Il rinoceronte di Sumatra -parte quinta-

di Redazione 229 views0

 Grazie agli studi in cattività, conosciamo molto bene le abitudini riproduttive del rinoceronte di Sumatra. L’approccio sessuale inizia con un corteggiamento caratterizzato da incremento delle vocalizzazioni, sollevamento della coda, frequenti minzioni e aumento del contatto fisico: sia il maschio che la femmina si danno piccoli colpetti col muso sulla testa e sui genitali. Il rituale di corteggiamento del rinoceronte di Sumatra è molto simile a quello osservato nel rinoceronte nero. Spesso i giovani maschi di rinoceronte di Sumatra sono troppo aggressivi nei confronti delle femmine e nel corso del corteggiamento possono ferirle o perfino ucciderle. In natura una femmina può fuggire via dalle attenzioni di un maschio troppo aggressivo, ma nei piccoli recinti dei giardini zoologici questo non è possibile; l’impossibilità di scappare dai maschi aggressivi può aver contribuito in parte allo scarso successo dei programmi di riproduzione in cattività.
In base alle osservazioni è stato visto che il periodo di estro, durante il quale la femmina è ricettiva nei confronti del maschio, dura circa 24 ore e si ripete ogni 21-25 giorni. Gli esemplari dello Zoo di Cincinnati sono stati visti copulare per 30-50 minuti, proprio come i rinoceronti di altre specie; gli studiosi del Centro per la Conservazione del Rinoceronte di Sumatra, in Malaysia, hanno invece osservato copule più brevi. Dal momento che gli accoppiamenti allo Zoo di Cincinnati hanno portato spesso al concepimento e siccome molti altri rinoceronti hanno periodi copulatori piuttosto lunghi, si ritiene che i rapporti prolungati facciano parte del comportamento naturale della specie.

Tutte le gravidanze sono fallite fino al 2001
Sebbene i ricercatori siano riusciti a far accoppiare con successo coppie di rinoceronti di Sumatra, tutte le gravidanze sono fallite per vari motivi, fino al 2001, anno della prima nascita in cattività di un esemplare di questa specie; gli studi effettuati allo Zoo di Cincinnati hanno scoperto che l’ovulazione è indotta dall’accoppiamento e che questa specie ha inoltre livelli di progesterone non valutabili. Il successo del 2001 è stato ottenuto somministrando a una femmina gravida del progestinico supplementare.

Le popolazioni rimaste sono piccole
Un tempo il rinoceronte di Sumatra era piuttosto numeroso in tutta l’Asia sud-orientale. Attualmente si stima che ne siano rimasti solamente 275 esemplari. Sebbene non sia così raro quanto quello di Giava, ha subito notevolmente gli effetti del bracconaggio e della distruzione dell’habitat e le popolazioni rimaste sono piccole e poco frammentate; i rinoceronti di Giava, d’altro canto, appartengono tutti ad un’unica numerosa popolazione localizzata nella penisola giavanese di Ujung Kulon. Mentre il numero dei rinoceronti di Ujung Kulon è rimasto relativamente stabile, si ritiene che quello dei rinoceronti di Sumatra continui a diminuire. Il suo attuale status di specie in pericolo critico è dovuto soprattutto al bracconaggio e alla distruzione delle foreste pluviali. Gran parte del suo areale è attualmente situato sulle inaccessibili aree montuose dell’Indonesia.

I bracconieri
Il bracconaggio, sebbene non costituisca una minaccia importante come per le specie africane (in termini di numero di animali uccisi), è un fattore di rischio da non sottovalutare, poiché i commercianti ritengono che se la specie divenisse via via più rara, il prezzo del suo corno, stimato oggi a 30.000 $ il chilo, salirebbe alle stelle. I cacciatori europei non hanno mai cacciato intensamente questa specie. Il rinoceronte di Sumatra è difficile da avvistare e da cacciare (un ricercatore sul campo trascorse sette settimane in un rifugio su un albero nei pressi di una salina senza mai avvistarne uno), così i bracconieri sono costretti ad utilizzare trappole con lance e buche nel terreno.

Il corno usato come amuleto
Negli anni ’70 venne documentato, tra gli indigeni di Sumatra, l’utilizzo di varie parti del corpo del rinoceronte; il corno, ad esempio, veniva usato come amuleto, dal momento che si credeva proteggesse dai veleni. La carne essiccata veniva usata come farmaco contro diarrea, lebbra e tubercolosi. L’«olio di rinoceronte», una miscela ottenuta lasciando immerso per alcune settimane un cranio di questo animale nell’olio di cocco, veniva utilizzato come trattamento per le malattie della pelle. Non è chiaro se l’esistenza di queste pratiche e la credenza in esse persista tuttora. In passato si credeva che il corno di rinoceronte venisse usato come afrodisiaco, ma non è così: la medicina tradizionale cinese, infatti, non l’ha mai utilizzato per tale scopo.

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