Inquinamento acustico: la classificazione acustica degli edifici è poco trasparente

di Redazione 51 views0

Classificazione acustica degli edifici “ancora poco trasparente”. “Le nuove norme che sta predisponendo il Ministero dell’Ambiente, del Territorio e del Mare rischiano, infatti, di non fornire informazioni chiare, complete e comprensibili all’acquirente di un immobile circa i suoi requisiti ‘taglia decibel’“. A rilevarlo è Assovetro, commentando la bozza di decreto relativo alla classificazione acustica degli edifici, che prevede una loro suddivisione in classi a seconda delle loro prestazioni antirumore.

LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEGLI EDIFICI
In particolare, l’Associazione degli industriali del vetro aderente a Confindustria, in una nota, rileva come sia “fuorviante attribuire una classificazione acustica ad un edificio, facendo una semplice media aritmetica fra i cinque elementi maggiormente responsabili del comfort acustico dell’appartamento, quali isolamento della facciata, isolamento verticale fra le varie unità immobiliari, isolamento dei pavimenti dai rumori del calpestio, rumore degli impianti a funzionamento continuo e a funzionamento discontinuo“.

UNA CLASSIFICAZIONE IRREALE
Dare a tutti gli elementi lo stesso peso -dice l’Associazione- potrebbe, infatti, far inserire un edificio con un ottimo isolamento degli impianti e dei pavimenti ed un pessimo isolamento delle facciate in una classe ‘molto buona’, quando in realtà non offre alcun confort contro i rumori da traffico“.

CINQUE ELEMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE
Secondo Assovetro sarebbe quindi “auspicabile dare solo una rigorosa classificazione acustica a ciascuno dei cinque elementi, che consenta all’utente di valutare in modo trasparente e diretto la corrispondenza dell’isolamento ai requisiti richiesti, evitando il ricorso a medie che potrebbero andare a detrimento della chiarezza e, forse, anche della rispondenza del reale grado di isolamento alle aspettative dell’utente“. Ma non solo.

LA TOLLERANZA DI TRE DECIBEL
Altro punto critico del provvedimento, per Assovetro, è “la prevista tolleranza di tre decibel, troppo alta, concessa per soddisfare i requisiti necessari all’attribuzione di una determinata classe acustica“. “Questa tolleranza -dice l’Associazione di Confindustria nella nota- dovrebbe essere azzerata quanto meno per gli elementi che rappresentano di fatto il tallone d’Achille dell’unità immobiliare: la parete esterna, verso il traffico stradale, e la parete divisoria, verso le altre unità immobiliari“.

PARAMETRI PIU’ OGGETTIVI
Altri punti critici, infine, sono “il riferimento troppo generico, contenuto nel provvedimento, alle ‘soluzioni tecnologiche più adeguate’ da adottare in caso di ristrutturazioni acustiche per accedere agli incentivi fiscali, mentre dovrebbero essere stabiliti parametri certi ed oggettivi per ciascun componente adoperato, così come avviene per l’isolamento termico“. “Si tratta di un percorso virtuoso, già previsto dallo stesso Decreto, verso un graduale inseverimento dei limiti di isolamento, in modo da avere sempre -conclude- unità immobiliari in linea con le crescenti esigenze del cittadino“.

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