Mamba Nero

di Redazione 1.076 views0

 Il mamba nero, Dendroaspis polylepis, considerato uno dei rettili più velenosi e pericolosi del mondo, è un serpente che raggiunge anche i 4 m di lunghezza, una dimensione considerevole per un serpente velenoso. Il mamba nero è diffuso in Africa, è il più veloce di tutti i serpenti, essendo capace di spostarsi, secondo alcuni studiosi, a 11 km all’ora.
Il corpo del mamba nero è piuttosto sottile e muscoloso, caratteristiche che garantiscono una certa agilità a un serpente in grado di spostarsi ad una notevole velocità.
Questo rettile è inoltre in grado di muoversi facilmente su ogni terreno, e può sollevarsi da terra per tre quarti della sua lunghezza, tre metri negli esemplari più grandi, cosa che gli permette di raggiungere senza difficoltà anche gli alberi.
Nonostante il suo nome comune, questo serpente non è nero: il dorso presenta una colorazione olivastra più o meno scura, mentre la regione ventrale è di color crema chiaro.

Il nome deriva
Il nome di mamba nero deriva dal caratteristico colore nero dell’interno della bocca, che il rettile rende ben visibile quando la spalanca in caso di minaccia. Questa caratteristica, unita alla particolare forma della sua testa, che ricorda una bara, ha procurato al mamba nero il soprannome di “ombra della morte”.

Una specie diurna
Il mamba nero vive di preferenza nella savana sub-sahariana, dalla Somalia al Sudafrica, e solo in rare occasioni lo si trova nelle regioni della foresta tropicale o equatoriale a causa delle possibilità di caccia molto limitate. Il mamba nero è una specie diurna che trascorre la notte in tane o rifugi sotto le rocce o in cavità del terreno e non è neppure raro trovarlo all’interno di termitai abbandonati. Nelle zone in cui abbondano rifugi e prede, è possibile trovarne diversi esemplari in un territorio relativamente ristretto.

Tecnica di caccia varia
L’alimentazione del mamba nero consiste prevalentemente di animali dal sangue caldo, tipo uccelli e mammiferi, anche se nel suo stomaco non è difficile trovare altri serpenti. La tecnica di caccia varia in funzione della preda: quando è di dimensioni ridotte, come per la maggior parte dei roditori, il mamba morde l’animale e lo trattiene con un rapido scatto, avvolgendolo finché non muore avvelenato. Quando invece la preda è di dimensioni maggiori, il mamba nero non la trattiene dopo il morso, ma lascia che si allontani per poi seguirla nell’attesa che il veleno faccia effetto, cosa che accade in pochi minuti. A quel punto il rettile si avvicina alla vittima e comincia a inghiottirla intera, grazie alla possibilità di separare la mandibola inferiore da quella superiore e alla grande elasticità del corpo. Quando la preda è un uccello, il mamba nero non lo lascia volare via, altrimenti gli sarebbe impossibile seguirne le tracce.

Il serpente più aggressivo
Questo rettile è inoltre noto per essere forse il serpente più aggressivo al mondo, affermazione provata dal ritrovamento di leoni e persino giraffe morte per i suoi morsi, segno che non ha paura di attaccare nessun animale che veda come una minaccia. Vi sono inoltre testimonianze di persone che, dopo essere state morse, sono addirittura state inseguite per vari metri dal serpente infuriato che continuava reiteratamente a mordere.

Neurotossine
Il veleno del mamba nero è formato principalmente da neurotossine e un morso solitamente inietta 120 mg di veleno.
Il mamba nero viene anche chiamato “sette passi”, perché un essere umano morso da questo rettile non riuscirebbe a percorrere più di sette passi. Senza cure adeguate, il tasso di letalità di un suo morso è del 100%. Questo tipo di veleno, come quello di tutti gli appartenenti alla famiglia degli elapidi, cobra, krait, serpenti marini, ecc., è neurotossico, ossia attacca il sistema nervoso, provocando la paralisi degli organi vitali, che nel caso del mamba nero avviene in 20 minuti, anche 15 per una persona cagionevole o di tenera età, un tempo notevolmente breve che, senza adeguate cure, non lascia scampo alla vittima.

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