Lotta all’eco-mafia: 14 insigniti dal Premio Ambiente e Legalità

di Redazione 52 views0

Dal magistrato al libero cittadino. E poi giornalisti, consorzi e tanti rappresentanti delle forze dell’ordine. Sono i quattordici paladini dell’ambiente che si sono distinti per l’impegno nella lotta all’ecomafia premiati oggi da Legambiente e Libera nel corso della VII edizione del Premio Ambiente e Legalità. Nell’ambito di Festambiente, il festival internazionale di Legambiente in corso a Rispescia (Gr), si celebra oggi la giornata della Legalità di Libera alla presenza di Don Luigi Ciotti, presidente di Libera e di Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente. I quattordici premiati riceveranno il riconoscimento dalle due associazioni per aver combattuto, ognuno nel proprio ambito, con professionalità, coraggio e passione il crimine ambientale, una delle piaghe che deturpa il territorio italiano e mette a rischio la salute dei cittadini.

LE ECO-MAFIE IN ITALIA
Le ecomafie gestiscono nel nostro Paese un vero e proprio sistema eco-criminale, estremamente flessibile e diversificato, al quale dobbiamo contrapporne uno legale ed eco-sostenibile”, commenta Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente. ”Magistrati, giornalisti, cooperative e liberi cittadini: è questa l’Italia che fa squadra nella lotta contro un’organizzazione delinquenziale integrata, pervasiva e difficile da arginare e che oggi vogliamo premiare. Abbiamo di fronte -continua Fontana- un vero e proprio sistema criminale i cui profitti continuano a crescere nonostante la crisi economica: nel 2009, secondo i dati del rapporto annuale di Legambiente, il giro d’affari complessivo delle ecomafie ha raggiunto la cifra imponente di 20,5 miliardi di euro per 28.576 gli illeciti accertati pari a 78 reati al giorno, cioé piu’ di 3 l’ora”.

L’INTRODUZIONE DEI DELITTI AMBIENTALI
Per questa ragione, conclude Fontana, ”è necessario ribadire ancora una volta l’urgente necessità di introdurre, nel nostro Codice Penale, i delitti contro l’ambiente per punire tutti coloro che lucrano sulla nostra salute. Il termine ultimo è previsto per il prossimo dicembre, ci auguriamo che l’Italia non perda questo appuntamento importante al cospetto della Commissione Ue”.

