Missione possibile: fare il bagno a micio? Ecco come…

 Sebbene il gatto sia l’ animale più pulito per antonomasia, talvolta il bagno può diventare una tappa obbligatoria e ci si ritrovi nella scomoda posizione… di dovergli dare una mano. Di acqua e sapone. Naturalmente non dovrete aspettarvi molta collaborazione dal vostro amico a quattro zampe, che appena potrà tenterà di filarsela alla velocità della luce. Tuttavia la missione è tutt’ altro che impossibile.

FARE IL BAGNO A MICIO: LE REGOLE FONDAMENTALI

1) La prima regola da seguire è quella di non usare prodotti aggressivi: esistono shampoo e soluzioni pensate appositamente per loro.
2) Si deve poi procedere a seconda del tipo di pelo che dobbiamo affrontare. Per i gatti a pelo lungo è meglio effettuare un paio di applicazioni di shampoo: la prima eliminerà le impurità maggiori e preparerà il pelo ad assorbire meglio la seconda.
3) Importantissimo è il risciacquo, che deve essere fatto con cura per non lasciare residui di sapone.
4) E’ essenziale tenere anche shampoo e attrezzi vari a portata di mano: se mollate il gatto anche per un solo istante, potrete perdere ogni occasione di recuperarlo e terminare il lavoro.
5) Infine, bisogna ricordare che il bagno non è solo acqua e sapone, ma un’ occasione per curare anche quelle parti delicate dell’ animale che meritano una bella pulitina. Parliamo degli occhi, che, soprattutto nel Persiano, possono essere ineteressati da secrezioni che a lungo andare potrebbero macchiare il pelo del muso, soprattutto nei gatti bianchi. Anche le orecchie vanno pulite con cura, magari con un batuffolo di cotone inumidito con un po’ d’ acqua distillata: meglio non usare i bastoncini, che potrebbero spingere in fondo i depositi di cerume. Da non dimenticare anche le unghie: una spuntatina, soprattutto se il gatto non esce, può essere utile.

Ora vi spieghiamo come…

Inquinamento globale: la Primavera silenziosa di Rachel Carson

 C’ era una volta una città nel cuore dell’ America dove tutta la vita sembrava scorrere in armonia con il paesaggio circostante. La città si stendeva al centro d’ una scacchiera di operose fattorie, tra campi di grano e colline coltivate a frutteto dove, di primavera, le bianche nuvole dei rami in fiore spiccavano sul verde dei prati. D’ autunno le querce, gli aceri e le betulle si vestivano di un fogliame rosseggiante che lampeggiava come fiamma tra le scure cupole dei pini. Era quello il tempo in cui le volpi ululavano sulle colline e i daini scorrazzavano silenziosi nella campagna […]”.

Lungo le strade, siepi di bosso e di alloro, ontani, felci giganti e fiori selvatici rallegravano l’ occhio del viandante per buona parte dell’ anno. Perfino d’ inverno i bordi delle strade avevano una loro particolare bellezza, perchè innumerevoli uccelli si abbassavano sulla terra per nutrirsi delle bacche e delle gemme rimaste sui rami sporgenti dalla neve. La regione era famosa, infatti, per l’ abbondanza e la varietà degli uccelli che vi stanziavano e, quando gli stormi migranti arrivavano e ripartivano in primavera e in autunno, la gente veniva da grandi distanze per assistere al loro passaggio. Altri visitatori venivano a pescare lungo i corsi d’ acqua che scendevano limpidi e freddi dalle montagne; qui, in punti ombrosi e profondi, le trote deponevano le loro uova. Così era sempre stato fin da quando, molti anni prima, i primi coloni avevano edificato le loro case […]”.

Imparare i cicli ecologici nell’ orto: la fotosintesi e la magia della trasformazione

 Se vi state chiedendo cos’ altro si può apprendere con la coltivazione di un orto, sappiate che nell’ ecoalfabeto Fritjof Capra non è che all’ inizio. Scopriamo qualcosa in più dalla sua conferenza “Un orto in ogni scuola: coltivare un senso della stagione e del luogo” tenutasi il 15 marzo 1997 nella Marthin Luther King Middle School di Berkeley, California.

LA FOTOSINTESI
Nell’ orto impariamo che le piante verdi hanno un ruolo cruciale nel flusso di energia attraverso tutti i cicli ecologici. Le loro radici assorbono acqua e sali minerali dalla terra, e i succhi che ne risultano salgono verso le foglie, dove si combinano con l’ anidride carbonica (CO2) nell’ aria per formare zuccheri e altri composti organici. In questo straordinario processo, noto come fotosintesi, l’ energia solare viene trasformata in energia chimica e incorporata alle sostanze organiche, mentre l’ ossigeno viene liberato nell’ aria per essere utilizzato di nuovo da altre piante, e dagli animali nella respirazione.

