Biocarburanti: l’Unione Europea fa marcia indietro

di Redazione 96 views1

 L’Unione europea sembra intenzionata a fare marcia indietro sulla produzione di biocarburanti, mentre un nuovo studio indica che una percentuale di biofuel superiore al 5,6% delle benzine da trazione può provocare danni all’ambiente. Nel 2008 i leader della Ue si erano accordati sull’obiettivo di utilizzare le fonti rinnovabili per la produzione del 10% delle benzine da trazione entro il 2020, utilizzando dunque in gran parte biocarburanti, dato che i motori elettrici sono ancora alle prime fasi. Ma gli ambientalisti avevano criticato la decisione, affermando che avrebbe provocato l’aumento dei prezzi delle derrate alimentari e della deforestazione, a causa dello sfruttamento più intenso del terreni per le coltivazioni destinate ai biofuel.

LA SIMULAZIONE SUI BIOCARBURANTI
La Ue ha reso noto ieri la simulazione finora più completa di utilizzo dei biofuel, basata sull’ipotesi che nel 2020 rappresentino il 5,6% delle benzine usate e che la auto elettriche arrivino al 4,4% (un dato esagerato, superiore da 2 a 6 volte le previsioni delle stesse industrie automobilistiche, e che presuppone che una auto su cinque vendute sia elettrica). Gli esperti hanno anche esagerato a circa il 45% il futuro contributo del bioetanolo – il più verde di tutti i biocarburanti, che oggi ne rappresenta il 19% – sottovalutando di conseguenza il peggiore impatto del biodiesel.

VERSO UN CAMBIAMENTO DI ROTTA
Ma non è chiaro se la Commissione abbia intenzionalmente fornito dati irrealistici o se si stia preparando a un cambiamento di rotta. “Il dato del 5,6% non è basato su un’onesta riflessione sulla realtà, o altrimenti la Commissione si sta preparando a fare marcia indietro sull’obiettivo“, ha detto un funzionario Ue.

CAMBIO INDIRETTO DELL’USO DEI TERRENI
Al centro del dibattito c’è una questione definita “cambio indiretto dell’uso dei terreni”, che ha fatto finire i produttori di olio di palma di Malesia e Indonesia nel mirino degli ambientalisti. I critici affermano che i biocarburanti sono in concorrenza diretta, per l’utilizzo della terra, con le coltivazioni a scopo alimentare, costringendo gli agricoltori di tutto il mondo a coltivare nuovi terreni, riducendo le superfici di foresta tropicale o i depositi di torba. Bruciare le foreste e bonificare le zone umide può produrre la dispersione nell’atmosfera di gas a effetto serra, cancellando così l’eventuale teorico beneficio derivante dall’uso dei biofuel. Ma lo studio indica che gli effetti non sarebbero significativi fino a una certa soglia nell’uso dei biofuel nell’Unione.
Gli effetti indiretti dell’uso della terra in realtà oscurano una parte dei benefici sulle emissioni, ma non rappresentano una minaccia al volume attualmente stimato del 5,6% delle benzine da trazione“, dice un comunicato della Ue.

I RISCHI DEI BIOCARBURANTI
Il rapporto comunitario dice se la quantità di biofuel superasse il 5,6%, “c’è un reale rischio che il cambiamento indiretto di utilizzo dei terreni posa minare la fattibilità ambientale dei biofuel“.
La Ue sta giocando d’azzardo col futuro delle foreste tropicali e con i gas a effetto serra che danneggiano il clima“, commenta Adrian Bebb della sezione europea di Amici della Terra. “Ciò richiede un urgente revisione della politica Ue sui biofuel“.
Gli olii vegetali possono essere utilizzati nei biocarburanti, e ciò ha creato preoccupazione sull’aumento dei prezzi degli alimentari. Ma lo studio indica che l’impatto sarebbe di poco conto fino alla soglia del 5,6%.
L’effetto della politica Ue sui biocarburanti sui prezzi resterà molto limitato, con un cambiamento massimo dei prezzi sul paniere alimentare dello 0,5% in più in Brasile e dello 0,14% in più in Europa“, dice lo studio.

Tali conclusioni contraddicono altri studi della Commissione, secondo cui gli obiettivi Ue sui biofuel potrebbero far aumentare i prezzi di cereali e olii vegetali rispettivamente del 10% e del 35%, provocando scarsità di cibo nei paesi in via di sviluppo.

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