E’ allarme miele contaminato da mails ogm MON810

 Il miele in cui è riscontrabile la presenza di polline di mais MON 810 e gli integratori alimentari a base di polline contenenti la medesima varietà di mais sono alimenti prodotti a partire da Ogm” e di conseguenza devono essere soggetti ”ad un’autorizzazione all’immissione in commercio” ”indipendentemente dal fatto che tale materiale sia stato incluso intenzionalmente o meno”. E’ quanto afferma Coldiretti commentando le conclusioni dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia Bot su una pronuncia relativa alla presenza di dna geneticamente modificato nel miele richiesta dal Tribunale amministrativo della Baviera al quale si è rivolto un produttore tedesco di miele che ha rilevato nel proprio miele tracce di polline di mais Ogm (varietà MON810) coltivato in un campo posto in prossimità.

On-line il piano di controllo per la sicurezza alimentare

 E’ “finalmente online uno strumento dove tutti i cittadini, le Associazioni di consumatori e i produttori stessi potranno consultare e verificare il sistema dei controlli ufficiali in materia di sicurezza alimentare, attuati per tutelare la loro salute. Ciò significa un taglio definitivo alle duplicazioni di attività e quindi un taglio agli sprechi“. Lo sottolinea in una nota il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, commentando con soddisfazione la pubblicazione del nuovo Piano sul sito del ministero.

Etichette alimentari: cresce la voglia di sapere cosa si mangia

 La Cia sottolinea che le emergenze alimentari hanno accresciuto l’attenzione dei nostri connazionali sulla provenienza del prodotto. L’83 per cento sceglie il ”made in Italy” perché è più sicuro e perché c’è fiducia negli agricoltori e negli allevatori del nostro Paese. La nuova emergenza diossina rafforza la ”voglia” da parte degli italiani di un’etichetta chiara con l’indicazione d’origine in etichetta. Nove su dieci la ritengono quanto mai essenziale, poichè permette di conoscere subito la provenienza del prodotto alimentare. Mentre l’83 per cento dei nostri connazionali preferisce il prodotto ”made in Italy”, soprattutto se tipico, tradizionale e biologico, in quanto lo ritiene più sicuro, l’82 per cento dice ”no” agli Ogm.

Ogm: arriva Biosafety Scanner, un software in grado di calcolare il rischio da contaminazione

 Quali sono gli strumenti di controllo sugli Ogm? E’ possibile fare un identikit del rischio che prodotti importati da paesi terzi contengano organismi geneticamente modificati? Da oggi le autorità di vigilanza, le istituzioni, gli addetti del settore, ma anche semplicemente il pubblico interessato, possono contare su una nuova ‘mappa di biosicurezza’ sugli Ogm: si chiama ‘Biosafety scanner‘, ed è un software realizzato dalla Fondazione Diritti Genetici con il contributo del ministero dell’ambiente, in grado di calcolare, sulla base di specifici parametri, il livello di rischio di contaminazione da Ogm di una certa coltura proveniente da un determinato paese.

Ogm: un milione di firme per bandirli dall’Unione Europea

 Greenpeace e Avaaz hanno consegnato la prima ‘iniziativa dei cittadini’ nelle mani del commissario alla Salute dell’Unione europea, John Dalli. Gli attivisti hanno installato di fronte alla sede della Commissione un’enorme rappresentazione in 3D di un campo agricolo realizzata dall’artista di fama mondiale Kurt Wenner. L’iniziativa dei cittadini, si legge nella nota, è stata introdotta con il Trattato di Lisbona del dicembre 2009 e permette a un milione di europei, appartenenti a un significativo numero di Paesi, di chiedere all’Ue di modificare leggi comunitarie. Greenpeace e Avaaz hanno raccolto oltre un milione di firme per chiedere alla Commissione Ue di vietare gli Ogm fino a quando verrà istituito un nuovo organo tecnico scientifico, più indipendente e competente dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa), che sia in grado di valutarne adeguatamente gli impatti. Questa richiesta fa eco alla posizione dei ministri europei dell’Ambiente che nel 2008 hanno chiesto all’unanimità di riformare l’Efsa.

L’Efsa mette condizioni più rigide per la coltivazione degli Ogm: troppo alto il rischio ambientale

Giro di vite dell’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, sull’autorizzazione per la coltivazione degli Ogm. E’ stata infatti redatta una nuova edizione delle linee guida per la valutazione del rischio ambientale con modifiche in sette punti che riguardano l’impatto degli Ogm sull’ambiente anche a lungo termine.
Questi riguardano in particolare la persistenza e l’invasività della pianta Ogm – spiega il comunicato dell’autorità – considerando il possibile trasferimento dei geni da pianta a pianta; la probabilità e le conseguenze del trasferimento di geni dalla pianta ai microorganismi; la potenziale evoluzione della resistenza negli organismi bersaglio; i potenziali effetti sugli organismi non bersaglio; i processi bio-geochimici come i cambiamenti nella composizione del terreno, nonché il potenziale impatto delle tecniche di coltivazione, gestione e raccolta della piante Ogm“.

Ogm e politiche europee: secondo Galan serve una direttiva comunitaria

 Quello degli Ogm è un tema troppo importante per poter essere lasciato alla decisione dei singoli Paesi. L’Unione Europea deve continuare ad avere il ruolo che ha avuto fino ad oggi nelle decisioni che riguardano gli organismi geneticamente modificati“. Così il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, prima di partecipare ai lavori del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura Ue.
Si potrà obiettare che è difficile perché ci sono molte e diverse posizioni ma, d’altronde, era difficile anche creare l’Unione Europea, così com’era difficile rinunciare al marco, al franco, alla lira, alla peseta per l’euro“, prosegue.

Contaminazioni Ogm: in Svezia incidente con la patata Amadea di Basf

 Si sarebbe trattato di “errore umano”. E’ questa la ragione addotta dal gigante chimico tedesco Basf per la contaminazione avvenuta in alcuni campi in Svezia coltivati con la patata ogm Amflora prodotta appunto da Basf con un’altra varietà di tubero ogm, la Amadea, la cui coltivazione non è però ancora stata autorizzata dall’Ue ed è quindi illegale. E’ quanto ha affermato il portavoce Frederic Vincent del commissario Ue alla salute e protezione dei consumatori John Dalli, confermando le spiegazioni fornite da Basf.