Il rinoceronte di Sumatra -parte sesta-

 Le foreste pluviali di Indonesia e Malaysia, rifugio del rinoceronte di Sumatra, sono anche oggetto delle mire delle compagnie di legname, legali e illegali, a causa della qualità dei legni duri ivi presenti. Essenze rare come il merbau (Intsia bijuga), il meranti (gen. Shorea) e il semaram (gen. Palaquium) sono molto quotati, fino a 1800 $ il m3, sul mercato internazionale. Applicare le leggi contro il disboscamento illegale è difficilissimo, poiché gli uomini vivono all’interno o nelle vicinanze delle stesse foreste abitate dal rinoceronte di Sumatra. Il maremoto dell’Oceano Indiano del 2004 è stato usato come pretesto per giustificare nuovi abbattimenti. Sebbene i legni duri delle foreste pluviali dove sopravvivono gli ultimi rinoceronti di Sumatra vengano immessi sul mercato internazionale e non utilizzati localmente, il numero delle richieste di abbattimento è aumentato drammaticamente a causa dello tsunami.
Sebbene sia sempre stato raro, il rinoceronte di Sumatra è un ospite occasionale degli zoo da quasi un secolo e mezzo. Lo Zoo di Londra acquistò due di questi animali nel 1872. Uno di questi, una femmina chiamata Begum, era stata catturata nei pressi di Chittagong nel 1868 e sopravvisse in cattività fino al 1900, facendo registrare il record di maggior longevità in cattività per la sua specie.

Il rinoceronte di Sumatra -parte quinta-

 Grazie agli studi in cattività, conosciamo molto bene le abitudini riproduttive del rinoceronte di Sumatra. L’approccio sessuale inizia con un corteggiamento caratterizzato da incremento delle vocalizzazioni, sollevamento della coda, frequenti minzioni e aumento del contatto fisico: sia il maschio che la femmina si danno piccoli colpetti col muso sulla testa e sui genitali. Il rituale di corteggiamento del rinoceronte di Sumatra è molto simile a quello osservato nel rinoceronte nero. Spesso i giovani maschi di rinoceronte di Sumatra sono troppo aggressivi nei confronti delle femmine e nel corso del corteggiamento possono ferirle o perfino ucciderle. In natura una femmina può fuggire via dalle attenzioni di un maschio troppo aggressivo, ma nei piccoli recinti dei giardini zoologici questo non è possibile; l’impossibilità di scappare dai maschi aggressivi può aver contribuito in parte allo scarso successo dei programmi di riproduzione in cattività.
In base alle osservazioni è stato visto che il periodo di estro, durante il quale la femmina è ricettiva nei confronti del maschio, dura circa 24 ore e si ripete ogni 21-25 giorni. Gli esemplari dello Zoo di Cincinnati sono stati visti copulare per 30-50 minuti, proprio come i rinoceronti di altre specie; gli studiosi del Centro per la Conservazione del Rinoceronte di Sumatra, in Malaysia, hanno invece osservato copule più brevi.

Il rinoceronte di Sumatra -parte quarta-

 Il rinoceronte di Sumatra mantiene sgombri i sentieri che attraversano il suo territorio. Questi possono essere di due tipi: sentieri principali utilizzati da generazioni di esemplari per spostarsi tra le aree più importanti dell’areale, come i depositi di sale, o tra zone separate da terreni inospitali e sentieri più piccoli, spesso ricoperti dalla vegetazione, utilizzati per spostarsi all’interno delle aree di foraggiamento. Alcuni sentieri intersecano fiumi profondi anche 1,5 metri e larghi 50 metri. Spesso la corrente di questi fiumi è molto forte, ma il rinoceronte è un ottimo nuotatore. Nelle aree popolate dai rinoceronti, la relativa assenza di pozze di fango nelle vicinanze dei fiumi indica che spesso questi animali fanno il bagno nel fiume invece del classico bagno di fango.
Il rinoceronte di Sumatra si nutre soprattutto poco prima del crepuscolo e nelle ore del mattino. È un brucatore e la sua dieta è composta da giovani alberelli, foglie, frutti, ramoscelli e germogli. Ogni esemplare può consumare fino a 50 chilogrammi di cibo al giorno. I ricercatori hanno identificato più di 100 specie di vegetali consumate da questa specie, soprattutto grazie all’analisi delle deiezioni. La maggior parte della dieta è composta da giovani alberelli con un diametro del tronco di 1-6 centimetri.

