Guida al giardinaggio: la callisia

 Questa piccola pianta dal fogliame graziosamente colorato risulta piuttosto facile da coltivare.
I giovani fusti, prima eretti e poi ricadenti, tendono ad allungarsi e possono raggiungere 60-70 centimetri di lunghezza.
Le foglie sono ovali e appuntite, colorate a raggiera di verde e di bianco argentato sulla superficie superiore, mentre sono tinte di porpora nella faccia inferiore.

LA POSIZIONE
Posizionate questa pianta alla luce in modo che il fogliame conservi la sua bella colorazione; in inverno preferisce un ambiente fresco (12-15°C) ma può dimorare altrettanto bene in un ambiente normalmente riscaldato, purché in posizione luminosa.

LE CURE
Annaffiate con generosità in ptimavera e per tutta la durata dell’ estate, evitando però che l’ acqua ristagni nel sottovaso. Riducete le innaffiature in inverno soprattutto quando la temperatura è bassa o quando la luminosità appare piuttosto scarsa.
Durante il periodo della crescita, ogni due settimane circa, ricordate di aggiungere all’ acqua del fertilizzante di tipo ordinario.

Guida alla pulizia ecologica della casa: il risparmio con i detergenti naturali

 Prima della produzione industriale e del consumo di massa, gli uomini sono sopravvissuti per secoli in condizioni igieniche che ai nostri occhi oggi sembrano impossibili. In realtà, anche senza ricorrere a composti chimici dalla provenienza oscura, possiamo rispolverare alcuni semplici accorgimenti delle nostre nonne che ci permetteranno di mantenere una casa pulita e in ordine in tutta semplicità, dando però una mano all’ ambiente!

GLI SVANTAGGI AMBIENTALI DEI DETERGENTI INDUSTRIALI
Provate a fare un piccolo inventario dei prodotti per la pulizia che avete in casa e calcolatene il prezzo totale. La pubblicità spesso ci induce a bisogni non necessari e si finisce così per acquistare prodotti che non hanno una vera utilità per la pulizia della casa e ai nostri bisogni reali.
Le conseguenze? Ricadono sulle nostre tasche e sull’ ambiente con:
* Spese per la gestione della casa superiori al necessario;
* maggior prelievo dall’ ambiente di sostanze non rinnovabili (materie prime, energia per l’ assemblaggio dei prodotti finiti, carburanti per i trasporti, mantenimento delle strutture per la distribuzione);
* Maggiori costi per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti (imballaggi a perdere, anche se riciclabili, scarichi nelle acque) con conseguente maggior consumo di territorio per far spazio alle discariche, agli inceneritori, ai depuratori e alle strutture per il riciclaggio;
* Maggiori prelievi fiscali perché l’ aumento dei volumi di spazzatura da smaltire e di acque da depurare fa lievitare i costi a carico degli enti locali e delle società di gestione che sono costretti, a loro volta, ad aumentare le bollette.

Storia dell’ ecologia: l’ ipotesi Gaia di James Lovelock

 L’ ipotesi Gaia è una teoria formulata per la prima volta dallo scienziato inglese James Lovelock nel 1979 in “Gaia. A New Look at Life on Earth“.

GAIA, IL PIANETA VIVENTE
Nella sua prima formulazione l’ ipotesi Gaia, che altro non è che il nome del pianeta vivente (derivato da quello dell’ omonima divinità femminile greca, nota anche col nome di Gea), si basa sull’ assunto che gli oceani, i mari, l’ atmosfera, la crosta terrestre e tutte le altre componenti geofisiche del pianeta terra si mantengano in condizioni idonee alla presenza della vita proprio grazie al comportamento degli organismi viventi.

Ad esempio la temperatura, lo stato d’ossidazione, l’ acidità, la salinità e altri parametri chimicofisici fondamentali per la presenza della vita sulla terra presentano valori costanti. Questa omeostasi è l ‘effetto dei processi di feedback attivo svolto in maniera autonoma e inconsapevole dal biota. Inoltre tutte queste variabili non mantengono un equilibrio costante nel tempo ma evolvono in sincronia con il biota. Quindi i fenomeni evoluzionistici non riguardano solo gli organismi o l’ ambiente naturale, ma l’ intera Gaia.

Parchicard, la carta per il turismo sostenibile nei parchi

 Favorire la pratica di turismo sociale tra giovani, anziani, disabili e scuole contribuendo non solo alla crescita socio economica delle popolazioni locali ma soprattutto alla fruizione turistica sostenibile dei parchi. Nasce con questi obiettivi Parchicard, la prima carta dei servizi destinata a promuovere la fruizione dei 22 parchi italiani attraverso sconti ed agevolazioni che il possessore avrà su un ampio numero di esercizi e servizi presenti all’ interno delle aree protette.

PARCHICARD
Realizzato dal Centro Turistico Studentesco in collaborazione con l’ Associazione Carta Giovani e con il supporto di Federparchi e Federculture, Parchicard è un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali. Secondo una recente indagine del Cts, il 50% del campione intervistato ha sostenuto di aver visitato poche volte un parco nazionale e il 34% sostiene di non avere informazioni sufficienti su cosa visitare e sui servizi disponibili. E con Parchicard l’ obiettivo è anche dare maggiori informazioni a chi vuole andare nei parchi italiani.

Una silenziosa invasione: il trasporto marittino e le emissioni di CO2

 Il trasporto marittimo internazionale “contribuisce per il 2,7% sul totale delle emissioni globali di CO2“. Nei 12 anni ormai trascorsi da quando il protocollo di Kyoto è stato varato dall’ Onu, l’ Organizzazione Marittima Internazionale (Imo) “non è riuscita a realizzare nemmeno una misura per la riduzione delle emissioni di gas serra” che, dal 1997 ad oggi, sono “cresciute del 100%” e attualmente “ammontano a 870 milioni di tonnellate l’ anno“, pari al “2,7% del totale delle emissioni globali di CO2“.

IL SETTORE MARITTIMO E L’ INQUINAMENTO
A denunciarlo sono le associazioni ambientaliste Amici della Terra Italia, MareVivo e Wwf Italia che hanno tracciato un bilancio dell’ impatto delle attività climalteranti del settore del trasporto marittimo internazionale. Secondo gli ambientalisti, “questo settore è l’ unico grande settore ad essere rimasto escluso dalle normative di controllo delle emissioni di CO2 varate dall’ Unione Europea e dai principali paesi industrializzati. Anche l’a viazione nazionale e internazionale è stata di recente inclusa nello Schema Comunitario di commercio delle emissioni (Ets)“.

La permacultura

 Rientrano nella definizione di agricoltura naturale anche altre due esperienze: la permacultura e il natural farming. Vediamo più da vicino la permacultura…

LA PERMACuLTURA
Permacultura è la sintesi dell’ inglese “permanent culture”, cioè coltura permanente. Concepita dall’ australiano Bill Mollison, è un approccio di vita che riguarda non soltanto l’ agricoltura, ma ogni ambito della vita. la permacultura insegna a progettare insediamenti umani che imitino il più possibile gli ecosistemi naturali. Tre i fondamenti etici:
* prendersi cura della terra
* avere rispetto delle persone
* limitare il nostroconsumo alle nostre necessità per condividere in maniera equa e solidale

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