Uniti contro il nucleare: nasce l’ associazione per le energie rinnovabili

 Ambientalisti, politici e personalità della cultura scendono in campo per contrastare le politiche governative in tema di energia e rilanciare la battaglia contro il nucleare. Si e’ costituita cosi’ a Roma, l’associazione “Sì alle energie rinnovabili No al nucleare”, nata dall’ appello lanciato alcuni mesi fa dall’ omonimo comitato, con l’ obiettivo di incentivare l’ utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e di contrastare la scelta della reintroduzione in Italia dell’ energia nucleare.

L’ associazione, che annovera tra i membri fondatori nomi storici dell’ ambientalismo, personaggi del mondo della scienza e della cultura, politici e parlamentari, mira a sollecitare l’ adozione di scelte rigorose in materia di energia, volte alla costruzione di un nuovo modello economico, sociale, occupazionale, basato su innovazione tecnologica e rispetto dell’ ambiente soprattutto in considerazione della devastante crisi economica internazionale.

Energie rinnovabili: investire conviene, ritorno di 4 volte superiore

 L’ investimento in energie rinnovabili ha un ritorno superiore all’ onere (in calo da qui a 12 anni) che comporta che “Da 1 miliardo di euro se ne generano almeno 3-4.
Ne è convinto il direttore di Aper (Associazione produttori energia da fonti rinnovabili), Marco Pigni, che al ministro dell’ Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in concomitanza con il G8 Ambiente a Siracusa, chiede di sviluppare il settore delle rinnovabili in coerenza con il pacchetto clima dell’ Ue.

Raccolta dei rifiuti, le regioni virtuose risparmiano sull’energia

 Quaranta mila tonnellate tra frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie (Raee). E’ quanto ha raccolto l’ Ecodom, il Consorzio italiano di recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, su tutto il territorio nazionale da gennaio 2008 a febbraio 2009. Non solo: grazie al processo di trattamento e riciclo dei Raee, 848 mila tonnellate di anidride carbonica non sono state immesse nell’ atmosfera, e si è evitata la dispersione di una significativa quantità di gas che danneggiano lo strato di ozono.

Slow fish: dal 2010 vietati bianchetti, rossetti e cicciarelli

 Un anno esatto di tempo per salvare dai nuovi regolamenti europei la pesca di bianchetti, rossetti e cicciarelli di Noli, tre specie ittiche molto diffuse in Liguria, quest’ ultima presidio di Slow Food. Entro il 31 maggio 2010, infatti, la loro pesca sarà vietata.
Lo stabilisce il regolamento e i controlli sulla pesca tradizionale dell’ Unione Europea. Solo un piano di gestione locale, a condizione che la pesca in questione sia altamente selettiva e abbia effetti trascurabili sull’ ambiente marino assicurando la sicurezza biologica, potrà permettere il rilascio di permessi temporanei di pesca speciale.

Qualità dell’ aria: un sito per capire se respiriamo aria pulita

 Che aria tira, o meglio, che aria si respira. Da oggi è possibile rispondere a queste domande con un click, connettendosi al sito www.lamiaria.it che mette a disposizione le previsioni sulla qualità dell’ aria elaborate per ognuno dei 8.100 comuni italiani. Il servizio, del tutto gratuito, è stato messo a punto da Take Air, società specializzata nell’ attività di studio e ricerca nel settore dell’ inquinamento atmosferico.
La nostra ambizione – spiega Attilio Poli, presidente di Take Air – è di riuscire a soddisfare il diritto di tutti di conoscere cosa respiriamo, giorno per giorno“.

Rifiuti elettronici: blitz di Greenpeace al dicastero dell’ambiente

 Se la Prestigiacomo non va dai rifiuti, i rifiuti vanno alla Prestigiacomo. Visto che sulla questione della raccolta di rifiuti elettronici il ministro fa la bella addormentata, abbiamo deciso di portare davanti al suo ufficio un esempio dei tanti centri di raccolta irregolari che avvelenano l’Italia e il futuro dei nostri figli“.
Così Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace, spiega il blitz attuato davanti al dicastero dell’ Ambiente di venerdì scorso. Gli attivisti di Greenpeace hanno infatti creato davanti l’ ingresso del ministero un centro di raccolta di rifiuti elettronici che, affermano, “riproduce lo stato dell’ 80% dei siti italiani che, secondo l’ inchiesta di Greenpeace, non rispetta tutti i requisiti di legge“.