Quinto conto energia: il testo è definitivo e partono le polemiche

di Redazione 48 views0

Sono passati due mesi dall’approvazione del decreto e addirittura nove mesi da quanto il Quinto Conto Energia è diventato cosa definitiva. Alla fine la montagna ha partorito il topolino: i ministri competenti, ovvero Corrado Passera – ministro dello Sviluppo Economico -, Corrado Clini ministro dell’Ambiente -, e Mario Catania – ministro dell’Agricoltura – hanno finalmente firmato il decreto che prevede nuove regole per il settore delle energie rinnovabili.

Un ritardo determinato dalle forti critiche delle associazioni di categoria, che avevano richiesto diversi aggiustamenti – solo in parte accolti. In particolare non è stata cambiata nella sostanza la norma che burocratizzerà il settore.

Il provvedimento iniziale prevedeva la registrazione in un apposito elenco nazionale di tutti gli impianti superiori ai 12 kw. Nella versione finale questo limite non è sparito, o destinato, come volevano per esempio le regioni, ai grandi impianti, di potenza supeiore ai 100 kw. Ci si è limitati a dare un contentino elevando il limite – si fa per dire – agli impianti superiori ai 20 Kw.

Cosa cambierà con questo? Ora una fabbrica che vorrà, ad esempio, installare pannelli solari sul tetto della propria attività dovrà registrarsi – con spese e scocciature per le procedure burocratiche da svolgere.

Si poteva seguire il modello tedesco, che prevede una riduzione degli incentivi in caso di superamento di determinati livelli di produzione. Tutto sarebbe stato più semplice. Ma il governo da una parte cerca di fare la spending review e dall’altro incentiva la burocrazia. Incongruenze italiane…

Non tutto è da buttare visto che sono ritornati i finanziamenti per le zone degradate e la riconversione di tetti in amianto in fotovoltaici – anche se i soldi sono pochi secondo l’on. Ferrante del PD.

Un altro problema è che il decreto non prevede incentivi per un altro tipo di energia rinnovabile come l’eolica. Insomma inizio a pensare che chi afferma che ci siano forti interessi per limitare la corsa alle energie rinnovabili non abbia tutti i torti.

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