Golfo del Messico: le soluzioni più strane per risucchiare il petrolio dall’acqua

Mentre le grandi manovre della British Petroleum per tamponare la perdita di petrolio nel Golfo del Messico non producono grandi risultati, negli Stati Uniti si è aperta la gara all’invenzione più ingegnosa per riuscire a ripulire la costa. Oltre a una stagione turistica inevitabilmente compromessa, infatti, ora cominciano ad alzarsi anche i prezzi del pesce, sempre più difficile da pescare in sicurezza nelle aree non interessate dallo sversamento, con danni ambientali ed economici incalcolabili. L’affare, però sembra essere tutto nel metodo che la BP deciderà di adottare per le operazioni di pulizia, così in centinaia si sono proposti con idee e prodotti da portare all’attenzione della BP. Ve ne presentiamo due tra le più strane.

Impatto ambientale: il Brasile è il Paese con maggiore influenza sul clima mondiale

E’ il Brasile il Paese con maggior influenza sul clima mondiale, seguito da Stati Uniti, Cina, Indonesia, Giappone e Messico. Lo afferma uno studio dell’università di Adelaide (Australia), reso noto dal quotidiano brasiliano O Globo. Secondo la ricerca ‘Evaluating the Relative Environmental Impact of Countries’ (Valutazione dell’impatto ambientale relativo dei Paesi), il Brasile si piazza al primo posto per il fattore disboscamento, al terzo nella ‘trasformazione di habitat naturali’, al quarto nel numero di specie a rischio estinzione, e al quarto anche nelle emissioni di CO2.

Golfo del Messico, calata la cupola contenitiva sulla falla, ma il petrolio continuerà a uscire fino ad agosto

Venerdì scorso i tecnici della British Petroleum hanno effettuato con successo il posizionamento della nuova cupola di contenimento sulla sommità del pozzo danneggiato. L’operazione, ripresa anche da telecamere sottomarine, consente di incamerare il greggio e i gas in uscita dal pozzo e convogliarli, tramite una conduttura, su una nave cisterna in superficie. Secondo quanto dichiarato dall’ammiraglio della Guardia Costiera Thad Allen, coordinatore degli sforzi governativi, il tutto sta avvenendo a una velocità di circa mille barili al giorno, un ritmo comunque basso rispetto a quello di fuoriuscita del greggio, pari secondo le ultime stime a circa 19mila barili al giorno.

Golfo del Messico, la Palin sullo sversamento: “è tutta colpa degli ambientalisti”

Il disastro ambientale nel Golfo del Messico è colpa degli “ambientalisti fondamentalisti” che si sono opposti alle trivellazioni sulla terraferma. A lanciare la provocazione è l’ex governatrice dell’Alaska Sarah Palin, che in uno sfogo pubblicato sulla bacheca della sua pagina di Facebook ha dichiarato che se gli attivisti per l’ambiente “non avessero vinto le loro battaglie per impedire le trivellazioni sulla terraferma, compagnie come la Bp non avrebbero dovuto mettersi a cercare il petrolio nella profondità degli oceani“.

Sversamento di petrolio nel Golfo del Messico, l’Europa invierà attrezzature per il recupero

Per arginare il disastro ambientale nel Golfo del Messico dopo lo sversamento di petrolio della piattaforma Deepwater Horizon di British Petroleum, l’Ue invierà attrezzature per il recupero del petrolio in mare, a seguito di una specifica richiesta di assistenza arrivata settimana scorsa dalla Guardia costiera statunitense. Ad inviare le apparecchiature, che possono essere attaccate direttamente a imbarcazioni impiegate per le operazioni di ripulitura del mare dal greggio, saranno Spagna, Olanda e l’Agenzia per la sicurezza marittima europea (Emsa). ”Abbiamo sviluppato un’eccellente cooperazione in caso di emergenza – ha detto il commissario europeo per la Cooperazione internazionale, Kristalina Georgieva – e questa reazione positiva dall’Europa alla richiesta di attrezzatura dal Golfo del Messico testimonia una solidarieta’ internazionale di fronte ai disastri ecologici”.

