La tassa sulle energie rinnovabili: Ici su eolico e fotovoltaico, la protesta di Aeper

 Oltre alle questione burocratiche legate all’ iter di autorizzazione, le fonti di energia rinnovabile avrebbero ora anche un altro problema ad osteggiarne la diffusione: dover pagare l’ Ici. La tassa che abitualmente si paga sugli immobili riguarderebbe soprattutto gli impianti eolici e fotovoltaici, considerati alla stregua di opifici in categoria D1.

A deciderlo, l’ Agenzia del territorio (con risoluzione n. 3 del 2008) sulla base di una disciplina catastale del 1949. Una situazione analoga a quella delle centrali idroelettriche. A denunciare, per esempio, il pagamento di 150.000 euro all’ anno di Ici per impianto eolico da 36 Mw, è l’ amministratore delegato di Unendo energia, Enrico Bruschi, nel corso del Forum Qualenergia a Roma.

Aziende IT per salvare il clima: la classifica di Greenpeace per Cool IT Challenge

 L’ Information Technology, il settore industriale più innovativo, non sta utilizzando tutto il suo enorme potenziale per ridurre le emissioni mondiali di gas serra. È quanto risulta dalla classifica “Cool It challenge”, diffusa da Greenpeace in tutto il mondo.
Alla conferenza su “IT, Environment and Climate Change” a Copenhagen, è sconfortante vedere che le aziende innovative dell’ IT, che potrebbero conseguire profitti considerevoli dalle soluzioni tecniche che riducono i gas serra, stanno invece in disparte ad assistere ai negoziati.

LA SFIDA DI GREENPEACE: COOL IT CHALLENGE
La sfida “Cool It challenge” è stata lanciata lo scorso febbraio, chiedendo ai direttori generali delle principali aziende IT di entrare in azione sul fronte cambiamenti climatici e prendere impegni concreti per:
– fornire soluzioni IT agli altri settori economici come edilizia, trasporti e reti per la trasmissione dell’elettricità, misurandone accuratamente l’ impatto;
– fare pressioni per un accordo sul clima a Copenhagen;
– ridurre le proprie emissioni e utilizzare energia prodotta da fonti rinnovabili.

Giornata mondiale del vento, fino al 25 giugno a Villa Borghese, Roma

 Si prolungherà fino al 25 giugno a Roma a Villa Borghese, presso il parco dei daini, la grande kermesse organizzata dall’ Anev (Associazione Nazionale Energia del Vento) che vedrà convegni, manifestazioni, iniziative culturali e l’ esposizione di un generatore eolico per fare una corretta informazione sulle tematiche energetiche e ambientali basate su dati scientifici.
La Giornata Mondiale del Vento sarà festeggiata contemporaneamente in 29 Paesi in tutto il mondo il 15 giugno e anche a Roma. L’ evento clou dei convegni sarà il Global Wind Day, con un convegno sulla situazione e le prospettive future dell’ eolico, a cui è stato invitato il ministro Claudio Scajola con i principali relatori istituzionali.

LE INIZIATIVE IN PROGRAMMA
Le numerose iniziative previste e dettagliatamente elencate sul sito www.anev.org e www.globalwindday.org sono di carattere culturale, ludiche, didattiche e di intrattenimento finalizzato alla diffusione di una corretta informazione sulle tematiche connesse alla produzione di energia eolica.

Guida al giardinaggio: come coltivare le piante carnivore

 Quando parliamo di esseri viventi, spesso dividiamo in due categorie le forme di vita, quella animale e quella vegetale, attribuendo a quest’ ultima un ruolo secondo noi esclusivamente passivo, escludendo a queste creature ogni forma di interazione con il mondo che le circonda. Invece esistono vegetali che “vivono” attivamente, passando dal ruolo di prede a quello di “cacciatrici”. Ed è proprio il caso delle piante carnivore.
Le piante carnivore sono presenti su tutto il nostro pianeta in ben 600 specie diverse, dal sud Africa all’ Europa, dall’ Indonesia agli Stati Uniti.

LE PIANTE CARNIVORE
Anche nel nostro paese, l’ Italia, esistono diverse specie di piante carnivore, anche se sono tra le piante minacciate di estinzione.
Queste meravigliose piante hanno studiato e messo a punto un sistema di cattura e digestione incredibilmente avanzato, in modo da poter assorbire dalle proprie prede le sostanze nutritive essenziali per poter vivere.

Yolanda Kakabadse, a sorpresa la nomina come presidente del WWF internazionale

 L’ ex Ministro dell’ Ambiente ecuadoregno Yolanda Kakabadse è stata nominata nuovo Presidente del WWF Internazionale. Sostituisce Emeka Anyaoku che lascerà l’ incarico alla fine dell’anno dopo otto anni di mandato. L’ annuncio arriva alla conclusione della conferenza annuale del WWF che si è tenuta a Copenaghen.

La signora Kakabadse è stata Ministro dell’ Ambiente dell’ Ecuador dal 1998 al 2000 e Presidente della IUCN International Union for the Conservation of Nature dal 1996 al 2004. Ha lavorato con il WWF per molti anni, anche nel Direttivo internazionale e inizierà il suo nuovo mandato nel gennaio 2010.

Occhio alla medusa: al via il progetto di mappatura della presenza di meduse nei mari italiani

 Altra estate, altra invasione di meduse. E sarà così anche per i prossimi anni. Per avere la mappa della loro presenza, parte dall’ Italia la prima rete di osservazione “occhio alla medusa” che coinvolgerà vacanzieri, stabilimenti balneari, ricercatori, e il popolo del web.

Lo ha annunciato all’ ANSA Ferdinando Boero, professore ordinario di zoologia e biologia marina dell’ Università del Salento, uno dei massimi esperti di meduse in Italia, e responsabile della campagna che ricade nell’ ambito della Commissione scientifica sul Mediterraneo di cui è presidente il Principe Alberto di Monaco. La fase pilota della campagna sarà lanciata ufficialmente alla rassegna “Stelle di mare lungo il fiume” dell’ associazione Marevivo a Roma.

Da Greenpeace la mappa dei territori “nucleari” d’ Italia

 Se dovesse tornare il nucleare in Italia, sarebbero pochissimi i territori che potrebbero ospitarlo. Grazie all’analisi di tre importanti mappe, ormai dimenticate, sveliamo perché lo stivale è assolutamente inadatto alle centrali nucleari.

E’ stato approvato il DDL 1195 che dà sei mesi al governo per definire i criteri per la localizzazione dei siti nucleari. Oggi Greenpeace diffonde tre “carte nucleari” per capire dove potrebbero finire le nuove centrali nucleari:
– la carta del CNEN, che era la risultante di varie carte tematiche elaborate negli anni settanta
– la mappa ENEA sulla vulnerabilità delle aree costiere ai cambiamenti climatici
– l’ elaborazione GIS per la localizzazione del deposito nazionale per le scorie nucleari

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