Lo shampoo solido e la lotta alla plastica

Ormai in tutti i modi si cerca di eliminare il consumo di plastica che sta gravando pesantemente sull’ecosistema, anche se il coronavirus ha avviato un sistema di consegne a domicilio per tener vive molte attività che sfruttano il medesimo materiale per le commissioni. Riusciremo mai a liberarci da questa dipendenza?

Bisogna far qualcosa quindi per eliminare o consumare meno plastica possibile e smaltire quella necessaria nel migliore dei modi. Nell’ambito della cosmesi e cura del corpo i passi fatti per rendere i prodotti plastic free sono notevoli. Dallo sviluppo di punti dove rifornirsi di detersivo alla spina, che spinge al riutilizzo delle latte perché il detersivo viene venduto direttamente nella sua forma liquida, ai sali da bagno da sciogliere direttamente in acqua.

Ecco quindi arrivare, anche se c’è già da un po’, lo shampoo solido. Un ritorno alla vecchia saponetta? Quasi, perché in questo caso l’utilizzo è proprio per la pulizia dei capelli e non del corpo. La stima approssimativa delle bottiglie di plastica scartate degli shampoo è di 552milioni per i soli Stati Uniti D’America, un’esorbità.

Se in passato si sono sempre trovati metodi abbastanza ecologici per la propria igiene, adesso il nemico principale è la nostra abitudine. La plastica non è la sola nemica di questi prodotti industriali che contengono anche altre sostanze tossiche nella composizione tra allergeni ed irritanti che interferiscono anche con il ph naturale della nostra pelle.

Frutta come sostituto agli snack dei distributori automatici

L’idea è stata di due imprenditori calabresi che hanno ben pensato di sostituire gli snack poco salutari, con delle clementine fresche, ma potrebbe espandersi a tutti i tipi di frutta a seconda della stagione.

Il cibo spazzatura è letteralmente il maggior produttore di materiale plastico del pianeta. Dai distributori automatici oltre a venir fuori molta plastica che ormai sappiamo essere responsabile di enormi danni all’ambiente, vengono spesso fuori cibi malsani e dal dubbio gusti.

Cannucce di Pasta: la risposta dei Bar in Italia contro la plastica

Il problema della plastica è ormai conosciuto. L’inquinamento derivante dalla produzione ed il cattivo smaltimento di questo materiale sta letteralmente distruggendo il nostro pianeta. Bisogna ripartire anche dalle piccole cose, come le cannucce di pasta.

La pasta, prodotto culinario che il Mondo ci invidia e tenta di imitarci da secoli, cercando di imitare la nostra cucina, diventa uno strumento utile contro la lotta alla plastica nei mari e non solo. L’idea è nata dopo la pubblicazione di un post su internet dove si vedeva un bicchiere da bar con un filo di pasta da utilizzare come cannuccia. Gli ziti sembrano fare al caso giusto.

La luce di Reggiani sull’età della plastica

Maria Cristina Finucci, artista da sempre molto sensibile alle questioni ambientali. 5 milioni tappi di plastica colorata assemblati manualmente a formare lettere di 4 metri di altezza, H, E, L, P ovvero aiuto. La superficie si espande per circa 3.600 metri quadrati nell’area archeologica di Mozia: questo il nuovo progetto illuminato da Reggiani per dare un contributo a un tema da importante, legato alla sostenibilità ambientale.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.