La Basilicata chiude le porte al nucleare: una regione contro lo Stato

di Redazione 189 views1

 Il Piano di indirizzo energetico ambientale regionale (Piear) approvato dal Consiglio regionale della Basilicata chiude le porte alle centrali nucleari nella regione lucana. Nella programmazione energetica, che punta sullo sviluppo delle energie rinnovabili, l’ipotesi di produrre o impiegare l’energia nucleare non è compresa nelle ipotesi di sviluppo del sistema energetico della Regione Basilicata e non è ritenuta possibile ”l’ipotesi – si legge nel Piear – che alcuna parte del territorio regionale possa ospitare un deposito di scorie nucleari anche superficiale, che accolga rifiuti nucleari provenienti da alcuna altra parte di Italia o del mondo”.

La scelta è supportata da ”una notevole esperienza delle problematiche sia tecniche che sociali connesse al nucleare, maturata nel territorio della Basilicata, sia in relazione alle pluriennali problematiche connesse alla gestione di Itrec in Trisaia a Rotondella (Matera), che in relazione alla scelta operata dal Governo con il Decreto del 14 novembre 2003 n. 314 di realizzare un deposito di scorie nucleari di III categoria a Terzo Cavone in Scanzano Jonico”, decreto che fu poi modificato in Parlamento dopo la protesta popolare.

NO ALLE CENTRALI NUCLEARI
Il divieto al nucleare ”è conseguente alla sussistenza di problemi intrinseci legati allo sviluppo della tecnologia nucleare – si legge ancora nel Piano – in particolar modo per la presenza di difficoltà legate alla garanzia per la sicurezza della salute dei cittadini, alla creazione di uno sviluppo che concili con le peculiarità e le ipotesi di valorizzazione delle risorse del nostro territorio, all’assenza di un quadro normativo nazionale che disciplini le procedure autorizzative, sospeso in seguito al referendum del 1987, alla remota ipotesi che il rilancio globale dell’energia nucleare ridurrebbe i costi energetici le emissioni di Co2 e i problemi della dipendenza energetica”.

UNA REGIONE CONTRO LO STATO
In ossequio ai principi di sussidiarietà, ragionevolezza e leale collaborazione, in assenza di intesa fra lo Stato e la Regione Basilicata, nel territorio lucano non possono essere essere installati impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione del combustibile nucleare, di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché di depositi di materiali e rifiuti radioattivi”, sottolinea il vice presidente ed assessore all’ambiente della Regione Basilicata, Vito Santochirico.

IL FUTURO NELLE ENERGIE RINNOVABILI
”La Basilicata ha fatto la scelta di dotarsi di una legge che preclude la possibilità di installare centrali e depositi nucleari – dice ancora – Si tratta di una risposta chiara, netta, al tentativo del Governo di espropriare i territori della loro capacita’ di decidere in una materia decisiva per lo sviluppo e per il futuro. Vogliamo evitare il rischio che nella nostra terra arrivino scorie radioattive, come sarebbe potuto accadere nel 2003 se la grande mobilitazione popolare non avesse fermato il Governo; abbiamo scelto, invece, di percorrere la strada delle energie rinnovabili”.

Commenti (1)

  1. Sul virtuoso esempio della basilicata, proporrei in ogni regione una legge di iniziativa popolare per dire un no chiaro e senza ambiguità al nucleare.
    ..Ricordiamoci che a breve inizieranno le campagne elettorali per le regionali in ben 13 regioni del paese…

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