Agricoltura: arriva anche in Italia il marchio Ogm-free

di Redazione 111 views0

 Un marchio etico Ogm-free che garantisca i consumatori e i produttori contrari ai prodotti geneticamente modificati. E’ la proposta lanciata dal ministro dell’Agricoltura, Luca Zaia, a seguito della sentenza del Consiglio di Stato che autorizza le coltivazioni di mais geneticamente modicato. ”Un marchio – dichiara il ministro- che garantirebbe alla stragrande maggioranza dei produttori di continuare a fare agricoltura di qualita’ e certamente piu’ vicina alla conformazione culturale, produttiva e persino commerciale dei nostri territori. E’ pur vero -spiega – che oggi, anche se in misura contenuta, esistono e circolano liberamente semi Ogm. Il problema -aggiunge- è contenere il fenomeno, non svilupparlo: e questo per venire incontro alla struttura economica e identitaria che meglio ci rappresenta nel mondo”.

IL RUOLO DELLA BIODIVERSITA’
Chiedo ai fautori della rivoluzione di Frankenstein – afferma ancora Zaia – se i prodotti italiani all’estero sono più conosciuti in virtù delle loro differenze, e quindi della biodiversità che ne è alla base, o dell’omologazione. E chiedo se un processo che in modo irreversibile ci renderebbe uguali a tutti i Paesi che non hanno un’agricoltura di qualità davvero sia in grado, anche dal punto di vista economico, di aiutare le imprese agricole. Va ribadito che gli Ogm non sono la risposta ad un mercato dove i nostri cibi si confrontano con quelli venduti a prezzi irrisori perchè prodotti da Paesi che pagano i loro braccianti due euro al giorno, come avviene in India, o cinque euro al giorno, come accade in Cina“.

LA TRACCIABILITA’
La risposta a questi problemi è individuata invece da Zaia in “una seria politica che imponga tracciabilita’ ed etichettatura dei prodotti agroalimentari. Infine ricordo che ben il 72% dei consumatori italiani ha dichiarato la propria disponibilità a spendere di più per aver garantita la qualità di cio’ che mette in tavola. E i cittadini – conclude il ministro – hanno più volte, reiteratamente e cocciutamente, detto di no alla manipolazione dei semi. Ciò non significa essere contro la modernità, ma dare dei limiti allo strapotere di alcuni soggetti economici. Se per far questo, un marchio etico dovesse essere utile, marchio etico sarà”.

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