La luce di Reggiani sull’età della plastica

di Redazione 416 views0

Maria Cristina Finucci, artista da sempre molto sensibile alle questioni ambientali. 5 milioni tappi di plastica colorata assemblati manualmente a formare lettere di 4 metri di altezza, H, E, L, P ovvero aiuto. La superficie si espande per circa 3.600 metri quadrati nell’area archeologica di Mozia: questo il nuovo progetto illuminato da Reggiani per dare un contributo a un tema da importante, legato alla sostenibilità ambientale.

Matteo Reggiani, Corporate Strategic Officer di Reggiani, ha presentato la nuova idea dicendosi soddisfatto:

I LED del nostro ultimo prodotto di punta, Cells, hanno trasformato l’installazione in quattro lettere fiammeggianti nel buio della notte che, complice il contesto del sito archeologico, appaiono come un messaggio di SOS lanciato al mondo. Siamo fieri di partecipare al progetto fornendo gli strumenti per mettere in luce una questione ambientale forse sottovalutata

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Ecco qualche info utile su questa iniziativa. Intanto c’è da sapere che le installazioni dedicate a questa attualissima emergenza sono state realizzate in varie città del mondo: a Parigi nel padiglione centrale dell’Unesco (2013) e alla Conferenza Mondiale sul Clima (2015); a Venezia in occasione della Biennale Arte (2013 e 2014); a Madrid (2014); a Roma presso il Maxxi (2014); a New York all’interno della sede dell’Onu (2014); a Milano (Esposizione Universale 2015).

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L’iniziativa, ideata dall’artista Maria Cristina Finucci, è promossa e realizzata dalla Fondazione Terzo Pilastro – Italia e Mediterraneo in collaborazione con la Fondazione Whitaker, nell’ambito del progetto Wasteland – The Garbage Patch State diretto da Paola Pardini.

Foto | Thinkstock

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