Mangiar troppa carne nuoce all’ambiente

di Redazione 77 views1

Un recente rapporto dell’organizzazione americana Environment working group (EWG) mette in evidenza delle relazioni tra le emissioni di CO2, la produzione di carne e l’impronta umana sull’ambiente. Sottolinea anche le differenze d’impatto tra il consumo di proteine animali e vegetali.

L’EWG è giunto a queste conclusioni grazie anche al lavoro di CleanMetrics, un’impresa specializzata nell’analisi ambientale, con l’obiettivo di ottenere delle stime sui cicli di vita di 20 tipi di carne o pesce di consumo corrente, oltre a formaggi e proteine vegetali. Nello studio ci si è concentrati sulle quantità di gas a effetto serra emessi prima e dopo che il cibo abbia lasciato il luogo di produzione.

Questi risultati a monte e a valle del prodotto dimostrano che le emissioni di gas dipendono in particolare dalla quantità di pesticidi e dallo stato del suolo. Per ciò che riguarda l’allevamento del bestiame, diversi criteri entrano in gioco e principalmente il fatto che gli animali ruminanti producono durante le digestione, del metano, considerato come il terzo gas responsabile del cambiamento climatico.

Secondo i dati dello studio, è la carne di agnello quella ad avere il maggiore impatto. Il suo civlo di vita genera l’equivalente di 39,3 chilogrammi di CO2 per ogni chilo di agnello consumato. Se si considera il peso dell’industria alimentare, il pollo richiede una spesa in energia ed in acqua superiore alle altri carni. D’altra parte, l’industria di trasformazione della carne di porco rappresenta il 12% dell’impronta di carbone, nel totale delle emissioni di CO2 dei diversi prodotti alimentari studiati.

i vegetali emettono quanto a loro più CO2 dopo la loro produzione – malgrado la possibile utilizzazione di prodotti chimici – rispetto alle altri fasi. Il apparaît en outre qu’une partie considérable de cette pollution pourrait facilement être évitée dans la mesure où un cinquième des émissions provient des déchets dits “inutiles “, c’est-à-dire de la nourriture comestible et non des rebuts “inévitables” comme les os et la graisse de cuisson, résume Zegreenweb.

Secondo il rapporto, le emissioni di gas ad effetto serra delle lenticchie, delle noci, dei fagioli è trenta volte inferiore rispetto a quello dei bovini. Una conclusione prevedibile ma il cui scopo non è quello di farci smettere di consumare carne. Più che incoraggiarci a diventare vegetariani, questo rapporto rivela l’importanza di scegliere meglio il tipo e l’origine delle proteine che si consumano.

Negli Stati Uniti, dove il consumo di carne è molto elevato, le associazione ecologiche hanno valutato che se ogni abitante non mangiasse carne o formaggio un giorno la settimana, si riuscirebbero a sopprimere, in termini di emissioni, 7,6 milioni di macchine sulle strade.

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