogna dargli atto che sta facendo meraviglie. Lo so che magari possa sembrare di esagerare e sono vicino alle vittime di questo disgraziato, ma dobbiamo farci una domanda.

Prima è cominciato tutto con la Cina che colpita dal coronavirus ha immediatamente sospeso tutte le attività possibili per cercare di debellare il covid-19. Come potete vedere dall’immagine pubblicata dalla Nasa, dopo circa 1 mese di sospensione c’è stata una DRASTICA diminuzione di una delle tante nubi che imperseverano ogni giorno di ogni anno sulle condizioni climatiche del nostro pianeta.

Ora la Cina sembra essere alla fine del tunnel chiamato “coronavirus” e sta già mandando gli aiuti necessari anche qui in Italia, ma non dimentichiamo che se da un lato fanno buon viso, il gioco resta sempre uno dei peggiori al mondo. Lungi da me dal sembrare disfattista o razzista od allarmista, ma le immagini parlano chiaro e se n’è largamente discusso in tutti i siti possibili, quindi la notizia non è fake.

Anche l’Italia non è da meno. Quella che è sempre stata la maggior fonte di inquinamento a livello europeo, la Pianura Padana, ha anch’essa calato drasticamente la sua massa. Pure qui le immagini parlano chiaro e ci sono già testimonianze comprovate su come la natura si stia riappropriando dei suoi spazi.

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A Sassari i cinghiali passeggiano tranquillamente per strada.

A Venezia i canali sono talmente limpidi da far vedere i pesci attraverso l’acqua cristallina. La stessa acqua che durante l’anno nessuno si sognerebbe di tuffarsi, adesso sembra attirare solo un bel bagno. Vi assicuro che ci sono in giro altre foto di scorci meravigliosi e cristallini.

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Come ad esempio L’isola di Burano che con uno scenario meraviglioso, vede tornare uno degli animali più aggraziati in natura: i Cigni. Vederli sguazzare su acque cristalline dovrebbe farci riflettere e non poco.

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A Cagliari poi, uno dei porti più trafficati della Sardegna, arrivano i delfini vicini alle coste dove nuotano felici e predano qualche pesciolino pronto a cibarsi. Certo l’acqua non si mostra cristallina, ma un segno del genere non può passare inosservato. Provate a pensare come una situazione del genere, nel giro di qualche anno, cambierebbe drasticamente IN MEGLIO la situazione.

Artico, ghiaccio al minimo storico

Ghiaccio al minimo storico nell’Artico e la cosa genera ovviamente molta preccupazione. I cambiamenti climatici stanno influenzando negativamente la situazione in quella che da sempre è una delle zone più fredde del mondo ma che, negli ultimi anni, sta subendo una pericolosa inversione di tendenza.

Giornata dell’Ambiente, il 5 giugno 2016

SI celebra come ogni anno il 5 giugno la Giornata dell’Ambiente per la quale la Lav, che da sempre si occupa di salvaguardare i diritti degli animali, invita a riflettere su alcune problematiche legate all’inquinamento che avanza sempre di più rendendo difficile la sopravvivenza di alcune specie sulla Terra. Ma non solo, perché quella del 5 giugno sarà una giornata ricca di spunti interessanti per riflettere sulla importanza della Natura, di salvaguardare l’ambiente nel quale viviamo e di seguire alcune piccole regole che consentirebbero di ridurre di gran lunga l’inquinamento. Una giornata molto importante dunque che, come accennato, si concentrerà molto anche sugli animali e sul contatto con la Natura.

5 canzoni ambientaliste italiane

Tante sono le canzoni ambientaliste italiane scritte da artisti che hanno pensato di dedicare un po’ del loro tempo alla battaglia a favore dell’ambiente. Quali sono le 5 più famose? Eccole riassunte in un elenco.

5 rimedi per pulire casa senza inquinare

Pulire casa senza inquinare è possibile, soprattutto se si usano alcuni rimedi eco friendly che siano dunque in grado di detergere a fondo senza danneggiare l’ambiente. E visto che l’inquinamento è purtroppo sempre in aumento, ecco che affidarsi a rimedi naturali e non inquinanti è fondamentale. Ma quali sono? A quali rimedi affidarsi per fare le pulizie senza inquinare?

3 buoni propositi per un 2016 meno inquinato

Partiamo con i buoni propositi per il 2016, visto che il nuovo anno è appena cominciato: come sperare in un 2016 meno inquinato? Un grande aiuto, in questo senso, può darlo ciascuno di noi comportandosi in modo corretto, sempre nel totale rispetto dell’ambiente. Il futuro del mondo insomma è nelle nostre mani e dovremmo tutti cercare di fare del nostro meglio per proteggerlo. E allora ecco 3 buoni propositi per un 2016 meno inquinato.

Il Buthan rinuncia al progresso e dona le sue foreste al mondo

I cambiamenti climatici sono argomento all’ordine del giorno ed è di questo che si sta discutendo a Parigi, nella Conferenza che ha chiamato a raccolta tutte le maggiori forze mondiali, unite per decretare le basi di quella che dovrà essere la guerra all’inquinamento che sta mettendo in ginocchio il mondo e disegnando scenari poco felici per il futuro. E dal Bhutan, piccolo paese sperduto tra il Tibet e l’India, arriva un esempio straordinariamente bello.

Cambiamenti climatici, solo il 10% prodotti dai paesi poveri

Si parla tanto di pericolo legato ai cambiamenti climatici ed ecco che a mettere benzina sul fuoco è il nuovo rapporto di Oxfam, Disuguaglianza climatica, che rende pubblici nuovi dati legati alle emissioni di gas nocivi da parte dei paesi poveri e di quelli invece molto avanzati. E i dati evidenziano un aspetto: solo il 10% dei cambiamenti climatici sono provocati dai paesi cosiddetti poveri, che sono anche però i primi a risentire degli effetti negativi di tale fenomeno.