Parco Regionale dei Campi Flegrei -5-

di Redazione 32 views0

 L’ area vulcanica flegrea di età quaternaria, da 2,5 milioni di anni fa ad oggi, si trova al centro del craben, la caldera. Le prime eruzioni avvenute in questa parte dell’area protetta del Parco Regionale dei Campi Flegrei risalgono alla fine del pliocene e al principio del pleistocene e possono essere distinte in tre periodi che si caratterizzano a secondo della tipo di materiale eruttato.
Il primo periodo, durato centinaia di anni, risale a 35.000 anni fa con effetti distruttivi per tutte le forme di vita e con Ia formazione di banchi di piperno e tufo grigio.
Nel secondo periodo di 11.000 anni fa si forma il tufo giallo di cui risultano costituiti i promontori di Miseno e le colline di Posillipo a Napoli.
Nel terzo periodo l’attività vulcanica fu di minore intensità. Nel 1500 d.C. si è verificato un forte innalzamento del suolo, il bradisismo.

Nel corso di una sola notte
Fra il secondo e il terzo periodo si originarono gli ultimi crateri dell’area protetta del Parco regionale dei Campi Flegrei tra cui l’ultimo Monte Nuovo che si formò nel corso di una sola notte nel settembre del 1538, nella parte occidentale dei Campi Flegrei e preceduto da deformazione del suolo e attività sismica molto intensa, avvertita fino a Napoli. Tra le eruzioni dei Campi Flegrei questo evento rappresenta uno del meno intensi, infatti i prodotti dell’eruzione, durata in tutto una settimana rappresentano una distribuzione areale motto limitata che non oltrepassa 1 km dal centro di emissione.

Le fonti termali
Segni persistenti della natura vulcanica dell’area protetta del Parco Regionale dei Campi Flegrei, in aggiunta al bradisismo, sono le fonti termali, limitate ad un numero ridotto rispetto a quello dei tempi dei Greci e dei Romani, e la presenza di un vulcano in stato di quiescenza, la Solfatara, nota oggi per le sue fumarole, vapori sulfurei ad alta temperatura.

L’area calderica
L’area protetta del Parco Regionale dei Campi Flegrei, occupa la parte sud-occidentale della piana campana e presenta una morfologia motto articolata che è dovuta alla sovrapposizione dei depositi di numerosi centri eruttivi e di collassi “calderici”, che si sono verificati negli ultimi 50.000 anni. All’interno dell’area calderica più recente si è sviluppata un’ intensa attività vulcanica che ha prodotto numerosi coni di tufo ed alcuni duomi lavici.

Il Tufo Giallo napoletano
Le eruzioni note sono circa 30 l’attività si e particolarmente concentrata in due periodi, compresi tra 10.500 e 8.000 anni e tra 6.000 e 3.500 anni dal presente. In questo periodo si ebbe anche Ia formazione di vulcani nel golfo di Pozzuoli (Banco di Nisida).
Negli ultimi 12.000. anni la parte centrale della Caldera, prodotta dall’eruzione del Tufo Giallo napoletano, oltre che da una intensa attività vülcanica, è stata anche caratterizzata da un intenso sollevamento del suolo che ha determinata la formazione del terrazzo marino de “La Starza”, nella parte centrale di Pozzuoli.
Per maggiori informazioni visitate il sito web del Parco Regionale dei Campi Flegrei.

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