Se non lo aveste notato probabilmente siete ciechi. Abbiamo appena vissuto un inverno quasi inesistente, talmente caldo che sulle Alpi è stato registrato il livello più basso di neve e le previsioni per le prossime stagioni non sono rosee perché già ad oggi abbiamo scarse risorse idriche. Se nel 2022 abbiamo avuto la siccità peggiore degli ultimi 50 anni, nel 2023 si prospetta una minaccia ancora più grave per l’agricolutura, l’industria ma anche l’approviggionamento domestico. La speranza è che la primavera ci regali qualche pioggia in più, anche se pure queste ormai causano danni in molte zone d’Italia.
Il quadro dipinto dall’osservatorio ANBI per la situazione italiana ci mostra una percentuale tra il 6 ed il 15% della popolazione che vive in territori in cui la siccità ha raggiunto livelli estremi, per un Paese che si predispone ad una grave difficoltà idrica. In questi mesi si è tornato a parlare di dissalazione dell’acqua con il nuovo impianto inaugurato in Puglia, ma anche questi sono ancora pochi sul territorio. Come funziona la dissalazione?
- osmosi inversa: il principio dell’osmosi fa in modo che l’acqua venga ripulita dal sale tramite una serie di membrane semipermeabili preposte alla cattura degli elementi salmastri. Attualmente è la tecnologia che richiede meno risorse energetiche perché non richiede fonti di calore per funzionare
- elettrodialisi: attraverso membrane ionizzate situate negli impiaanti, si rimuove il sale dall’acqua
- nanofiltrazione: anche in questo caso vengono utlizzate membrane situate in falde acquifere a basso contenuto salino
- dissalazione termica: attraverso il calore gli impianti fanno evaporare e condensare l’acqua di mare per essere poi utilizzata
Ci sono però alcuni problemi che la dissalazione comporta per l’ambiente: la produzione della “salamoia” ovvero tutto lo scarto che ne deriva dal processo è da considerare al pari di un rifiuto pericoloso e per essere smaltito adeguatamente i costi sono abbastanza alti. Dalla salamoia però si possono ricavare anche risorse utili tra sali e metalli come magnesio, litio, bromo, vari cloruri come sodio, calcio, potassi. L’acqua salmastra può essere anche utilizzata per irrigare specie tolleranti al sale. Ma senza le infrastrutture adeguate questa melma finisce direttamente negli oceani o nelle falde, cosa che non dovrebbe accadere. Dunque la dissalazione non è un processo sicuro al 100% ma se gestito come si deve può essere utilizzato come l’ennesimo sistema di riciclo che l’uomo sta cercando di implementare per salvaguardare di più l’ambiente.