Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise -parte seconda-

di Redazione 213 views0

 Lungo i versanti e le valli del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si possono ammirare le impronte delle glaciazioni che hanno lasciato ai nostri giorni circhi glaciali, morene e massi erratici sui Monti della Meta, sul Marsicano e sul Greco. La morfologia del territorio è molto complessa ed elaborata, per cui nel contesto dei rilievi montuosi si aprono ampi altipiani come la distesa di Pescasseroli o suggestivi pianori carsici come quello delle “Forme” in comune di Pizzone e quello di “Campitelli” in comune di Alfedena, incassati nella ripida cordigliera delle Mainarde. Nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise si estende la Camosciara molto simile, nell’aspetto e nella struttura, alle montagne dolomitiche, che racchiude nel proprio contesto la zona di Riserva Integrale.
Da qualche anno, finalmente, è stata abolita la strada provinciale che consentiva la penetrazione nell’area per circa 3 km al traffico motorizzato, con grande disturbo per la flora e la fauna selvatiche.

Partendo dall’area di sosta
Oggi, invece, partendo dall’area di sosta, situata a fianco della strada statale Marsicana, oltre la riva destra del Sangro, è possibile godere del grandioso scenario percorrendo un comodo itinerario a piedi, accompagnati dai suoni della natura e lontano dagli assordanti rumori delle auto, moto e pulman. La catena della Camosciara, insieme alle contigue Val di Rose e Valle Iannanghera rappresentano i luoghi del “culto” della natura protetta, dove si possono osservare con meraviglia a pochi metri di distanza e in ogni stagione, stupendi esemplari del Camoscio d’Abruzzo, che grazie all’opera dell’Ente Parco, ha raggiunto oggi una consistente popolazione.

Duemila specie di piante superiori
La flora del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, è così ricca ed interessante, da essere stata, da sempre, oggetto di studio Complessivamente è possibile elencare circa duemila specie di piante superiori senza cioè considerare i muschi, i licheni, le alghe ed i funghi. Tra i fiori è degno di nota il giaggiolo, Iris marsica, una specie endemica del parco che cresce solo in alcune parti del parco e fiorisce tra maggio e giugno
Sono presenti le orchidee i vario tipo e colore delle quali la più bella, grande e rara è la “scarpetta di Venere, la Cypripedium calceolus, che fiorisce tra maggio e giugno negli angoli più nascosti del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

Il pino nero
Un’altra rarità è senz’altro rappresentata dal pino nero di Villetta Barrea, Pinus nigra, una specie risalente probabilmente al Terziario, una varietà esclusiva del Parco, localizzata in alcune zone della Camosciara e della Val Fondillo. Tra le conifere spontanee, troviamo, inoltre, il pino mugo, Pinus mugo, che occupa la fascia vegetazionale tra la faggeta e la prateria di altitudine anch’esso localizzato prevalentemente nella zona della Camosciara.

La betula pendula
Altra peculiarità del parco è rappresentata da una piccola stazione di betulle, Betula pendula, localizzata a Barrea in una località chiamata Coppo Oscuro. Si tratta di una specie tipica delle epoche glaciali quaternarie, che testimonia la vegetazione fredda un tempo predominante sull’Appennino. Nel Parco, tra il 1957 e il 1967, furono tagliate oltre 650.000 piante d’alto fusto.

La riorganizzazione dell’Ente
Dal 1969, con la riorganizzazione dell’Ente Parco, sono stati vietati tutti i tagli a uso industriale, stroncando così una vera e propria speculazione boschiva. Dopo anni di sfruttamento indiscriminato, le foreste del Parco ora vengono conservate accuratamente al fine di riportarle, ove possibile, alla loro struttura originale, favorendo così sia la fauna – che così può riavere il suo ambiente naturale – sia l’uomo, cui consentono il godimento di spettacolari bellezze.

Per maggiori informazioni visitate il sito web del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

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