Il kit del cucciolo: cosa comprare prima di portare a casa un cane

 Quando si parla di acquisti per il cucciolo, l’ alimentazione è la voce più importante perché un valido apporto nutrizionale assicura salute e benessere all’ organismo. Sotto questo profilo le diete “casalinghe”, preparate con gli avanzi della tavola, sono decisamente inadeguate in quanto complete e sbilanciate. Gli alimenti indistriali, invece, forti di formulazioni sempre più all’ avanguardia, garantiscono l’ apporto equilibrato di tutti gli elementi nutritivi necessari al cane.

LA PAPPA: SECCA O UMIDA?
Oltre alle differenti formulazioni, l’ offerta del mercato si divide in “secchi” e “umidi”, a seconda della consistenza degli alimenti. Il cibo secco ha il vantaggio di conservarsi meglio e più a lungo, anche se può risultare meno appetitoso rispetto a quello umido. Il mangime secco è inoltre più calorico dell’ umido e quindi il suo dosaggio dovrà essere valutato con attenzione.

L’ isola di Pasqua: un monito per il pianeta

 Il destino dell’ isola di Pasqua può essere considerato un esempio emblematico e particolarmente crudo di ciò che potrebbe accadere quando l’ economia umana si espande a dispetto dei propri limiti.

LA STORIA DELL’ ISOLA DI PASQUA
L’ Isola di Pasqua è stato uno degli ultimi luoghi della Terra ad essere colonizzato dagli esseri umani. Raggiunta per la prima volta dai Polinesiani 1500 anni fa, questa piccola isola posta a 3700km dalla costa occidentale dell’ America del Sud ha ospitato una sofisticata società agricola.
Aveva un clima semiarido, mitigato però da una fitta foresta che intrappolava e tratteneva l’ acqua. I suoi 7000 abitanti coltivavano la terra e allevavano polli, pescavano e vivevano in piccoli villaggi. Furono loro a scolpire le grandi statue di pietra che oggi possiamo ammirare: alte fino a otto metri, esse venivano trasportate attraverso l’ isola fino ai luoghi cerimoniali facendole rotolare sui tronchi d’ albero.
Quando l’ ammiraglio olandese Roggeveen vi giunse la domenica di Pasqua del 1722, queste statue, chiamate Ahu, erano gli unici resti di una fiorente civiltà scomparsa in pochi decenni.

Antica saggezza ed ecologia nell’ era della produzione industriale

 Torniamo all’ ecoalfabeto di Fritjof Capra: la Bibbia ricorda che la consapevolezza dei cicli della natura fa parte dell’ antica saggezza umana. Purtroppo abbiamo perso parte di questa saggezza durante il recente e relativamente breve periodo dell’ era industriale. Oggi assistiamo a un forte conflitto tra l’ ecologia e i sistemi economici del mondo industriale. Esso nasce dal fatto che la natura è ciclica, mentre i nostri sistemi industriali sono lineari.

MODELLI CICLICI E MODELLI LINEARI
Le nostre aziende assimilano le risorse, le trasformano in prodotti + rifiuti e vendono i prodotti ai consumatori, che si sbarazzano di ulteriori rifiuti dopo aver consumato i prodotti. I modelli sostenibili di produzione e consumo devono essere ciclici, invece, a imitazione dei processi ciclici in natura. Per raggiungere configurazioni cicliche simili, dobbiamo essenzialmente riprogettare le nostre attività commerciali e la nostra economia.

LA CRESCITA ECONOMICA SENZA LIMITI
Alla radice di questo problema sta la nostra ossessione per una crescita economica senza limiti. La crescita è un aspetto fondamentale di tutte le cose viventi, ma su un pianeta limitato non tutte le cose possono crescere simultaneamente. Ogni cosa alla sua stagione. Mentre alcune cose crescono, altre devono diminuire. Come la decomposizione delle foglie cadute l’ anno scorso fornisce sostanze nutritive per la nuova crescita di questa primavera, così – secondo la teoria di Capra – certe istituzioni devono essere lasciate al loro declino e decadimento di modo che il loro capitale e i loro talenti umani possano essere liberati e riciclati per creare nuove organizzazioni.

Panoramica privacy

This website uses cookies so that we can provide you with the best user experience possible. Cookie information is stored in your browser and performs functions such as recognising you when you return to our website and helping our team to understand which sections of the website you find most interesting and useful.