TES: l’energia dal calore che ci proietta nel futuro

di La Redazione 768 views0

Un impianto unico al mondo, nato grazie alla collaborazione tra Enel, Brenmiller Energy e la Regione Toscana

A cercare online, parole-chiave “TES Santa Barbara”, i risultati Google superano i 20 milioni. Una notizia che, dall’inaugurazione il 4 novembre a Cavriglia, sta davvero facendo il giro del web. Perché? Perché, oltre a essere il primo su scala industriale, TES si basa sulle rocce. Pietre. Trovabili ovunque e che non devono essere importate, per accumulare, conservare e fornire energia.

TES, sigla di Thermal Energy Storage, è un sistema innovativo e sostenibile di accumulo termico. Che può immagazzinare fino a circa 24 MWh di calore pulito a una temperatura di circa 550°C per 5 ore. Energia carbon-free, flessibile, di durata e a tariffa bassa. Con 5 grandi vantaggi:

  1. abbassare il consumo di metano;
  2. ridurre le emissioni nei settori più difficili da decarbonizzare;
  3. rendere sostenibili anche le aziende industriali energy intensive;
  4. affrancarsi dal litio;
  5. immagazzinare più energia per più tempo.

E c’è un’altra buona notizia: lanciata a livello industriale nell’impianto “di grande taglia” di Santa Barbara, TES può trovare applicazioni ovunque e per molteplici scopi.

Per esempio, in abbinamento con le centrali geotermiche – dove permetterebbe di accumulare calore in eccesso, utilizzandolo per surriscaldare ulteriormente il vapore geotermico da mandare in turbina quando diventa necessario produrre più energia.

Ma anche in sinergia con industrie che hanno bisogno di flussi elevati di energia termica, dove il calore accumulato dal TES può essere impiegato per generare vapore e, da lì, energia elettrica.

Dalle rocce, l’energia del futuro.

 

Come funziona

Il TES è costituito da celle riempite con rocce e collegate tra loro, a formare dei cosiddetti B-cube da 8 tonnellate l’uno. Nella Centrale di Santa Barbara ce ne sono 76, collocati in una struttura costruita a fianco dello stabilimento. 

Nella fase di carica, il vapore passa attraverso tubi per riscaldare rocce frammentate. Nella fase di scarica, il calore accumulato viene rilasciato per scaldare l’acqua in pressione e generare vapore per produrre elettricità. Poi il ciclo ricomincia, con la stessa acqua in ri-circolo.

 

La partnership 

L’idea è nata nel 2018 grazie alla collaborazione tra il Gruppo Enel e la start-up Brenmiller Energy, nell’ambito di un protocollo di collaborazione volto all’accelerazione di cooperazioni tra aziende israeliane e grandi industrie italiane. Il progetto è stato, infatti, finanziato in parte dalla Israel Innovation Authority con 1 milione di euro. Brenmiller ha sviluppato la tecnologia in Israele e ha fornito il sistema di accumulo: Enel ha integrato il sistema con l’impianto di Santa Barbara, nel Comune di Cavriglia (AR), e ha contribuito a validarne le prestazioni.

Con un balzo che sembra fantascienza. Fino al 1994, a Cavriglia si estraeva lignite, per dare energia all’industria siderurgica del Valdarno e alimentare la Centrale di Santa Barbara che, negli anni, è passata dall’olio combustibile al gas naturale. E, ora, parliamo di accumulo termico, rinnovabili e riqualificazione paesaggistica, all’interno di un progetto più ampio di riassetto del territorio – dal 2017, condiviso con Enel. Un percorso che ora può contare anche su 20 milioni di euro di fondi PNRR, grazie all’aggiudicazione da parte del Comune di Cavriglia del bando regionale di rigenerazione dei borghi abbandonati.

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