WWF, caccia in Italia sregolata e non rispettosa delle norme comunitarie

di Redazione 82 views0

 Riparte la stagione di caccia e anche quest’anno ci troviamo a dover registrare con il WWF, mancanza di regole e infrazioni alle norme comunitarie per la nuova stagione, che dovrebbe partire il 15 settembre ma che in 16 regioni partirà già domani.

L’Ispra fa le sue valutazioni ambientali e faunistiche, chi di dovere le ignora sistematicamente: la caccia sregolata, in Italia, è la regola. La nuova stagione da legge dovrebbe aprire il 15 settembre, per il 2013, ma praticamente ovunque aprirà il primo settembre, in anticipo. Ben sedici le regioni che partiranno subito con la caccia a 14 specie.

Il WWF scrive ai ministeri e all’Ispra sperando di ottenere in primo luogo il rispetto della direttiva comunitaria sugli uccelli e la fine di alcune pratiche di dubbissima bontà, come l’apertura anticipata della caccia in Abruzzo nonostante manchi il Piano Faunistico Venatorio, che si dà il caso sia obbligatorio.

Pochi giorni fa parlavamo della bocciatura da parte del Tar della preapertura della caccia in Campania con toni tutt’altro che entusiastici, dato che sono cose che violazioni continuano a ripetersi in barba ai giudizi della magistratura. Si prenda l’Abruzzo: negli ultimi 5 anni ha perso 5 ricorsi al Tar più uno alla Corte costituzionale e uno al Consiglio di stato. E quest’anno, come abbiamo visto, siamo punto e a capo.

Come scrive Dante Caserta, presidente del WWF Italia

Purtroppo la gestione venatoria in Italia continua ad essere in balia dell’estremismo venatorio e delle armi e di amministratori compiacenti a cui non importa della sopravvivenza delle loro stesse prede oltre che delle norme comunitarie che le tutelano.

Le regioni che si meritano la maglia nera, in particolare, sono Umbria (apertura a 9 specie contro il parere dell’Ispra) e Marche (apertura a 8 specie contro il parere dell’Ispra). Si tratta di regioni

riottose alle norme comunitarie e a provvedimenti della giustizia amministrativa, incuranti delle plurime condanne che hanno umiliato il nostro Paese davanti alla Corte di Giustizia Europea.

Photo credits | Russ su Flickr

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