Proteggere le tartarughe marine controllandone le rotte con i satelliti: oggi è possibile grazie allo studio perfezionato da alcuni ricercatori dell’Università di Pisa che hanno dato vita al Progetto Caresat, finanziato dalla Regione Toscana nell’ambito del programma Go Green Mare 2014. E la cavia è stata Go Go Luce, una tartaruga minuscola di soli 38 centimetri i cui movimenti sono stati a lungo studiati via satellite.
animali marini
Le meduse, voraci predatori oceanici
Meduse: difficile pensarle come voraci predatori dell’oceano anziché fastidiosi esserini gelatinosi che possono lasciare dolorosi ricordini sulla pelle… eppure un recente studio del Virginia Institute of Marine Science ha approfondito il ruolo della medusa nel suo ambiente naturale, tracciandone un ritratto a molti inedito, dovuto al suo ruolo nella catena alimentare oceanica. Lo studio, pubblicato sulla rivista Pnas, mostra come la medusa sia in grado – se in branchi particolarmente numerosi – di distruggere la catena alimentare in cui si inserisce.
Le balene tornano a New York City
Balene, delfini e foche sono tornati in prossimità dei porti di alcune grandi città degli Stati Uniti, specialmente al porto di New York City.
Il ritorno delle balene dei delfini e delle foche a New York City ha ispirato la creazione di itinerari turistici dedicati proprio all’osservazione di questi fantastici animali marini. Una delle imbarcazioni che organizzano questi tour di avvistamento di balene, foche e delfini è l’American Princess del Capitano Tom Palladino. “Si potevano avvistare dieci balene l’anno, ora se ne vedono almeno cento. E si avvistano i delfini tutti i giorni tra giugno e settembre.” dice il Capitano Palladino.
Una piccola foca liberata dopo la riabilitazione corre verso il mare
In rete è possibile vedere un breve video di una piccola foca che viene liberata dopo un periodo di riabilitazione passato in cattività. L’animale si affaccia dalla gabbia/trasportino, è indeciso e un po’ intimidito, mette la testina fuori dalla gabbia e si guarda intorno con quella che a noi umani appare come circospezione e attenzione.
Sempre ai nostri occhi, la foca sembra un po’ disorientata e smarrita, continua a guardarsi intorno ed esce dalla gabbia. Una volta fuori l’animale si muove lentamente sulla spiaggia, e una volta individuato il mare si dirige di gran lena verso di esso. L’animale corre verso il mare senza voltarsi indietro, decisa, felice, sicura.
Lo zifio
Lo zifio, Ziphius cavirostris, è il più largamente diffuso tra tutti gli zifidi. Questo animale marino è l’unico membro del genere Ziphius. Un altro nome comune utilizzato per indicare questa specie di cetaceo è balena dal becco d’oca, a causa della forma della testa, simile al becco di un’oca. Infatti, gli avvistamenti di questo animale marino furono interpretati, durante il Medioevo, come quelli di un mostro dal corpo di pesce e dalla testa di gufo. Questo animale marino venne descritto per la prima volta da Georges Cuvier nel 1823 a partire da un cranio ritrovato in Francia nel 1804.
Ricerca delfini “zifi” nel Tirreno Centrale
E’ stata presentata al Convegno dell’Associazione Europea sui Mammiferi Acquatici la ricerca dell’Accademia del Leviatano sugli Zifi nel Tirreno Centrale.
Lo zifio è un animale marino conosciuto anche come balena dal becco d’oca, a causa della forma della testa, simile al becco di un’oca. Infatti, gli avvistamenti di questo cetaceo furono interpretati, durante il Medioevo, come quelli di un mostro dal corpo di pesce e dalla testa di gufo. Questo animale marino venne descritto per la prima volta da Georges Cuvier nel 1823 a partire da un cranio ritrovato in Francia nel 1804.
Orca -3-
Alcune popolazioni di questi animali marini hanno sviluppato delle tecniche peculiari di caccia. Ad esempio le orche argentine si radunano in febbraio di fronte alle spiagge dove si riproducono i leoni marini per cacciare i cuccioli ancora inesperti. La tecnica è semplice: un individuo nuota di fronte alla spiaggia con la pinna dorsale ben visibile sopra la superficie del mare facendosi quindi notare, un altro individuo tenendosi sott’acqua, incrocia dalla direzione opposta. Se ci sono cuccioli distratti che riposano sulla battigia, l’orca che si è tenuta nascosta, con una impressionante rapidità, nuota verso la spiaggia cercando di catturare la preda. In quest’impresa l’animale marino si spiaggia, ma con decisi movimenti del corpo scivola indietro riguadagnando il mare e portando con sé l’eventuale preda.
Nei loro viaggi per mare le orche vengono spesso in contatto con altri grandi animali predatori del mare, fra cui lo Squalo Bianco.
Orca -2-
Una femmina di orca può riprodursi con maschi anche di diversi pod. Allora i maschi di questi animali marini, non potendo riconoscere i figli, si occupano di tutti quelli presenti nel loro gruppo.
Dopo circa 1 anno e mezzo di gestazione la femmina di orca partorisce un solo piccolo, di norma nelle acque basse, e lo porta subito vicino a uno dei suoi parenti.
Per ogni femmina di questi animali marini l’intervallo tra un parto e l’altro va dai 3 agli 8 anni, soprattutto a causa delle prolungate cure parentali. La maturità sessuale avviene nella femmina a 10 anni (quando è lunga dai 4,6 ai 4,8 metri); il maschio invece matura a 16 anni e 5,8 metri di lunghezza.
Orca -1-
L’orca (Orcinus orca) è un mammifero marino appartenente alla famiglia dei Delfinidi (Cetacei Odontoceti). Questi animali marini derivano il nome “orca” dagli antichi Romani, Orco era una divinità ctonia dei Romani.
Il peso di un maschio di orca può arrivare fino a 10 tonnellate, mentre il peso di una femmina può raggiungere circa le 7-8 tonnellate. La lunghezza è di 5-9 metri per il maschio e 4,6-8 metri per la femmina. L’orca è il mammifero marino più veloce a nuotare e può raggiungere la velocità di 55 km/h.
Questo animale marino è diffuso in tutti gli oceani e i mari del mondo e vive sia negli abissi sia nei bassifondi vicino alle coste arrivando a volte addirittura fino alle foci di alcuni fiumi.
Così le balene imparano i loro canti amorosi
I maschi delle balene megattere al largo della costa orientale dell’Australia imparano i canti di corteggiamento per ‘passaparola’, dopo averli uditi attraverso l’oceano da altre colonie della stessa specie. Lo hanno scoperto ricercatori dell’Università del Queensland, secondo i quali si tratta della prima dimostrazione di un rapido trasferimento di cultura a grande distanza fra creature non umane.
Per gli altamente competitivi maschi delle megattere, scrive l’autrice dello studio Ellen Garland sulla rivista Current Biology, questo significa la differenza fra successo e fallimento nella riproduzione.
Il canto delle balene
Il canto è un elemento cruciale nei rituali di accoppiamento e ogni anno tutti i maschi di una popolazione adottano lo stesso. Il complesso insieme di grida, gemiti e fischi del loro canto viene registrato dagli studiosi sin dagli anni 1960.