Scene di desolazione a Fukushima

di Redazione 63 views1

Dei lavoratori con la tuta antiradiazioni lavorano nel mezzo di una costruzione sventrata con un occhio sul misuratore di radioattività. La centrale accidentata di Fukushima consegna ai visitatori stranieri un immagine di desolazione.

Ieri è arrivato in loco il ministro francese dell’industria e dell’energia – si chiama Eric Besson. E’ il primo responsabile governativo a recarsi sul luogo dell’incidente. Non è un caso visto che la Francia è il paese occidentale che ha investito di più nel nucleare.

La missione si è fermata prima al J-Village, ai confini della zona vietata che circonda la centrale per un raggio di 20 chilometri. Una volta era un centro sportivo, ed ora è stato trasformato in centro di preparazione per chi va a lavorare nella centrale.

Ad ogni visitatore viene consegnata una tenuta di protezione speciale, guanti di caucciù e sovrascarpe, al fine di ridurre l’impatto delle radiazioni che continuano ad essere emesse dai reattori accidentati. Vengono anche forniti dei dispositivi per misurare la radioattività ambientale.

Il minibus riparte ed aatraversa diversi villaggi senza anima viva: quasi 100.000 persone hanno lasciato di corsa la loro casa a causa delle radiazioni. Un aumento dei furti in queste case fantasma ha spinto recentemente la polizia ad aumentare la sua presenza. La radioattività aumenta man mano che ci si avvicina alla centrale, e ad un certo punto gli ospiti devono infilarsi una maschera di protezione che li fa rassomigliare ai tremila impiegati che lavorano ogni giorno per mettere sotto controllo l’incidente.

Una vista degli edifici danneggiati che contenevano quattro dei sei reattori incidentati, lascia immaginare il caos che doveva esserci in questo luogo subito dopo lo tsunami. Segni delle esplosioni di idrogeno.

Chi lavora vicino al reattore tre riceve 1.500 microsieverts all’ora. In meno di un’ora si ricevono più radiazioni del limite annuale abituale. Eppure il ministro francese si dice rassicurato perché si attendeva una situazione più catastrofica.

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