Scomparsa delle api: il loro nemico è l’acaro varroa

di Redazione 81 views0

La copertina del rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) mostra la foto di un’ape da miele con un parassita, la ‘varroa‘, un piccolo acaro rossastro chiaramente visibile sul suo torace. E’ un parassita che si nutre dei fluidi vitale dell’insetto, in tutte le sue fasi, e diffonde da arnia ad arnia pericolosi virus e batteri che se non individuati e curati possono portare alla morte di tutta la colonia, il piu’ serio dei pericoli, secondo quanto affermato nel rapporto, per le api da miele nei paesi occidentali.

La scomparsa delle api
Dal 2006, quando gli allevatori statunitensi cominciarono a denunciare la sparizione delle loro api – un misterioso fenomeno che ha spazzato via piu’ di un terzo delle colonie al suo culmine, nel 2007-2008 – in pochi prestavano attenzione a questo microscopico parassita della grandezza di una capocchia di spillo. La varroa era presente gia’ da vent’anni negli Usa. Cosi’ si cercava un nuovo killer, scrive Alison Benjamin, coautore del libro ‘Un mondo senza api’. Vennero identificati diversi ‘sospetti’, molti dei quali ancora tenuti sotto stretto controllo, come infestazioni virulente di origine fungina, anticrittogamici che interferivano con la memoria delle api, in uso nei campi o per contrastare i parassiti degli alveari, o ancora la dieta povera di proteine degli insetti dovuta all’estendersi delle monocolture.

Il ruolo dei cambiamenti climatici
Una combinazione di alcuni o di tutti questi fattori – concludevano gli esperti – portava a una scarsa risposta immunitaria e quindi alla debolezza delle api. Cinque anni dopo che la moria delle api e’ stata sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo e che continua a essere un problema in varie regioni del pianeta, gli scienziati americani ed europei che hanno collaborato allo studio dell’Unep concordano che i virus e i batteri diffusi dalla varroa portano alla morte le api piu’ deboli, ma i cambiamenti climatici e l’inquinamento dell’aria si sono uniti alla sempre crescente lista degli ‘assalitori’ delle api.
Nel rapporto vengono additati come potenziali pericoli per le arnie anche i campi magnetici, come quelli legati alle linee ad alta tensione che ”farebbero cambiare comportamento alle api”. Comunque i problemi delle api non vengono isolati rispetto a quelli degli altri insetti, in specie degli altri impollinatori come bombi o api solitarie e si chiede ai coltivatori di piantare a margine delle loro colture fiori selvatici, nel tentativo di ricreare almeno in parte l’habitat naturale di questi fondamentali insetti.

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