Michelle Obama e la guerra contro le multinazionali dei junk food

di Redazione 79 views0

 Michelle Obama alza i toni della sua crociata salutista. La first lady ha infatti esortato i giganti americani dell’industria agroalimentare a smettere di produrre “junk food“, il famigerato cibo spazzatura, e di aumentare la produzione di cibo sano per i bambini. Cibo sano e nutriente venduto a prezzi accessibili a tutti.
Non dobbiamo solo fare cambiamenti marginali, ma completamente ripensare i prodotti che offrite il tipo di informazioni che fornite su questi prodotti e come il commercializzate i vostri prodotti per i bambini“, ha detto la first lady intervenendo ad una conferenza della Grocery Manufacturers Association, riporta oggi il “Washington Post”.

CAMBIAMENTI SOSTANZIALI
Servono cambiamenti sostanziali, è stato il ragionamento di Michelle, senza trucchetti, come quello di sostituire il sale in eccesso con un grasso: “non si tratta di trovare modi creativi di commercializzare prodotti come sani – ha affermato la passionaria dell’alimentazione sana – si tratta di produrre cibo sano, che possa creare una cultura dell’alimentazione sana di un’intera generazione“.
Insomma, dopo l’orto biologico alla Casa Bianca, la campagna federale Let’s Move per educare bambini e genitori a mangiare meglio e fare piu’ moto, ora Michelle dirige le sue energie direttamente alla fonte, le industrie che producono merendine, bibite gasate ed altro cibo ipercalorico e saturo di grassi.

JUNK FOOD
E, in modo neanche tanto velato, la first lady ha ricordato ai giganti dell’agroalimentare le loro responsabilità: “se c’è qualcuno che sa come vendere qualcosa ai nostri figli questi siete voi, sapete come catturare la loro attenzione, come fare impazzire i genitori al supermercato – ha detto Michelle che nonostante la ramanzina è stata salutata con una standing ovation dagli executive del settore che hanno partecipato alla conferenza – ecco ora vi chiedo di usare questa capacità per il bene dei nostri figli“.
Negli ultimi anni alcune corporation hanno cominciato a limitare l’offerta di junk food diretta ai più giovani: nel 2006 le principali marche si sono impegnate ad usare almeno metà delle pubblicità dirette ai minori di 12 anni alla promozione di una dieta sana e di uno stile di vita attivo.

IL CIBO PER BAMBINI E’ IL MENO SANO
Ma è ancora troppo poco, ha detto Michelle citando statistiche secondo le quali il 70% del cibo per bambini è tra i meno sani. Numeri che sono direttamente collegati con le percentuali costantemente in crescità dell’obesità infantile negli Stati Uniti.
Possiamo costruire bellissimi supermercati nuovi in ogni isolato, ma abbiamo bisogno che in questi supermercati si offrano prodotti effettivamente sani ed a prezzi che tutti possono permettersi” ha concluso Michelle, facendo riferimento al fatto che le classi più povere non possono permettersi prodotti di qualità, magari biologici, venduti a prezzi troppo alti.

CAMBIARE LA CULTURA DELL’ALIMENTAZIONE
Per cambiare veramente la cultura dell’alimentazione, per bambini e no, in America bisogna cominciare con cambiare la produzione alimentare, è il ragionamento della Obama: “possiamo insistere nel dire che le nostre scuole devono offrire cibo migliore, ma noi dobbiamo poi produrlo questo cibo migliore” ha detto ancora parlando ancora ai produttori, sottolineando anche come sia necessario informare i genitori in modo chiaro e comprensibile“.

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