Ambiente: in Italia una violazione ogni 43 minuti

 In Italia delitti contro l’ambiente “non stop”: una violazione ogni 43 minuti. Questo l’allarme lanciato dal Wwf in un rapporto realizzato in occasione dell’apertura dell’Anno Giudiziario. A svelare una eco-illegalità costante e diffusa dal nord al sud del paese è la rete Wwf dei 300 eco-avvocati,uno al giorno in Tribunale, oltre 1.000 ore l’anno al servizio della società civile, 250 udienze nel 2010 per difendere salute e ambiente.

I reati ambientali in Italia
L’attività degli eco-avvocati – afferma il Wwf nel rapporto – conferma una realtà drammatica: il numero delle violazioni in materia di tutela ambientale, salute e sicurezza dei lavoratori e dei cittadini è altissimo (uno ogni 43 minuti – dato del Ministero dell’Ambiente nel 2010) e, pur consapevoli che i processi seguiti direttamente dal Wwf siano solamente una goccia nell’oceano“.

Napoli, scandalo rifiuti: scattano le prime manette

 Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso alla Protezione Civile e il prefetto Corrado Catenacci, ex commissario ai rifiuti della Regione Campania sono stati arrestati nell’ambito di un’operazione per reati ambientali eseguita in varie zone d’Italia dai carabinieri del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) e dalla Guardia di Finanza di Napoli, coordinata dalla procura della Repubblica di Napoli. Ai due e’ stato concesso il beneficio degli arresti domiciliari. Nella stessa operazione sono state arrestate altre 12 persone. Le accuse sono di associazione per delinquere, truffa e reati ambientali. Ci sono anche l’ ex presidente della Regione Antonio Bassolino, l’ex assessore regionale Luigi Nocera e l’ex capo della segreteria politica di Bassolino, Gianfranco Nappi, tra le persone indagate. Sono complessivamente 38 le persone indagate.

Energia nucleare. Il problema senza la soluzione: il nuovo spot di Greenpeace

 Greenpeace lancia una nuova campagna di comunicazione per informare i cittadini sui pericoli e sulle implicazioni ambientali, sociali ed economiche che la scelta del governo di puntare sull’energia nucleare comporterebbe. Una campagna che, senza rinunciare a un tocco di ironia, ha il chiaro intento di far conoscere particolari noti agli addetti ai lavori ma sconosciuti ai più: ‘Energia Nucleare. Il problema senza la soluzione’ è il claim che ne riassume lo spirito. Lo rende noto l’associazione ambientalista in un comunicato.
Il nuovo spot che fa il verso, ribaltandoli, ai codici comunicativi delle grandi compagnie energetiche, caratterizzati da atmosfere sognanti, immagini epiche e toni di voce rassicuranti che, com’è ovvio, servono a celare le pesanti conseguenze spesso nascoste dietro le loro attività. Nello spot di Greenpeace, lo spettatore si trova davanti a un filmato che, con grande chiarezza, toni rassicuranti e ironia, mostra tutte le agghiaccianti verità sull’atomo: le scorie impossibili da smaltire, gli enormi costi, il falso mito dell’indipendenza energetica, i problemi di sicurezza.

Abbattuto pino secolare a Sorrento: la denuncia del Wwf

 Lo storico e secolare esemplare arboreo di Pinus pinea, di Villa La Terrazza di Sorrento non c’è più. 130 anni, 12 metri di altezza e 332 centimetri di circonferenza non sono bastati a salvare uno degli ultimi grandi esemplari di pino domestico presenti sul costone tufaceo della città. La denuncia è del Wwf che sottolinea la stridente coincidenza dell’evento con l’anno internazionale delle foreste proclamato dall’Onu. I motivi del disseccamento -riferisce il Wwf in una nota- non sono ancora chiari: certo è che i recenti interventi antropici sul terreno sottostante non hanno sicuramente giovato alla salute dell’albero, se si aggiungono poi le drastiche potature praticate 6 anni fa è evidente da cosa possa essere derivata la forte riduzione della capacità di fotosintesi della pianta.

