Gelati a km zero: la moda dell’estate 2011

Mangiare a chilometri zero è diventato un simbolo di qualità e di tradizione, oltre che di eco-sostenibilità. Ma quest’anno si va oltre, con il gelato a chilometri zero, la vera tendenza in fatto di gusti dell’estate 2011. Così ecco che a Lecco si ha il gelato alle pesche tabacchiere o al gelso rosso, gusti che sono reperibili solo in alcuni mesi l’anno e dunque legati al ciclo delle stagioni. Oppure, in Trentino, ecco che si vede il gelato alla Sacher-torte o la Torta foresta Nera…

Ma non è solo il gusto del gelato ad essere eco-sostenibile e tipico: anche le altre materie prime sono rigorosamente di provenienza locale e di qualità: dal latte che viene dagli alpeggi delle vallate limitrofe e da mucche che pascolano libere sino alla frutta che cresce nei frutteti locali.

Ristoranti child friendly, dove il menu è bio e a misura di bimbo

Se siete genitori di qualche piccola peste e avete rinunciato vostro malgrado al ristorante perché il bimbo è vivace e – oltretutto – non siete mai sicuri di che cosa c’è nel piatto che viene messo di fronte ai vostri figli, non disperate. Si stanno diffondendo sempre più, nel Belpaese, i ristoranti child friendly, dove i bambini non sono solo bene accetti, ma dove vengono proposti menu a prova di bambino, con ingredienti sani, cibi biologici e controllo sulla filiera a chilometri zero.

I RISTORANTI CHILD FRIENDLY

Che cos’hanno di particolare i ristoranti child friendly? Tanto per cominciare, le strutture sono a prova di bambino: aree baby parking dove possono giocare sorvegliati da qualcuno dello staff del locale, giardini aperti e pensati per evitare eventuali incidenti e relativi traumi, dai quali però non possono sfuggire all’attenzione degli adulti. Che li possono sorvegliare da lontano senza doversi per forza rovinare il pranzo o la cena.

William e Kate, un matrimonio con menu a chilometri zero

 La scelta di un menu “a chilometri zero” degli sposi William e Kate, che privilegia prodotti locali e di stagione, trova concordi il 53 per cento degli italiani che secondo un sondaggio Coldiretti/Swg preferiscono portare in tavola prodotti alimentari locali e artigianali rispetto a quelli globalizzati. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare la notizia divulgata dal magazine ecologico ‘Business green’ che ha per primo annunciato la notizia che sul tavolo delle nozze di William e Kate ci sarebbe stato cibo coltivato localmente in modo sostenibile con anche i fiori che saranno di stagione e la torta preparata con ingredienti biologici.

Menù di Pasqua: come risparmiare comprando a km 0

Pasqua più cara e, per giunta, nell’ultima settimana del mese, quando gli italiani in genere sono costretti a tirare la cinghia. L’aumento medio dei costi rispetto al 2010 è, secondo Federconsumatori, del 7-8%. Le uova di cioccolata, le vere protagoniste della Pasqua, registrano aumenti dal +4% al +12%. Volano in alto anche i prezzi delle colombe dal +5% al +7%, nonchè quello della carne (dal +4% al +13%). Anche quest’anno ad aumentare di più sono i prodotti che, proprio perché hanno prezzi più accessibili, sono quelli maggiormente consumati da gran parte delle famiglie: il pollo (+10%), il tacchino (+13%) e le uova fresche (+13%).
Ma, avverte l’associazione dei consumatori, “attenzione, è necessario non lasciarsi prendere dall’entusiasmo: carte colorate e confezioni accattivanti sono studiate appositamente per attirare l’attenzione, ma non sempre sono all’altezza del prezzo e del contenuto“.

Nutrire il pianeta: agricoltura sostenibile per sconfiggere la fame nel mondo

 Oggi si produce più cibo che mai, ma ancora oltre 900 milioni di esseri umani soffrono la fame. Allo stesso tempo, l’attuale produzione agricola comporta impatti sempre più gravi nei termini di perdita e trasformazione del suolo, impoverimento delle risorse idriche, aumento del riscaldamento globale per l’ampio utilizzo dei combustibili fossili. La soluzione è un’agricoltura meno intensiva, legata alle tradizioni locali e svincolata dai combustibili fossili, in grado di migliorare la lavorazione e lo stoccaggio dei cibi, tutelando l’ambiente e le comunità del posto. Lo dimostra lo State of the World 2011 ‘Nutrire il pianeta‘, il rapporto annuale realizzato dal Worldwatch Institute, presentato a Roma, presso la Luiss Guido Carli, dal Wwf Italia in collaborazione con il Barilla Center for Food and Nutrition. L’edizione italiana del volume è stata curata dal Wwf Italia per Edizioni Ambiente.