IL PREMIO AMBIENTE E LEGALITA’
A ricevere il riconoscimento il giornalista Domenico Iannacone, autore dell’inchiesta ‘Il progetto, storia di un’Italia incosciente’, un’indagine sul rapporto tra edilizia e normative antisismiche andata in onda il 13 settembre 2009 nella trasmissione di Rai3, Presa Diretta. Nel servizio, attraverso una telecamera nascosta, viene svelata la totale assenza di controlli che consente di costruire case illegalmente, dal calcestruzzo alla concessione edilizia, in una della aree a più forte rischio sismico del nostro Paese, la Calabria. Sempre nell’ambito del giornalismo d’inchiesta è stato premiato Angelo Saso per ‘Quella nave insabbiata’ il reportage di Rainews 24 sulla vicenda della nave Eden 5, arenata dal ’88 sulla costa di Lesina nel Gargano. Un naufragio dai contorni misteriosi, che si inserisce a pieno titolo nel drammatico capitolo delle ‘navi a perdere’ su cui, nel nostro Paese, ancora non è stata fatta piena chiarezza.
Un premio anche al lavoro svolto da Claudia Salvestrini, direttrice del consorzio Polieco, la società nazionale per il riciclaggio di rifiuti dei beni a base di polietilene, per la coraggiosa e documentata attività di denuncia condotta nella qualità dei traffici illegali di rifiuti plastici, soprattutto di polietilene, contaminati da sostanze pericolose che dal nostro Paese vengono esportati in particolare verso la Cina. Tanti anche i premiati tra le forze dell’ordine. Tra questi al Capitano Florindo Rosa e al personale del Noe, Nucleo operativo ecologico dell’Arma dei carabinieri di Grosseto, per le indagini condotte nell’ambito dell’operazione denominata ‘Golden Rubbish’ che ha portato alla scoperta di una vera e propria organizzazione criminale impegnata nella gestione e nello smaltimento illegale di circa un milione di tonnellate di rifiuti, speciali e pericolosi.
Riconoscimento anche al Comandante Giuseppe Gulli e al personale del Nipaf, il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale del Corpo Forestale dello Stato di Reggio Calabria, per le indagini condotte nell’ambito dell’operazione ‘Leucopetra’ che hanno portato all’accertamento di traffici e smaltimenti illeciti di ingenti quantitativi di rifiuti, speciali e pericolosi, circa 100mila tonnellate, provenienti dalla centrale termoelettrica di Brindisi e interrati in una cava vicina alla spiaggia di San Lazzaro, nel comune di Motta San Giovanni (Reggio Calabria).
Sempre nell’ambito della lotta ai traffici illeciti di rifiuti il premio è andato a Maria Cristina Ribera, sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, per le numerose indagini condotte sui traffici illeciti di rifiuti in Campania, in particolare per l’inchiesta ‘Giudizio finale’ che ha portato all’arresto di affiliati ai clan camorristici direttamente impegnati nella gestione illegale dei rifiuti, nonché per i più recenti provvedimenti giudiziari che hanno fatto emergere gli interessi dei clan criminali nelle ricostruzioni in Abruzzo, e a Vittorio Rizzi e al personale della Squadra mobile di Roma per le attività d’indagine che a più riprese, nel corso degli ultimi tre anni, hanno consentito di individuare e sequestrare ingenti quantitativi di rifiuti, costituiti soprattutto da plastica contaminata, esportati illegalmente in Cina e di merci contraffatte importate nel nostro Paese.
L’elenco dei premiati prosegue con Mario Spagnuolo, procuratore capo di Vibo Valentia per il forte impulso impresso alle indagini giudiziarie sul fenomeno dell’abusivismo edilizio e più in generale per l’azione di contrasto messa in atto dagli uffici della Procura verso ogni forma di illegalità ambientale nel territorio della provincia di Vibo Valentia e al Comandante Angelo Pistorio, Capo ufficio del III reparto del Comando generale delle Capitanerie di Porto, per aver curato la redazione del ‘Dossier Spadare’, in cui sono stati raccolti ed elaborati, per la prima volta, i dati relativi all’attività svolta nel contrasto alla pesca illegale da parte delle Capitanerie di porto, in particolare per quanto riguarda i sequestri di reti derivanti, le cosiddette spadare.
Per l’intensa attività svolta per la tutela della fauna e la repressione dell’attività venatoria illecita e, più in generale, per l’azione di contrasto dei fenomeni d’illegalità ambientale nel territorio della provincia di Roma, si è contraddistinta la Polizia provinciale della Capitale, mentre al Comandante del Corpo dei Vigili Urbani di Agrigento, Cosimo Antonica va il premio per l’ottimo lavoro svolto a partire dal suo insediamento, all’inizio del 2010, grazie al quale il Comando dei Vigili Urbani di Agrigento si è affermato come un organismo di efficace intervento a tutela dell’ambiente e della legalità.
E per finire, premio al Nucleo di polizia tributaria di Roma e al Gruppo tutela patrimonio artistico della Guardia di Finanza, per l’Operazione Augusto Imperatore’, grazie alla quale sono stati recuperati ben 1.670 reperti d’interesse archeologico trafugati illegalmente in Italia, attraverso scavi abusivi, e destinati al mercato internazionale, e non poteva mancare un riconoscimento al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco per la professionalità, il coraggio e la sensibilità con cui tutto il personale dei Vigili del fuoco ha condotto delicate operazioni di intervento in Abruzzo, dopo il sisma del 6 aprile 2009 e dopo l’alluvione che ha colpito gli abitati di Scaletta Zanclea e Giampilieri nel messinese il 1 ottobre del 2009.

LA LOTTA CONTRO L’AMIANTO
Nella settima edizione del Premio Ambiente e Legalità uno speciale riconoscimento per lo straordinario impegno per l’ambiente, la salute dei cittadini e la legalità va alla memoria di Luisa Minazzi, la donna che si è contraddistinta per aver lottato contro l’amianto. Figura di straordinarie qualità, Luisa Minazzi è stata il simbolo del movimento contro la fibra killer a Casale Monferrato (Al).
Negli ultimi anni era diventata la voce pubblica dei malati e delle famiglie delle vittime di Casale, in particolare nel processo contro la multinazionale Eternit, nonché protagonista di importanti battaglie ambientaliste in qualità di una delle fondatrici del circolo di Legambiente a Casale Monferrato e assessore comunale all’ambiente. Luisa Minazzi ci ha lasciati lo scorso 6 luglio a soli 57 anni stroncata dal mesotelioma pleurico, una forma di cancro legata all’esposizione all’amianto, malattia che aveva combattuto in tutti i sensi.

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