Ecoimagination challenge: il concorso di General Electric per progetti d’impresa green

di Redazione 54 views0

 Con più di 3700 idee e progetti d’impresa ‘green’ arrivati da tutto il mondo, si è conclusa la prima fase di “Ecomagination Challenge“, la competizione internazionale lanciata lo scorso luglio da General Electric e rivolta a ricercatori, imprenditori e start up di tutto il mondo nel campo dell’energia pulita, dall’America al Giappone, passando per Europa, Africa, India e Cina. Lo annuncia la multinazionale statunitense riferendo che imprenditori e start up sono stati invitati a sottoporre idee e progetti d’impresa per favorire lo sviluppo di tecnologie per l’energia pulita in tre categorie: energie rinnovabili, smart grid e edifici ecologici.

Ecoimagination Challenge
I progetti inviati sul sito di GE saranno ora selezionati da una giuria specializzata e, a novembre, verranno annunciati i vincitori, che si aggiudicheranno ognuno una parte del finanziamento da 160 milioni di euro (200 milioni di dollari), appositamente creato dalla multinazionale e alcune società di Venture Capital attive nel campo delle energie rinnovabili, oltre alla consulenza e al supporto della rete commerciale di GE. “Attraverso la competizione, che si inserisce nel progetto di business green ‘ecomagination’, GE -spiega la società- punta a incentivare l’innovazione nel campo dell’energia rinnovabile per sviluppare reti elettriche intelligenti, più pulite e più efficienti, le smart grid, una delle maggiori sfide a livello mondiale“.

Stati Uniti e Gran Bretagna i più ecoimmaginativi
A guidare la ‘classifica’ per numero di progetti d’impresa inviati sono gli Stati Uniti con più di 1600 idee, ma anche l’Europa ha partecipato con centinaia di progetti. Più di 90 progetti sono arrivati dal Regno Unito, primo Paese Ue, oltre 30 dalla Germania e 30 dell’Italia, alla pari con la Francia. Tante adesioni anche dall’Asia, soprattutto dall’India, e alcune belle sorprese in Africa, con 52 candidature dal Kenya e molte anche da Sudafrica, Senegal e Nigeria.

Le Solar Roadways
L’idea finora più votata dagli utenti online, riferisce GE, è stata quella delle “Solar Roadways“, strade ricoperte di pannelli solari, attraverso i quali sarebbe possibile ricaricare una macchina elettrica senza bisogno di fermarsi. Al progetto, premiato da GE con 50.000 dollari, sta lavorando un ingegnere elettrico statunitense ed ex-marine, Scott Brusaw, dal suo laboratorio nel remoto nord dell’Idaho, a 100 km dal confine canadese. Brusaw ha già ricevuto l’anno scorso dal Dipartimento dei Trasporti Usa un finanziamento da 100mila dollari per costruire un prototipo di questa originale ‘pavimentazione stradale’.

Le ecoidee italiane
Molte anche le proposte italiane. Dal nostro Paese è arrivata infatti, la “Low2No Home Assistant”, un’idea di Jan-Christoph Zoels, direttore creativo di Experientia, una società di design di Torino. Si tratta di un misuratore intelligente, capace di aggregare tutti i dati relativi al consumo di energia in ambito domestico, le informazioni relative alle bollette, anche attraverso un confronto sulle diverse modalità di consumo attraverso i social network. Sempre italiana è “Energia dagli ‘aquiloni'”, una proposta di Mario Milanese, professore al Politecnico di Torino, una tecnologia in grado di convertire in elettricità l’energia del vento a elevate altitudini, sfruttando il movimento di speciali ‘aquiloni’ che volano tra i 500 e i 1000 metri sopra al livello del suolo.
Made in Italy anche il progetto “Energia rinnovabile dal mare” di Giulio Teodoro Maellaro, ingegnere e professore all’Istituto tecnico nautico di Brindisi, che ha proposto un sistema per utilizzare le onde marine per la produzione di energia rinnovabile, senza emissioni di CO2 nè rischi per l’ambiente. Tra gli altri progetti italiani arrivati al concorso green di GE anche “Acqua potabile da impianti solari” di Eileen Tortora che ha proposto un impianto solare capace di fornire, oltre a energia elettrica e termica, anche acqua potabile, utilizzando acqua di mare all’interno di un ciclo integrato. Un’idea utile soprattutto per piccole comunità con problemi di scarsità idrica.

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