Educazione allo sviluppo sostenibile: il cinema in prima linea

di Redazione 24 views0

 Diffondere e radicare una cultura della sostenibilità, che vede uno sviluppo umano rispettoso del prossimo e delle risorse del pianeta. E’ questa la grande sfida del futuro: soddisfare i propri bisogni del presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. In questo contesto, gioca un ruolo fondamentale l’informazione che deve saper educare le persone e porle nella condizione di poter conoscere e fare scelte ecocompatibili e socialmente responsabili. All’interno della campagna decennale (2005-2014) che le Nazioni Unite hanno dedicato all’educazione ‘allo sviluppo sostenibile’, è ovvio che si discute spesso del ruolo strategico che deve assumere la scuola. Ma anche il cinema può fare molto. Come in passato, anche oggi la pellicola può essere un’importante fonte di elaborazione e diffusione culturale della nostra società. Ne abbiamo discusso con un importante regista, come Gabriele Salvatores.

L’impegno di Salvatores
E’ uno dei temi del futuro e quindi varrebbe la pena di lavorarci sopra” ha commentato Salvatores che ha aggiunto: “Io stesso stavo lavorando su un progetto che riguardava gli ‘eco warriors’. Sono questi dunque i temi che affronteremo nel prossimo futuro”.
Il regista ha, inoltre, sottolineato di avere molta fiducia nell’arte. “Quando si vivono momenti difficili come quelli che stiamo vivendo con perdite di valori forti e dove la solidarietà sociale resta solo una parola ma non viene mai applicata, forse la salvezza sta proprio nell’espressione artistica che ti permette di sognare“.
L’occasione d’incontro è stata offerta dalla presentazione del progetto per Fiducia di Intesa Sanpaolo che ha commissionato tre film ‘corti’ ai giovani autori, Laura Bispuri, Marco Chiarini e Paolo Zucca. L’obiettivo? Dare fiducia, in un contesto economico ma anche sociale e ambientale difficile e ricordare che anche i piccoli gesti possono fare la differenza. E per dare il buon esempio la produzione dei tre cortometraggi è stata interamente a impatto zero.

Il regista può fare la sua parte
I registi hanno la possibilità di lanciare dei messaggi positivi” commenta all’ADNKRONOS, il giovane autore Paolo Zucca che aggiunge: “In un mio corto racconto la storia di un colibrì che cerca di spegnere un incendio con una goccia d’acqua. Quando viene irriso dal re della foresta, il colibrì risponde: ‘io faccio la mia parte’. Ecco credo che un regista possa fare la sua parte”. Ma, le tante piccole azioni devono essere strutturate da un programma di governo altrimenti, conclude Zucca, ”è difficile che l’incendio si possa spegnere”.

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