Scarpe ecologiche: tutto quello che dovete sapere

di Redazione 771 views0

 Dai modelli 100% riciclabili a quelli ottenuti da buste di plastica o da materiali naturali come canapa, steli di myōga (una varietà di zenzero), fibre di palma, cotone e paglia di riso. Ma di cosa parliamo? Dell’elemento base del nostro abbigliamento: le scarpe. Ebbene si anche i nostri piedi sentono l’esigenza di rispettare l’ambiente. Tante le novità e tra le proposte più curiose, c’è anche la scarpa che si allunga per crescere assieme al piede del bambino che la indossa, diminuendo così anche la produzione di rifiuti. Ma le eco scarpe fanno bene anche alle tasche dei consumatori proponendo prezzi equo e ‘pacchetti famiglia’. Aiutare l’ambiente non costa poi così tanto.

LE SCARPE SI FANNO GREEN
Esempi di comportamenti responsabili arrivano dunque anche dal settore calazaturiero, e in particolare da quello sportivo, più volte ‘bastonato’ e accusato di essere poco attento all’ambiente ma soprattutto alle condizioni dei lavoratori. Dubbi legittimi, soprattutto in passato, dove alcune visite in stabilimenti di famose multinazionali hanno fatte emergere situazioni che rasentavano lo sfruttamento. Come i livelli troppo bassi dei salari, la negazione della libera rappresentanza sindacale, l’assenza di tutele speciali per il lavoro giovanile, turni decisamente poco accettabili, straordinari forzati e altro ancora. La produzione delle calzature sportive, infatti, si concentra nei paesi in via di sviluppo come Cina, Vietnam, Indonesia e Thailandia.

IL LAVORO NERO NEL CALZATURIERO
E un’altra piaga del settore è sicuramente il lavoro irregolare spesso legato alla comunità asiatica. Ma i piccoli produttori italiani hanno alzato la voce: lo sfruttamento e il lavoro ‘nero’ non fanno bene al made in Italy. Spesso, infatti, le grandi aziende sono state accusate di avvalersi, in taluni casi del lavoro di laboratori non sempre regolari, che di fatto tolgono commesse alle aziende regolari a vantaggio di chi opera senza rispettare le regole del sistema. Cosa ben nota nel distretto del Rubicone, in Romagna, che conta 166 aziende calzaturiere e dove gli enti locali e la Camera di Commercio hanno sottoscritto un patto per lo sviluppo che coinvolge anche le forze dell’ordine, Inps e Inail, e prevede sopralluoghi nelle aziende sospette.

L’ANCI CREATIVE AWARD
La sostenibilità delle calzature non riguarda solo il processo produttivo, ma anche quello distributivo. E una sensibilizzazione arriva dall’Anci, Associazione Nazionale Calzaturifici Italiani, che presenta la quarta edizione di Anci Creative Award www.ancicreativeaward.net, il concorso internazionale rivolto ai giovani creativi che si misureranno sul tema ‘Out of the Box! Interior design for display and sale of footwear’.
Obiettivo del concorso, la cui cerimonia ufficiale di premiazione si terrà a settembre 2010 in occasione di Micam ShoEvent, è interpretare in modo originale gli spazi di presentazione e di vendita delle calzature come stand fieristici, show room e negozi. Soluzioni innovative che tengano in considerazione le nuove logiche legate a spazi flessibili e ‘mobili’, senza trascurare l’aspetto della produzione ‘just in time’ basata sulla piccola serie e soprattutto la sostenibilità.

ATTENZIONE ALLE MARCHE
Le iniziative di sensibilizzazione sono importanti ma bisogna ricordare, e questo vale per ogni settore, che per attivare azioni di pressione più efficaci molto dipende anche delle scelte del consumatore a volte un po’ distratto. Soprattutto i nati in un’epoca in cui ad attrarre gli acquisti è la fascinazione dei brand. Un po’ di attenzione, dunque, non solo alle ultime tendenze ma anche alle aziende che devono essere eticamente ed ecologicamente responsabili.

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