Risorse: nel 2020 il break down alimentare

 Già nel 2020 il mondo potrebbe non riuscire a produrre abbastanza cibo per tutti, a causa dell’aumento della popolazione e degli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole. Lo afferma uno studio dell’Ong statunitense Universal Ecological Fund, che ha combinato le proiezioni sulle temperature dell’Ipcc con i dati disponibili sulle produzioni mondiali. Secondo i risultati dello studio, che parte dalla stima di un aumento di 2,4 gradi della temperatura media entro i prossimi dieci anni, alla popolazione che diventerà di 7,8 miliardi di persone verrà a mancare il 14% del grano, l’11% del riso e il 9% del mais, mentre le uniche produzioni che beneficeranno dei climi più caldi saranno quelle di soia.

Le università australiane bandiscono l’acqua nelle bottiglie di plastica

L’università di Canberra, nella capitale federale, è il primo campus in Australia a mettere al bando la vendita di acqua in bottiglia, creando un precedente che gli ambientalisti sperano faccia da modello per il resto del Paese. Nei caffé e nei negozi del campus l’acqua in bottiglia sarà sostituita da distributori automatici che riempiono contenitori, acquistabili separatamente, di acqua refrigerata liscia o gassata, a prezzi inferiori di quella in bottiglia. Il sistema è stato organizzato dal gruppo ambientalista Do Something! (Facciamo qualcosa!) dopo una campagna lanciata dagli studenti.

Buste biodegradabili: un numero verde per tutte le informazioni

 Le buste di plastiche sono ormai in via d’estinzione. Bandite dal mercato dal primo gennaio, i negozianti potranno smaltire le scorte di cui sono già in possesso. Le alternative proposte dal mercato sono ben note: dalla borsa in tessuto chic e personalizzata, al carrellino, al sacchetto in carta o, più innovativo, in bioplastica ricavata da mais e altre materie vegetali. Molte catene già da tempo si sono attrezzate con shopper ecologici che possono essere riutilizzati in casa per la raccolta del rifiuto organico.
Ma sono ancora tante le domande che ruotano intorno ai nuovi sacchetti. Per prima cosa come possiamo capire se un sacchetto è veramente ‘amico dell’ambiente’?

Gli uomini europei inquinano più delle donne

Sono i maschi, almeno in Europa, i veri nemici dell’ambiente. Le loro emissioni, afferma uno studio pubblicato dalla rivista Energy Policy, sono molto più alte di quelle delle donne, soprattutto a causa della smodata passione per le auto che sembra accomunare gli uomini di tutto il Vecchio Continente. I calcoli sono stati fatti da Riitta Raty e Annika Carlsson-Kanyama della Defence Research Agency svedese di Stoccolma sui dati di uomini e donne, in questo caso single, di Svezia, Norvegia, Germania e Grecia. I maschi sono risultati i più inquinanti in tutti i paesi, con una forbice che si amplia andando verso sud: se in Norvegia la differenza è solo del 6% e in Germania dell’8%, è in Grecia che questa diventa maggiore, sfiorando il 39%.

Laghi e fiumi emettono più metano del previsto

Fattori inquinanti inaspettati. Laghi e fiumi, secondo quanto riportato da uno studio dell’Università di Linkping in Svezia, emettono “molto più metano di quanto si pensasse” pari al 25 % di tutta l’anidride carbonica del pianeta. I ricercatori, analizzando la quantità di metano (Ch4) emessa da circa 474 bacini di acqua dolce, hanno rivelato dati finora impensati. Come ha riportato la rivista Science, il potente gas serra rilasciato dalla vegetazione in decomposizione e di altre sostanze organiche presenti nei corsi d’acqua, bacini idrici, laghi e torrenti è “stato molto superiore al previsto“: queste acque emettono almeno 103 teragrammi di Ch4 all’anno, corrispondenti a 0,65 petagrammi di anidride carbonica (il tetragrammo e il petagrammo sono unità di misura della densità).

Porto Torres, sversamento di migliaia di litri di olio cancerogeno in mare

 Sarebbero alcune decine di migliaia e non solo 10 mila i litri di olio combustibile finiti in mare due giorni fa a Porto Torres durante le operazioni di scarico nella centrale E.On di Fiume Santo. E’ quanto emerso dal tavolo tecnico convocato venerdì mattina d’urgenza dall’assessore provinciale all’Ambiente Paolo Denegri, a cui hanno preso parte i sindaci di Sassari, Porto Torres e Sorso, una delegazione di E.On e i vertici della Capitaneria di porto di Porto Torres. Il danno sembra dunque più grave di quanto era emerso nelle prime ore. Per accertare fino a dove si è allargata la zona interessata dall’inquinamento è stato utilizzato anche un aereo ultraleggero che ha sorvolato la costa.