La donna che salva i cavalli

 In paese, a Montereale Valcellina, provincia di Pordenone, la chiamano “la pazza Signora dei Cavalli”. Lei confessa di essere orgogliosa del soprannome, e lascia dire.
Evelyne Zedan, 55 anni, è una donna con accento tedesco che accoglie questi nobili animali quando non hanno più un posto dove andare a finire tranne che il macello. Evelyne è qui dall’87, sa di essere considerata quanto meno stravagante, perché accoglie i cavalli scartati, destinati al macello, feriti, malati, “inutili”. Il suo motto è “diamo loro una seconda possibilità”. E qualche volta ce l’hanno davvero. Molti di questi nobili animali riescono a guarire. Vivono nell’isola felice del Zedan Ranch, un’Associazione Onlus dal 2007, dove arrivano per vie non convenzionali, passaparola, segnalazioni pietose.

Storie di cavalli che hanno sofferto
Il Rifugio dei Cavalli , un’avventura cominciata nel ’95, è pieno di storie di questi splendidi animali che hanno sofferto, che sono stati maltrattati, sfruttati ed abusati, o semplicemente scartati perché ormai troppo vecchi o non più produttivi. C’è Daffy, “esonerato” dopo 17 anni di onorato servizio. Niente pensione: era destinato ad essere abbattuto. E’ arrivato piuttosto malconcio e ci sono voluti cinque mesi per rimetterlo in piedi. C’è Cipollina, la pony, entrata nel gruppo il 23 gennaio 2010 in condizioni pietose. Morbo di Cushing e laminite alle zampe anteriori: non potrà mai più correre. “Soffriva molto” spiega Evelyn, “L’abbiamo curata, ho visto che gli occhi le tornavano a brillare. Adesso bruca l’erba accanto alla sua amica capretta e penso sia felice”.

Era destinata al macello
Rhum, 32 anni, aveva un’infiammazione ai polmoni ed era destinata al macello. Il proprietario gliel’ha portata un anno fa, lasciandole 50 euro e poi ciao. Billy è cresciuto in una stalla con le mucche, legato alla parete, per ingrassare, in attesa di essere trasformato in bistecche. Oggi è il capobranco e il prediletto dei bambini. Baby invece è stata “riscattata”: viveva in una baracca di tela e cartone. “Preferisco comprarli, quando la situazione è disperata”, taglia corto Evelyne. E racconta, come in un romanzo, le storie di Grande Berta e del “selvaggio” Coda Lunga, di Raica, fedele compagna di un bambino con handicap, scartata quando il bambino si è fatto ragazzo, e di tutti quelli che le telefonano, offrendole cavalli che non vogliono più perché non possono mantenerli o si sono stufati.

Marrone con la coda più chiara
Uno mi ha offerto il suo. ‘Che razza è’”, ho chiesto. E lui: “’E’ marrone’. Marrone e poi?. Marrone con la coda più chiara. Capite, ha avuto un cavallo per otto anni e non sapeva niente di lui. Certe volte si tratta meglio una moto, o una macchina. Ma questi animali non sono giocattoli, hanno diritto a invecchiare con dignità”. Evelyne non respinge nessuno, anche se le tocca fare i salti mortali per pagare radiografie e operazioni. Ci vogliono 200 euro al mese per ognuno dei 16 cavalli di proprietà della Onlus. Giove, malatissimo, ne è costati già 4 mila. Naturalmente ci sono le piccole donazioni, le adozioni a distanza e si può devolvere il 5 per mille all’Associazione per la Protezione del Cavallo.

Impariamo ad ascoltarli
Ci sono i volontari che accarezzano, spazzolano, riempiono gli abbeveratoi di questi nobili animali. Ci sono quelli che firmano la proposta di legge che trovate su sito del Zedan Ranch, perché i cavalli siano definiti ‘animali di affezione’, come i cani e i gatti. Ma il Rifugio significa soprattutto Evelyne che si alza alle quattro del mattino lava, pulisce e, quando ha tempo, va nella stalla, si siede sul fieno e aspetta. I cavalli le stanno attorno e le raccontano le loro storie, un linguaggio segreto, sommesso. “Non siamo noi che dobbiamo sussurrare a loro. Piuttosto, impariamo ad ascoltarli”.
Per maggiori informazioni visitate il sito web del Zedan Ranch.
Fonte: La Zampa.

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