Ilva di Taranto: nuova puntata della telenovela

di Redazione 55 views0

Dove eravamo rimasti? Come vi avevo scritto qualche giorno fa si sarebbe scatenata una grossa bagarre tra la procura di Taranto e l’Ilva sull’arresto dell’impianto.

Avevo previsto una vittoria dell’industria siderurgica, ma per ora mi devo ricredere, visto che l’Ilva di Taranto è stata oggetto di un secondo decreto di sequestro degli impianti senza che essi possano essere utilizzati per la produzione.

L’azienda ha ovviamente subito presentato un ricorso che ha provocato una nuova contromossa del GIP Patrizia Todisco: ha privato il presidente dell’Ilva del ruolo di custode e curatore degli impianti – lo aveva stabilito qualche giorno fa il tribunale del riesame.

La motivazione di questo secondo atto è che Ferrante sarebbe in palese conflitto di intere.

Il nuovo/vecchio custode e amministratore delle aree e degli impianti sequestrati, dovrà affiancare i tre ingegneri nominati dal gip: Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento. Ovviamente i passi compiuti dal giudice stanno provocando reazioni rilevanti.

Basti pensare che il primo ministro intende inviare tre dei suoi ministri in loco – Passera, Severino e Clini – per indagare sul tema. E la ministra della Giustizia ha già fatto capire da che parte tira il vento. Ha chiesto di acquisire i provvedimenti del gip su questro tema.

Scontato pensare che la prossima sia a Taranto una settimana di fuoco. L’azienda ha già fatto capire che se si dovesse fermare la produzione un certo numero di suoi lavoratori potrebbe essere lasciato a casa. Si attende la risposta degli operai.

Per questo si attende la loro reazione. Domani mattina ci sarà un incontro tra esponenti dell’azienda e sindacati. Il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola incontrerà invece nel pomeriggio i sindacati e Confindustria.

Per una volta sono quasi d’accordo con Angelino Alfano

la politica industriale la fa il Governo, non la magistratura e, con tutto il rispetto, non può essere un atto giudiziario a dire la parola definitiva sull’industria dell’acciaio in Italia. La seconda, vogliamo o no attrarre investitori anche internazionali? Se l’obiettivo è quello di spaventarli ci stiamo riuscendo.

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