Dopo la Costa Concordia prende il via il “decreto rotte”

di Redazione 59 views2

Il naufragio della Costa Concordia ha lasciato tutti sbigottiti, soprattutto per il modo assurdo in cui è accaduto. Una tragedia che ha fatto molto discutere, la nave era fin troppo vicina alla costa, solamente a pochi metri e adesso la nave ripiegata in mare è il simbolo di un problema che si sarebbe potuto evitare, ma anche un allarme per l’ambiente.

Dopo l’incubo della Concordia, il Governo ha iniziato a cercare provvedimenti per evitare il ripetersi di un evento simile, soprattutto per garantire una maggiore sicurezza in mare, oltre che prevenire i danni ambientali. I ministri dell’Ambiente Corrado Clini e dello Sviluppo economico, Infrastrutture e Trasporti, Corrado Passera hanno firmato il cosiddetto “decreto rotte”: in base alla stazza delle navi, vengono fissati dei limiti al transito vicino alle aree protette nazionali o a siti particolarmente sensibili. Tra le aree a rischio, infatti, ci sarebbero anche la Laguna di Venezia e il Santuario dei Cetacei in Sardegna.

Il provvedimento è stato già annunciato nelle scorse settimane e fissa un limite di distanza di due miglia alle navi che superano le 500 tonnellate. In ogni caso, l’Autorità marittima può variare questo limite in base alle necessità, mantenendo sempre in primo piano l’importanza delle aree protette e dell’ambiente:

Particolare attenzione viene riservata al Santuario dei cetacei, zona di elevata fragilità ambientale: le navi infatti saranno tenute ad adottare sistemi di ritenuta del carico per garantirne la massima tenuta e stabilità, così da prevenire e impedire perdite accidentali.

Nella laguna di Venezia, invece, il transito viene vietato nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca, per le navi superiori a quarantamila tonnellate, ma bisogna prima di tutto trovare delle vie di transito alternative, per non creare disagi ai trasporti. Oltre a questo, verranno fissate le necessarie distanze di sicurezza.

Il disastro della Costa Concordia ha fatto riflettere molto anche sulla sicurezza in mare, a quanto pare sottovalutata ancor più di altri settori.

Photo Credits | Getty Images

Commenti (2)

  1. Sempre dopo “il morto” purtroppo !!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>