Il rinoceronte di Sumatra -parte terza-

 Sul corpo, dietro le zampe anteriori e prima di quelle posteriori, sono presenti due pieghe di pelle spessa. Un’altra piega più piccola è situata intorno al collo. Anche la pelle stessa è molto spessa, 10 – 16 mm, e almeno in natura sembra che non sia presente alcuna sorta di grasso sottocutaneo. Il pelo può essere sia fitto (soprattutto negli esemplari giovanissimi) che rado, e solitamente è di color marrone-rossastro. In natura è molto difficile notarlo, poiché i rinoceronti sono spesso ricoperti di fango. In cattività, invece, diventa più folto e si fa più ispido, probabilmente perché non lo strofina camminando attraverso la fitta vegetazione. Due ciuffi di peli più lunghi si trovano attorno alle orecchie e alla fine della coda. Come tutti i rinoceronti, anche quello di Sumatra ha la vista molto scarsa. Tuttavia, è piuttosto veloce e agile; si arrampica facilmente sui terreni montuosi e valica con comodità pendici scoscese e argini fluviali .
Il rinoceronte di Sumatra vive nelle foreste pluviali secondarie, sia di pianura che di montagna, nelle paludi e nelle foreste della nebbia. Predilige le regioni collinari vicine all’acqua, soprattutto vallate circondate da ripidi pendii con un fitto sottobosco. Un tempo il suo areale si spingeva senza interruzioni verso nord, fino al Myanmar, all’India orientale e al Bangladesh.

Porto Tolle: arriva l’ok del ministero per la conversione della centrale a carbone

 Arriva l’ok del ministero dello Sviluppo Economico per la conversione a carbone della centrale termoelettrica di Enel a Porto Tolle. E’ quanto rende noto il ministero, la cui ”direzione generale per l’energia nucleare, le energie rinnovabili e l’efficienza energetica ha autorizzato la conversione a carbone della centrale termoelettrica Enel Spa di Porto Tolle, in provincia di Rovigo. Il provvedimento e’ stato emanato a seguito del positivo giudizio di compatibilita’ ambientale e dell’intesa con la Regione Veneto”.
Con il nuovo assetto, spiega il comunicato, la centrale potra’ operare con tre sezioni alimentate a carbone e, parzialmente, a biomasse (contro le attuali quattro alimentate a olio combustibile denso, da 660 MW elettrici ciascuna), per una potenza elettrica lorda nominale complessiva di 1.980 MW.

Uova alla diossina: dopo Olanda e Germania ora anche la Gran Bretagna

 Continua ad allargarsi in Germania lo scandalo delle uova alla diossina, mentre aumenta la paura tra i consumatori dopo l’allarme lanciato dalla stampa di una possibile contaminazione anche del latte venduto nel Paese. Finora, le autorita’ sanitarie tedesche hanno chiuso temporaneamente 4.709 allevamenti in attesa di accertamenti, tracce di diossina sono state rilevate in altre due regioni e la societa’ al centro dello scandalo – la Harles und Jentzch – non solo sapeva della contaminazione dal marzo 2010, ma probabilmente non e’ neanche registrata. Non sorprende, quindi, che il governo abbia parlato di ”comportamento criminale” da parte della Harles und Jentzch, che produce grassi animali destinati ai mangimi.

Nuove stelle nella galassia di Andromeda: i misteri della nebulosa del Granchio

 Le prime immagini delle stelle che si stanno formando adesso nella galassia di Andromeda, la più vicina alla Terra, sono state catturate dai satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) Herschel e Xmm-Newton. Riprese nei giorni attorno a Natale, sono le prime immagini che vedono Andromeda ai raggi X e nell’infrarosso, “colorando” di rosso, arancio e giallo i dischi di materia della sua spirale. Gli stessi che nell’osservazioni ottiche appaiono di un azzurro che diventa sempre più sfumato e debole procedendo dall’interno verso l’esterno. Nelle immagini all’infrarosso inviate a Terra dal satellite Herschel le centinaia di miliardi di stelle di Andromeda appaiono molto brillanti e, soprattutto, risultano essere molto più numerose di quanto si immaginasse. Nelle nubi di polveri fredde si trovano veri e propri incubatori di stelle in formazione, spie di un processo che potrebbe durare centinaia di milioni di anni. Tanto è il tempo necessario prima che una stella raggiunga un’intensità tale da renderla visibile ai tradizionali telescopi. Per la prima volta, inoltre, le immagini del telescopio Herschel mostrano che le polveri della galassia sono organizzate in almeno cinque anelli concentrici.

