Re Carlo 3: riuscirà a sopravvivere il suo pensiero ecologista?

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Per Re Carlo III, questa preoccupazione è iniziata durante l’infanzia, in particolare a Balmoral, dove la regina, sua madre, è morta questa settimana. Ha sviluppato una passione per la vita all’aria aperta e un interesse per l’agricoltura, e negli anni ’80 ha avviato la sua tenuta nel Gloucestershire, Highgrove, sulla strada dell’agricoltura biologica rigenerativa, che ha portato alla fondazione del marchio biologico Ducato. Ha anche istituito il Prince of Wales Corporate Leaders Group, che riunisce i leader aziendali per sottoscrivere impegni verdi. In vista della Cop26, ad esempio, ha invitato l’inviato speciale degli Stati Uniti per il clima John Kerry alla Clarence House di Londra, in netto contrasto con il governo, che non è riuscito a inviare un ministro quando Kerry ha tenuto un importante discorso a Kew. Ha stabilito la Terra Carta, o carta della terra, degli obiettivi ambientali. Il suo lavoro sulle foreste pluviali e sulla conservazione delle specie è stato ripreso anche da suo figlio, il principe William.

Questo lavoro ha messo nei guai Carlo. Jonathon Porritt, l’ex capo del Partito dei Verdi e degli Amici della Terra, che ha anche consigliato a Carlo di essere Principe di Galles, ricorda la metà degli anni ’80 quando il Regno Unito scaricava le acque reflue nel Mare del Nord. Carlo ha parlato pubblicamente del problema, chiedendo perché non fosse stato fermato. “Nicholas Ridley [allora segretario all’ambiente] era assolutamente livido”, ricorda Porritt. “Era furioso che il Principe di Galles avesse scelto di usare il suo profilo in Europa per sparare una bordata, anche se [Carlo III] non ha nominato Ridley o nessuno al governo“.

Molte persone potrebbero pensare che Carlo a volte abbia oltrepassato i limiti della monarchia costituzionale, riconoscono i suoi sostenitori. Oltre ai suoi discorsi pubblici, ci sono state lettere private di “ragno nero” ai ministri del governo che hanno sollevato preoccupazioni su questioni verdi e altre. Ma i suoi amici sostengono che le sue linee sono state tracciate con cura. Re Carlo continuerà a parlare dell’ambiente dal trono? “Assolutamente no“, dice Porritt. Si è sempre capito, dice, che la relativa libertà di cui godeva Carlo come principe di Galles sarebbe finita non appena avesse preso la corona. “Non c’è mai stata ombra di dubbio sul fatto che qualsiasi cosa facesse, in convocazione o qualcuno direbbe in campagna elettorale, era assolutamente chiaro che non appena ereditava il suo ruolo, quello era tutto. ” Tradizionalmente, il monarca si incontra con il primo ministro una volta alla settimana per una conversazione strettamente confidenziale. Sarà qui che Carlo III esprimerà le sue preoccupazioni sull’ambiente nel Regno Unito e in tutto il mondo e quali soluzioni potrebbero esserci alle crescenti crisi del clima e della biodiversità. Ricordiamo intanto quest’altro articolo con i consigli del fu Principe.

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