Dagli studenti ai professori, dai condomini agli amministratori condominiali, dalle Pmi alle Istituzioni: tutti a scuola di sostenibilità. Così a Carugate ed Abbiategrasso si formano i primi ‘cittadini responsabili’. Da dicembre 2010 ad aprile 2011 i due comuni (le prime ‘Isole Cresco’ italiane) della provincia di Milano saranno interessati da una serie di programmi formativi dedicati alle più diverse categorie di persone, con il contributo scientifico del Politecnico di Milano, Ingegneria senza Frontiere – Milano e delle varie imprese aderenti al progetto Cresco – Crescita Compatibile.
Posidonia Oceanica -parte quarta-
Recentemente le praterie di posidonia sono minacciate anche dalla competizione con due alghe tropicali accidentalmente immesse in Mediterraneo, la Caulerpa taxifolia e la Caulerpa racemosa. Le due alghe presentano una crescita rapidissima e stanno via via soppiantando la posidonia.
Da circa una ventina di anni sta sempre più prendendo piede l’utilizzo di Posidonia oceanica come indicatore biologico. L’analisi della densità dei fasci costituisce uno dei metodi di studio delle praterie.
La pianta infatti presenta tutte le caratteristiche proprie di un buon indicatore biologico:
è una specie bentonica; presenta un lungo ciclo vitale; è diffusa ampiamente in tutto il Mediterraneo; ha una grande capacità di concentrazione nei suoi tessuti di sostanze inquinanti; è molto sensibile ai cambiamenti ambientali.
Attraverso lo studio delle praterie di posidonia è quindi possibile avere un quadro piuttosto attendibile della qualità ambientale delle acque marine costiere.
Posidonia Oceanica -parte terza-
La prateria di posidonia costituisce la “comunità climax” del Mediterraneo, cioè rappresenta il massimo livello di sviluppo e complessità che un ecosistema può raggiungere. Il posidonieto è, quindi, l’ecosistema più importante del mar Mediterraneo ed è stato indicato come “habitat prioritario” nell’allegato I della Direttiva Habitat (Dir. n. 92/43/CEE), una legge che raggruppa tutti i Siti di Importanza Comunitaria (SIC) che necessitano di essere protetti.
Nell’ecosistema costiero la posidonia riveste un ruolo fondamentale per diversi motivi: grazie al suo sviluppo fogliare libera nell’ambiente fino a 20 litri di ossigeno al giorno per ogni m2 di prateria; produce ed esporta biomassa sia negli ecosistemi limitrofi sia in profondità; offre riparo ed è area di riproduzione per molti pesci, cefalopodi, bivalvi, gasteropodi, echinodermi e tunicati; consolida il fondale sottocosta contribuendo a contrastare un eccessivo trasporto di sedimenti sottili dalle correnti costiere; agisce da barriera soffolta che smorza la forza delle correnti e delle onde prevenendo l’erosione costiera; lo smorzamento del moto ondoso operato dallo strato di foglie morte sulle spiagge le protegge dall’erosione, soprattutto nel periodo delle mareggiate invernali.
Posidonia oceanica -parte seconda-
Le posidonie sono in grado di assorbire i nutrienti anche per via fogliare. Spesso le piante vivono in un substrato soggetto all’anossia (mancanza di ossigeno). Per questo motivo le radici, oltre ad assicurare l’ancoraggio e l’assorbimento delle sostanze nutritive, fungono da riserva di ossigeno, prodotto per fotosintesi dalle foglie e trasportato dal parenchima aerifero.
Spesso le piante di posidonia vivono in un substrato soggetto all’anossia (mancanza di ossigeno). Per questo motivo le radici, oltre ad assicurare l’ancoraggio e l’assorbimento delle sostanze nutritive, fungono da riserva di ossigeno, prodotto per fotosintesi dalle foglie e trasportato dal parenchima aerifero.
Come tutte le Fanerogame marine, anche la Posidonia oceanica si è evoluta da Angiosperme che vivevano nella zona intertidale, al confine tra la terra e il mare, e che erano quindi in grado di sopportare brevi periodi di immersione in acqua. Quando l’impollinazione da anemofila è diventata idrofila, le piante hanno completamente abbandonato la terraferma.
Posidonia Oceanica -parte prima-
La Posidonia oceanica (L., Delile, 1813), è una pianta acquatica endemica del Mar Mediterraneo, appartenente alla famiglia delle Posidoniaceae, delle Angiosperme Monocotiledoni.
La Posidonia oceanica non è un’alga, è in tutto e per tutto un pianta ed ha caratteristiche in comune con le piante terrestri, ha radici, un fusto rizomatosoe foglie nastriformi che possono raggiungere la lunghezza di un metro unite in ciuffi di sei o sette. La Posidonia oceanica fiorisce in autunno e in primavera produce i frutti che galleggiano sull’acqua sono simili ad una drupa e vengono chiamati “olive di mare”.
La Posidonia oceanica forma delle praterie sottomarine che hanno una notevole importanza ecologica dato che formano la comunità vegetale più importante del mar Mediterraneo ed esercitano una notevole azione nella protezione della linea di costa dall’erosione. All’interno delle praterie di Posidonia oceanica vivono molti organismi animali e vegetali che nella prateria trovano nutrimento e protezione.
