Sacchetti di plastica: maglia nera all’Italia, danno ecologico elevatissimo

di Redazione 167 views1

 Sacchetti di plastica ancora sul banco degli imputati per danni all’ambiente. Eppure ogni italiano consuma ogni anno 300 shoppers di plastica a testa e, nella classifica europea, l’Italia è agli ultimi posti per numero di sacchetti rilasciati nell’ambiente con grave danno ecologico. Basti pensare che basterebbe sostituire i sacchetti usa e getta con 10 sporte riutilizzabili per risparmiare 180mila tonnellate di petrolio e altrettante di emissioni di CO2. A diffondere i dati, oggi a Milano nel corso di un incontro, è stata la Legambiente che ha lanciato la campagna ‘Mettici la firma’ per dire ‘stop’ ai sacchetti di plastica.

I SACCHETTI DI PLASTICA NEI NEGOZI
Secondo il dossier diffuso dall’associazione ambientalista, i sacchetti di plastica utilizzati nei negozi e nei supermercati costituiscono, infatti, un grave problema d’inquinamento ambientale diffuso in tutto il mondo. Consumiamo in Italia circa 20 miliardi di buste all’anno, assicurando così al nostro paese la maglia nera europea. In Europa le buste consumate sono 100 miliardi e le stime parlano di una commercializzazione annua mondiale di 1000 miliardi di sacchetti. “Anche se solo una frazione di questi viene dispersa nell’ambiente, -avverte Legambiente- provoca la morte di milioni di pesci, balene, delfini, tartarughe e altri animali“.

I DANNI AMBIENTALI DELLA PLASTICA
L’Unep, inoltre, stima in un milione il numero di uccelli marini uccisi. Si sono trovati frammenti di plastica perfino nei nidi degli albatros in remote isole dell’Oceano Pacifico. Non ultimo, il problema della tossicità. “Nella stampa dei sacchetti, specialmente nei paesi in via di sviluppo, sono spesso utilizzati coloranti cancerogeni e metalli come additivi che -afferma l’associazione del cigno verde- vengono rilasciati nell’ambiente per poi riconcentrarsi negli organi interni delle specie, esseri umani compresi“.

LA SPORTA RIUTILIZZABILE
Tutte le analisi, anche della spesa famigliare, -sottolinea Legambiente- sono a vantaggio della sporta riutilizzabile. Molti negozi la offrono ormai a prezzi che vanno dai 50 centesimi all’euro e, dopo 10 o 20 utilizzi, ci fanno risparmiare“. Ma convertire milioni di consumatori e migliaia di negozi, ammette l’associazione ambientalista, “non sarà facile, non basterà un decreto del governo“. Che fare? “Occorre -spiega Legambiente- l’azione congiunta dei consumatori più consapevoli, delle istituzioni locali, a cominciare dai Comuni, che debbono raccogliere i rifiuti, dei negozi, in primis della grande distribuzione che deve dare l’esempio“.

SACCHETTI DI PLASTICA AL BANDO
Per fortuna -dice ancora Legambiente- il processo è iniziato: più di un centinaio di comuni, tra cui Torino, Amelia in Umbria e alcuni piccoli comuni campani, hanno diffuso ordinanze che mettono in mora i sacchetti di plastica e centinaia di supermercati già ne fanno a meno o promuovono azioni di sensibilizzazione per ridurne l’uso indiscriminato“.

IL COSTO DEL RICICLO
Il primo dei problemi legato ai sacchetti di plastica -prosegue- è l’enorme quantità prodotta e consumata mentre solo l’1% dei sacchetti di plastica viene riciclato a livello mondiale. Riciclarli costa, infatti, più che produrli“. “Sulla base dei sistemi e dei costi di recupero e riciclo statunitensi -aggiunge ancora- riciclare una tonnellata di sacchetti di plastica costa 4.000 dollari; una tonnellata di sacchetti da materia prima vergine costa sul mercato delle commodities, 32 dollari“.

LA PETIZIONE DI LEGAMBIENTE
Legambiente inoltre ha aperto una petizione per dire “Stop ai sacchetti di plastica” in nome del rispetto per l’ambiente dell’Italia e del pianeta. “I primi 1.500 cittadini che hanno firmato sul web non chiedono solo a governo e negozi di decretare la fine dell’inutile orgia di plastica ‘a perdere’, ma si impegnano individualmente a farne individualmente a meno” ha detto Andrea Poggio, vicedirettore di Legambiente. L’associazione, infine, lancia un appello al ministro Prestigiacomo perché non firmi la proroga all’utilizzo delle borse non biodegradabili negli esercizi commerciali.

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