Farmer’s market e abusivismo sono due cose diverse

 Il fenomeno e lo sviluppo dei Farmer’s Market nel Lazio non può e non deve essere frenato“. Così Massimo Gargano, presidente regionale della Coldiretti del Lazio. “La parola abusivismo – aggiunge – non può e non deve essere accostata ai nostri Farmer’s Market e rischiare così di stordire i cittadini – consumatori che hanno dimostrato, con i fatti, di essere dalla nostra parte“.

Atteggiamenti denigratori
Dispiace – prosegue Gargano – registrare atteggiamenti poco costruttivi e denigratori che rispediamo ai mittenti insieme alla consapevolezza di essere nel giusto e alla promessa di continuare a lavorare contro le speculazioni e le sofisticazioni che sono davvero le uniche cose da bloccare“.

Il biologico arriva nelle mense degli ospedali siciliani

 Avviare il percorso per convertire al biologico le mense di tutti gli ospedali siciliani, o almeno quelle delle strutture private convenzionate. E’ l’obiettivo del protocollo di intesa firmato questa mattina a Palermo dall’Associazione italiana per l’agricoltura biologica (Aiab) e dall’Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) Sicilia, nato per promuovere l’uso di alimenti biologici certificati prodotti in Sicilia nelle mense delle strutture sanitarie isolane associate all’Aiop. A scrivere l’accordo nero su bianco, e a mettere la loro firma, sono stati Andrea Ferrante, presidente nazionale Aiab, Barbara Cittadini, presidente Aiop Sicilia, e Francesco Crimaldi, consigliere regionale dell’Associazione italiana ospedalità privata.

Diario Slow Food 2011: la Toscana punta su filiera corta e biodiversità alimentare

Tra Regione Toscana e Slow Food Toscana intercorre da anni un rapporto di collaborazione fondato sulla condivisione di valori, ideali ed obiettivi comuni per ripondere in maniera attiva alle grandi sfide dell’agricoltura e dell’alimentazione”. Così l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana, Gianni Salvadori, sintetizza la pluriennale esperienza di collaborazione fra la Regione stessa e Slow Food Toscana nell’introdurre la 4a edizione del Diario 2011 di Slow Food Toscana.
Un patrimonio unico – sottolinea l’assessore Salvadori- sul quale la Regione Toscana ha investito molto e sul quale continuerà a investire risorse e impegno politico”. L’assessore regionale rivolge a Slow Food l’augurio di continuare la collaborazione ”in maniera attiva anche nel prossimo futuro”. Il diario, che è stato presentato in Regione, alla presenza della presidente regionale di Slow Food, Raffaella Grana, è stato l’occasione per fare il punto su temi quali la biodiversità, la filiera corta, l’educazione all’alimentazione e del gusto, la rete di Terra madre.

Risorse: sfamare nove miliardi di abitanti in modo sostenibile

 Nutrire in modo sostenibile e riducendo le disparità tra i 9 miliardi di abitanti del pianeta nel 2050 è possibile ma per questo serve ”non generalizzare il modello alimentare dei paesi industrializzati”, ”fare la scelta di un’agricoltura produttiva ed ecologica” e ”riequilibrare gli scambi commerciali internazionali di prodotti agricoli e agroalimentari”. Altrimenti il rischio è quello di dover aumentare a dismisura la produzione di cibo per ‘sfamare’ i 3 miliardi di abitanti supplementari con il rischio di nuove crisi alimentare, di un esaurimento delle risorse naturali e di un incremento delle disparità. E’ quanto emerge dal rapporto ‘Agrimonde’ pubblicato nei giorni scorsi dall’Inra, l’Istituto nazionale di ricerca agronomica francese, e dal Cirad, il Centro di cooperazione internazionale in ricerca agronomica per lo sviluppo.

La filiera corta come rimedio al rischio di alimenti alla diossina

 Il rischio di acquistare alimenti contaminati da diossina in Italia è molto basso, dati i numerosi controlli a cui sono sottoposti tutti i cibi. Ma per limitare al massimo il pericolo, “è importante innanzitutto privilegiare cibi provenienti da una filiera corta, dei quali è più facile riconoscere l’origine. Il consiglio generale è poi quello di variare spesso tipo e fonti di prodotti alimentari”. Così il presidente del Consiglio nazionale dei chimici, Armando Zingales, interviene dopo l’allarme diossina proveniente dalla Germania, dove migliaia di allevamenti sono stati chiusi per contaminazione dei mangimi degli animali con questa sostanza.