Rischio idrogeologico: bisogna aggiornare la mappa delle frane in Italia

di Redazione 43 views1

 Aggiornare le mappe dell’Italia delle frane per rappresentare la situazione attuale di rischio delle aree più vulnerabili, aumentata a causa di deforestazioni, mancata manutenzione delle reti idrografiche, costruzioni incontrollate, piogge di tipo tropicale prodotte dai mutamenti climatici. Lo propone il Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ed ex Ministro dell’ Ambiente, Edo Ronchi. Per Ronchi bisogna, come misura di prevenzione da attivare immediatamente con un provvedimento d’urgenza, provvedere alla riclassificazione precisa delle aree a rischio di frane molto elevato.

LA MAPPA DELLE FRANE IN ITALIA
Tale misura – secondo Ronchi – va finanziata e affidata per l’esecuzione alle Province, col supporto di tutti gli organi tecnici e di bacino esistenti . ”Dire che territori di intere Regioni sono a rischio al 100% o al 70%, come leggo su diversi giornali – afferma Ronchi – risponde ad una classificazione del rischio troppo estensiva e, allo stesso tempo, insufficiente: estensiva poiché si basa su un’indagine storica (basta che in un comune si sia verificata, anche molti anni fa, una frana perché l’intero territorio comunale sia classificato a rischio); insufficiente poiché non ci dice quali sono, non i comuni a rischio generico, ma le precise aree a rischio effettivo molto elevato, nelle nuove condizioni climatiche. Le mappe del rischio idrogeologico vanno quindi aggiornate”. Una volta elaborate le nuove mappe del rischio elevato, per Ronchi, é necessario verificare l’efficienza del sistema di previsione e monitoraggio meteorologico per attivare, in caso di piogge intense, un sistema di allerta rapida per tutelare la popolazione e, se necessario, attuare o rafforzare, dove già ci sono, le misure di prevenzione e di messa in sicurezza di tali aree. ”Colpisce – conclude Ronchi – che mentre si attuano interventi di protezione civile sempre più frequenti, non vi sia stato ancora un intervento organico teso a prevenire il rischio territorio e a mitigarne le conseguenze. Forse perché manca la consapevolezza che la crisi climatica con il suo portato di piogge tropicali sta alzando, in alcune zone del Paese, il rischio di frane rovinose”.

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