5000 cani in Italia vittime dei combattimenti clandestini

Non è il genere di post che vorrei scrivere, ma accanto alle notizie buone purtroppo ce ne sono altre molto meno buone. Una di queste è quella dei combattimenti clandestini. Questa spettacolo da bestie – e mi riferisco agli spettatori – sembra che coinvolga almeno cinquemila cani per un giro di affari superiore ai trecento milioni di euro.

I dati vengono dalla LAV – o meglio dal suo Osservatorio Nazionale Zoomafia – e mostrano che questa barbarie è meno sviluppata rispetto agli anni Novanta: a quei tempi il giro d’affare così come gli animali coinvolti erano molti di più – si dice quindicimila per un fatturato dell’ordine di mille miliardi di lire.

La diminuzione del fenomeno è stato determinato dalle nuove e più dure pene – difficilmente applicabili – e dall’attenzione che vi hanno dedicato i media. Il calo non deve far diminuire l’attenzione sul fenomeno che tra l’altro coinvolge organizzazioni criminali come camorra, mafia e sacra corona unita.

Inenarrabili le sofferenze patite dagli animali coinvolti, spinti ad essere brutali e cattivi, con addestramenti ad hoc con al centro la violenza. Tutto viene spinto al limite, per esempio facendo correre gli animali fino al loro crollo per svilupparne forza e resistenza. Per questo i cani vengono legati alle auto e costretti a rincorrere il loro mezzo.

E’ solo una delle terribili prove che devono affrontare questi poveri animali. i cani vengono sottoposti a varie torture che hanno l’obiettivo di incattivarli. Un esempio tipico e sottoporli a percosse con fruste e bastoni o altri oggetti simili. Un altro è quello di appendere l’animale per le fauci ad un copertone.

L’ultimo stadio è quello di far martirizzare animali come gatti, maiali, altri cani o quello che capita da questi mostri da combattimento – ormai incattiviti e feroci. Per questo anche quando non sono più utilizzati per combattere i cani così addestrati restano degli animali pericolosi.

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