Il rinoceronte di Sumatra -parte seconda-

 Il rinoceronte di Sumatra viene suddiviso in tre sottospecie: il D. s. sumatrensis, noto come rinoceronte di Sumatra occidentale, di cui rimangono solo 170 – 230 esemplari, in gran parte distribuiti nei parchi nazionali di Bukit Barisan Selatan e Gunung Leuser a Sumatra. Altri 75 esemplari sopravvivono nella Malaysia peninsulare. I fattori che più minacciano questa sottospecie sono la distruzione dell’habitat e il bracconaggio. Tra i rinoceronti delle zone occidentali e orientali di Sumatra è presente una leggera differenza genetica. In passato gli esemplari della penisola malese venivano attribuiti ad un’altra sottospecie, D. s. niger, ma successivamente è stata verificata la loro stretta parentela con gli esemplari più occidentali di Sumatra; il D. s. harrissoni, noto come rinoceronte di Sumatra orientale o rinoceronte del Borneo, un tempo molto diffuso in tutta l’isola del Borneo; attualmente si ritiene che ne sopravvivano solo 50 esemplari. La popolazione più conosciuta risiede nel Sabah. Voci di avvistamenti non confermati, tuttavia, provengono anche dalle aree del Sarawak e del Kalimantan. Questa sottospecie prende il nome da Tom Harrisson, scienziato che negli anni ’60 lavorò intensamente a stretto contatto con zoologi e antropologi dell’isola.

Il rinoceronte di Sumatra -parte prima-

 Il rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis G. Fischer, 1814), uno dei cinque rinoceronti esistenti, è una specie della famiglia dei Rinocerotidi. È l’unica specie del genere Dicerorhinus. Con un’altezza al garrese di 120 – 145 centimetri, una lunghezza di 250 centimetri e un peso di 500 – 800 chilogrammi, è di gran lunga il rinoceronte più piccolo. Come le specie africane, è dotato di due corni; quello sul naso, di maggiori dimensioni, è lungo solitamente 15 – 25 centimetri, mentre l’altro è quasi sempre ridotto a un moncone. Gran parte del corpo è ricoperta da una peluria marrone-rossastra.
Il rinoceronte di Sumatra un tempo abitava le foreste pluviali, le paludi e le foreste della nebbia di India, Bhutan, Bangladesh, Myanmar, Laos, Thailandia, Malaysia, Indonesia e si incontrava anche nelle regioni sud-occidentali della Cina, specialmente nel Sichuan. Ora è gravemente minacciato e in natura ne rimangono solamente sei popolazioni di maggiore entità: quattro a Sumatra, una nel Borneo e un’altra nella Malaysia peninsulare. Il numero degli esemplari di rinoceronte di Sumatra è difficile da valutare, poiché è una creatura solitaria che si sposta molto attraverso il proprio areale, ma è stato stimato che ne rimangano meno di 275.

Il Baiji, il delfino dello Yangtze -parte seconda-

 Il lipote ha un corpo delle dimensioni di un essere umano, ha occhi piccoli e un rostro lungo e stretto. Il colore del manto del baiji sembra bianco o grigio se visto da una certa distanza, ma da vicino è grigio-bluastro scuro sul dorso e sfuma verso un bianco grigiastro sul ventre. La pinna dorsale del lipote è di forma triangolare e bassa, mentre le pinne pettorali sono larghe e piuttosto arrotondate.
Si pensa che i baiji si accoppino nella prima parte dell’anno dato che la stagione dove era avvistato il maggior numero di piccoli di lipote era da febbraio ad aprile. E’ stato determinato un tasso di natalità del 30%, la gestazione della femmina di lipote è di dieci, undici mesi e partoriscono un piccolo alla volta. L’intervallo fra una nascita e l’altra è di due anni.
I piccoli di lipote alla nascita misurano 80-90 cm circa e vengono accuditi dai genitori dagli otto ai venti mesi. I maschi raggiungono la maturità sessuale all’età di quattro anni e le femmine all’età di sei anni. I maschi maturi misurano circa 2,3 metri e le femmine 2,5 metri. Il più lungo esemplare di lipote misurava 2,7 metri. Il baiji pesa dai 135 ai 230 chili e vive in media 24 anni allo stato selvatico.

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