Le antenate della posidonia erano un tempo piante terrestri che si sono spostate a vivere nel mare intorno a 120 milioni di anni fa.
La presenza di praterie di Posidonia oceanica in salute è considerata un buon bioindicatore delle acque marine costiere.
Esperimenti sugli animali: il topo geneticamente modificato cinguetta anziché squittire
Cinguetta invece che squittire il topo Ogm creato in un laboratorio giapponese. Il roditore ‘canterino’ è stato creato per caso, ma – sostengono loro – ora potrà aiutare gli scienziati a scoprire come si evolve il linguaggio e spiegarne anche le basi genetiche. Ne sono convinti gli scienziati dell’università di Osaka che hanno ottenuto questo risultato all’interno dell”Evolved Mouse Project‘.
Un progetto realizzato dall’equipe guidata da Arikuni Uchimura che ha lavorato su alcune generazioni di topi geneticamente modificate, sottoposti a incroci multipli per capire cosa accadeva.
Premio impresa ambiente: al via il bando 2011
Sono aperte le iscrizioni al Premio Impresa Ambiente 2011, il riconoscimento rivolto alle aziende che fanno della politica verde una delle leve essenziali per essere competitive a livello nazionale ed europeo. Anche per quest’anno il premio, ‘porta d’accesso’ allo European Business Awards for the Environment promosso dalla Commissione Europea (DG Ambiente), si svolge in partnership con “Ecopolis”, la manifestazione internazionale dedicata ai temi dell’ambiente urbano e della sostenibilità promossa da Camera di Commercio di Roma e Fiera Roma con il patrocinio del Ministero dello Sviluppo Economico, del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e di Unioncamere, sotto l’alto patronato della Presidenza della Repubblica, che si terrà dal 23 al 25 marzo 2011 alla Fiera di Roma.
Shopper di plastica al bando: ecco come saranno i sacchetti amici dell’ambiente
Sacchetti di plastica, addio. Per legge dal 1° gennaio 2011 sarà vietato commercializzare i sacchetti di plastica usa e getta. Anche l’Italia si affiancherà così ad altre nazioni del mondo, abolendo questo tipo di sacchetti come richiesto anche dal direttore del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite (Unep) nell’anno dedicato alla biodiversità. Nel frattempo quasi tutte le catene della grande distribuzione, compresi gli hard discount, hanno anticipato la legge e ben 150 comuni hanno già vietato i vecchi sacchetti o hanno attivato iniziative di disincentivo al sacchetto di plastica a perdere.
Il bue muschiato
Il bue muschiato è un mammifero artico sopravvissuto agli sconvolgimenti climatici dell’Era Glaciale ed oggi deve affrontare un nuovo ostacolo, quello del riscaldamento globale. Nel 2006 Joel Berger di Conservation Trust ha ricevuto un fondo di ricerca della National Geographic Society per scoprire come il bue muschiato sta affrontando i cambiamenti del suo habitat, l’Artide.
In passato il bue muschiato è sopravvissuto a cambiamenti climatici, caccia, scarsità di cibo e sfruttamento da parte dell’uomo, ma la sua scomparsa dall’Asia e dell’Europa indica che, come per molte altre specie, vi sono molti fattori in grado di influenzare la sua capacità di sopravvivere e accrescere la loro popolazione nel corso del tempo.
Il bue muschiato (Ovibos moschatus, Zimmermann 1780) è un mammifero artico appartenente alla famiglia Bovidae, noto per il suo folto manto che arriva quasi a terra e il caratteristico odore del muschio. Appartiene alla sottofamiglia Caprinae e pertanto è più imparentato con la capra domestica (Capra hircus) che non con il bue (Bos taurus).
In entrambi i sessi sono presenti lunghe corna curve. L’altezza al garrese è di circa 1 m, la lunghezza di 2 m. Il bue muschiato ha un manto il cui colore varia tra il bruno, il grigio e il giallastro.
Stop Vivisezione
“Lo sperimentatore che per primo dimostrò che un topo premendo un tasto, riesce ad interrompere una scarica elettrica che lo strazia, ha portato la riprova di quanto l’umanità già sapeva da millenni: che il topo è un animale molto intelligente e l’uomo un animale molto crudele.
Gli sperimentatori che ripetono questo genere di esperimenti con infinite varianti, dimostrano la verità di un vecchio adagio: che la differenza tra l’intelligenza e la stupidità sta nel fatto che l’intelligenza ha i suoi limiti.” dice Hans Ruesch, morto il 27 agosto 2007, l’autore del libro sempre attuale “Imperatrice Nuda” che illustra l’inutilità della vivisezione ai fini della ricerca scientifica per trovare una soluzione alle malattie che affliggono l’essere umano.
Nonostante la sua inutilità scientifica la vivisezione è ancora praticata in tutto il mondo mascherata dal nome di sperimentazione animale. Un gruppo di cittadini europei indipendenti e volontari è deciso a presentare una petizione al Parlamento Europeo per abolire la vivisezione ed ha creato un sito informativo dove si può anche firmare la petizione.