Agricoltura biologica, un valido aiuto contro i cambiamenti climatici

 L’agricoltura biologica offre un contributo decisivo per frenare i processi di surriscaldamento del pianeta e i conseguenti cambiamenti climatici. Per questo è necessario conoscere meglio e quindi stimolare l’utilizzo di questa e di tutte le altre pratiche agricole a basso impatto ambientale. E’ stato questo uno dei punti al centro del convegno sui cambiamenti climatici organizzato da Arsia e Legambiente nell’ambito di Terra futura svoltosi a Firenze. Dall’incontro è emersa una corale sottolineatura del valore delle pratiche agricole biologiche e eco-sostenibili per la mitigazione dei gas serra e quindi il contributo che possono offrire per il rispetto del Protocollo di Kyoto, dal quale in Italia sono stati sin qui escluse le attività agricole.

Kit Kat Killer: la campagna di Greenpeace contro Nestlé vince

Dopo una durissima campagna shock di Greenpeace contro la distruzione dell’habitat naturale degli oranghi, Nestlé ha annunciato che non userà più prodotti che provengono dalla distruzione delle ultime foreste del Sud Est Asiatico e minacciano gli oranghi. Due mesi fa con la campagna ‘Kit Kat Killer’ Greenpeace denunciava Nestlé per l’acquisto di olio di palma dal campione della deforestazione Sinar Mas.
Siamo felici della decisione di Nestlé di concedere finalmente un break agli oranghi e alle foreste. Dobbiamo questa vittoria alle decine di migliaia di persone che in Italia ci hanno aiutato, con messaggi e altre forme di attivismo sul web, a raggiungere questo importante obiettivo“.

Segnalazioni dei lettori: una petizione on-line contro il nucleare in Italia

 Abbiamo ricevuto da un lettore una segnalazione per una petizione contro il nucleare in Italia. Siamo felici di diffondere l’iniziativa, riportando qui di seguito il testo della petizione. Per sottoscriverla, potete visitare l’apposita pagina web a questo indirizzo: http://www.firmiamo.it/no-nucleare-in-italia-.

LA PETIZIONE
L’Italia ha una potenza elettrica installata di ormai quasi 100.000 megawatt, mentre il picco di consumi oggi non supera i 55.000 megawatt. Le recenti dichiarazioni di autosufficienza energetica dei Presidenti di alcune regioni italiane valgono anche per il resto del Paese. Non abbiamo dunque bisogno di nuova energia ma di energia rinnovabile in sostituzione di quella fossile.

Sversamento Golfo del Messico: cresce la rabbia degli USA, l’Iran offre aiuto

 Cresce in Louisiana la rabbia dell’America nei confronti della British Petroleum per i danni provocati dall’ incidente alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon. Il ministro dell’Interno Usa, Ken Salazar, ha detto di essere “molto arrabbiato e molto frustrato” con il gruppo petrolifero inglese perché “di scadenza mancata in scadenza mancata continua a non onorare le promesse fatte“. Oggi i tecnici BP hanno ribadito che entro martedì, “mercoledì al massimo“, procederanno con un nuovo tentativo di chiudere la falla della piattaforma. Intanto sulla vicenda è intervenuto anche l’Iran, offrendo aiuto. Il responsabile della società statale che opera nel campo delle trivellazioni, Mehran Alinejad, ha dichiarato all’agenzia Irna che – rispetto a quelle avvenute in Iran – l’emergenza in corso nel Golfo del Messico è “poca cosa” e che l’Iran ha avuto modo di affrontare fughe di petrolio ben peggiori. In particolare – ha detto – negli Anni Ottanta, per arginare il petrolio che sgorgava da pozzi bombardati nel corso della guerra con l’Iraq. “I tecnici iraniani vantano ottimi risultati nelle operazioni condotte per contenere fughe di petrolio ben maggiori rispetto a quella del Golfo del Messico“, ha detto.

Golfo del Messico: perdita di petrolio sottostimata, sarebbe 4-5 volte maggiore del previsto

 La perdita di petrolio originata dall’esplosione della piattaforma nel golfo del Messico potrebbe essere molto maggiore di quanto stimato dal Noaa (l’organismo federale americano che si occupa della tutela ambientale delle acque e delle coste marine), forse 4-5 volte di piu’. Lo affermano al New York Times alcuni esperti. La cifra fornita dal governo americano è stata ottenuta con un metodo chiamato ‘Bonn Convention’ basato sui colori dell’acqua, che sono usati per stimare lo spessore della macchia di petrolio: ”Ma questo protocollo è specificatamente non raccomandato per le macchie molto grandi – afferma al quotidiano Alun Lewis, un esperto britannico -, inoltre una sua applicazione corretta dovrebbe dare un intervallo di quantità”.

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