
Nel corso degli ultimi anni è emerso, in maniera sempre più allarmante, il problema delle pressioni delle risorse marine naturali, le quali hanno effetti devastanti sull’ambiente marino.
Dall’Economist World Ocean Summit di Bali, l’Unep – il Programma ambientale dell’Onu – ha lanciato #CleanSeas, l’iniziativa il cui obiettivo è eliminare entro il 2022 le principali fonti di inquinamento

Nel corso degli ultimi anni è emerso, in maniera sempre più allarmante, il problema delle pressioni delle risorse marine naturali, le quali hanno effetti devastanti sull’ambiente marino.
Si fa sempre più preoccupante la situazione in Nuova Zelanda, dove la Rena è rimasto incagliato, precisamente nella Bay of Plenty, una delle zone più belle del mondo, al momento
E’ lunga sei chilometri la striscia nera di petrolio che si trova al largo della Nuova Zelanda, dove la nave container Rena si è arenata. E’ accaduto nella baia dell’Abbondanza,
E’ stata vietata la vendita di cozze provenienti dal Mar Piccolo di Taranto, dopo il riscontro di alti livelli di diossina e Pcb-diossino. Le analisi, effettuate sui mitili prelevati a
Inquini? Paghi. Questo è il semplice ragionamento che ha portato il governo australiano a varare le nuove misure fiscali contro le emissioni inquinanti, nella riforma fiscale più importante della sua storia recente. Grazie a queste nuove norme i maggiori 500 produttori di Co2 del continente dovranno pagare una tassa di 23 dollari australiani per ogni tonnellata di Co2 prodotta a partire dal 2012. Il surplus di tasse raccolte andrà a finanziare nuovi progetti per la produzione di energie pulite e rinnovabili.
Segnaliamo un bellissimo servizio comparso sul National Geographic di questa settimana, dedicato al mondo visto da sott’acqua: l’autrice, una giornalista australiana che ha vissuto alcuni anni all’estero e poi è tornata in terra patria, si è trovata a fare alcune considerazioni sull’effetto dell’acqua sugli esseri umani: “La gente fa cose bellissime in acqua – dice -. Le persone diventano più calme e coraggiose, più fluide e giocose. La libertà che l’acqua ci consente ci permette di essere chi veramente siamo”.
L’articolo finisce con un appello ecologista per la salvaguardia dell’ambiente marino, grembo di noi tutti e in gradi di farci tornare a uno stato amniotico primordiale. Assolutamente da leggere.
Il flusso di persone che si sta riversando in Val di Susa per la protesta pacifica contro i cantieri della Tav è costante. Da stamattina migliaia di persone si stanno radunando nei tre punti di raccolta, dai quali poi partiranno i cortei: Giaglione, Chiomonte ed Exilles. La protesta – fanno sapere i No Tav – è pacifica e nazionale, a dimostrazione che il sentimento di protesta verso un’opera inutile e costosa non è solo l’iniziativa di uno sparuto drappello di facinorosi locali.
Dopo che la tendopoli di Chiomonte (dove è stato aperto il primo cantiere) è stata sgomberata a forza dalla polizia, ora l’idea è quella di stringere in un assedio pacifico, con tanto di famiglie con bambini e palloncini colorati, l’area di Chiomonte, che è ad oggi militarizzata. Ad Exilles prenderanno parte al corteo anche i sindaci di 23 comuni della valle, favorevoli alla manifestazione.
L’incubo nucleare non sembra avere fine in Giappone: la NISA, agenzia nipponica per la sicurezza nucleare, ha confermato ieri una fuoriuscita di 15 tonnellate di acqua radioattiva da un deposito di stoccaggio della centrale di Fukushima. L’acqua, che secondo le stime dell’agenzia avrebbe un “basso livello di radioattività”, si è già infiltrata nel sottosuolo, andando a contaminare il terreno e altre falde acquifere.
E infine il cantiere è stato aperto. Il bilancio degli scontri è da guerriglia: 28 agenti feriti, 4 manifestanti contusi, molti intossicati a causa dei fumogeni. Le forze dell’ordine si sono schierate all’alba per aprire i cordini dei protestanti, smantellando il presidio degli attivisti che si erano accampati nei boschi della Maddalena di Chiomonte per bloccare l’inizio dei lavori.
E, dopo gli scontri, i No Tav fanno sapere che hanno perso solo quella che considerano una prima battaglia, perché la guerra sarà ancora lunga. Roberto Cota, Presidente del Piemonte, non ha perso tempo a chiamarli “facinorosi”, ma loro non ci stanno: hanno reagito alle cariche di Polizia, Guardia di Finanza e Carabinieri lanciando pietre e rami d’albero, e sono stati fatti arretrare a suon di lacrimogeni.