Terremoto dell’Aquila: perché sono stati condannati gli scienziati

di Redazione 64 views0

Secondo il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, la condanna – in primo grado – a sei anni, dei componenti della Commissione grandi rischi sarebbe l’equivalente di quanto fatto dalla Chiesa con Galileo. La posizione sinceramente è difficile da sostenere.

L’accusa di omicidio colposo plurimo che il giudice di primo grado ha affibbiato ai sette componenti della commissione Grandi Rischi della Protezione Civile – ovvero Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Bernardo De Bernardinis, Giulio Selvaggi, Claudio Eva e Gianmichele Calvi – non è una condanna alla scienza, ma – per le informazioni di cui disponiamo ora e in attesa delle motivazioni – è una condanna che colpisce le comunicazioni date dalla commissione.

Come ha dichiarato uno degli esperti – Enzo Boschi – la riunione incriminata, avvenuta poche ore prima della scossa mortale, sarebbe stata “pilotata” verso una sostanziale ammissione di impotenza nella previsione dei sismi.

Il problema a questo punto sarebbe quello di non fare degli esperti dei perfetti capri espiatori – in Italia succede spesso, ma capire chi avrebbe pilotato questa riunione. Come scrive il Fatto quotidiano

Di particolare importanza appare, al riguardo, la posizione di Bertolaso, il quale, secondo un’intercettazione telefonica, definì la riunione un’operazione mediatica finalizzata a tranquillizzare la popolazione. Parole gravi, specie perché provenienti dalla persona che dovrebbe impersonare al massimo livello l’impegno dello Stato a prevenire i disastri e le vittime.

I componenti della commissione Grandi rischi non credo possano essere condannati per omicidio colposo plurimo, perché non sapevano che di lì a poco sarebbe arrivata la scossa fatale. Possono però essere condannati perché hanno rinunciato a fare – come scrive l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia,

l’unica efficace opera di mitigazione del rischio sismico.

Ovvero

la prevenzione, all’informazione e all’educazione della popolazione in cui istituzioni scientifiche, protezione civile e amministrazioni locali devono svolgere, in modo coordinato, ognuna il proprio ruolo.

E’ ovvio che la Commissione non abbia svolto il suo ruolo. Resta da capire quale sanzione possa corrispondere a tale mancanza…

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