Slow Food lancia un appello contro l‘utilizzo dei cementifici come inceneritori speciali per bruciare combustibili solidi secondari. L’appello di Slow Food è specificamente diretto contro lo “Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell’utilizzo di combustibili solidi secondari (Css), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell’autorizzazione integrata ambientale”
Slow Food di nuovo al centro dei riflettori per un appello contro l’utilizzo dei cementifici per l’incenerimento di combustibili solidi secondari, considerato un’autentica “iattura” dal responsabile Ambiente ddell’associazione, Silvio Greco. Come accennato si tratta di un appello che verrà presentato alla commissione Ambiente della Camera contro lo scema di decreto che il prossimo 11 febbraio potrebbe essere approvato. “Bisogna riciclare e differenziare rispondendo così alle indicazioni che arrivano dall’Unione Europea” ha dichiarato Greco, che ha definito il decreto come un regalo all’industria del cemento di cui l’ambiente farebbe volentieri a meno.
Slow Food presenta l’appello contro l’utilizzo dei cementifici come inceneritori di Css, ma non da sola. Sono numerosissime le associazioni che si affiancano a Slow Food nella richiesta, da “Comuni Virtuosi a Zero Waste Italy, da Sì al Riciclo alla Rete dei Comitati Pugliesi per i Beni Comuni passando per numerose altre piccoli o grandi associazioni. Il settore della produzione e consumo del cemento è in grave crisi, con una riduzione di quasi il 40% dei quantitativa negli ultimi 6 anni. Slow Food esprime tuttavia un giudizio di “totale negatività” per lo schema di decreto del Presidente della Repubblica.
Utilizzare i cementifici come inceneritori speciali per i combustibili solidi secondari potrebbe forse risultare, se non un regalo, un concreto aiuto per i cementifici stessi, ma non lo sarebbe affatto per l’ambiente e per la politica ambientale, secondo Slow Food e le altre associazioni interessate. L’11 febbraio è vicino: riusciranno le associazioni a ottenere un ripensamento sullo schema di decreto? A breve lo sapremo.
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