Spiagge italiane: troppe privatizzazioni

di Redazione 107 views1

L’Italia è considerato uno dei Paesi più belli del mondo, soprattutto per gli splendidi e vari scenari che è in grado di offrire: montagne, colline e tanto mare. Ma proprio quel mare è una delle tante cose che non siamo stati in grado di valorizzare correttamente, e che adesso si sta trasformando in un vero e proprio lusso anche per noi.

Il mare è una risorsa importante per l’economia del nostro Paese, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto turistico e la gestione del territorio, ma negli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento radicale nel modo di vivere le spiagge. Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi, ha denunciato che almeno il 60% delle spiagge italiane sono state cementificate o privatizzate.

I dati che derivano dalle affermazioni di Bonelli fanno riflettere molto sull’attuale situazione del turismo italiano, ancora una volta un fattore sfruttato male, con gli affari che finiscono solamente nelle mani di pochi, mentre gli altri devono accontentarsi di vedere la privatizzazione delle spiagge libere e prezzi da capogiro nei lidi e nei bagni, che cercano di attirare più che altro lo straniero, piuttosto che l’italiano o chi in quel posto ci vive tutto l’anno.

Andare al mare sta diventando per gli italiani un lusso e un privilegio, una diritto rubato a chi non può permettersi di pagare ombrellone e lettino. La spiaggia libera è ormai diventata un miraggio mentre gli stabilimenti balneari continuano a fare affari d’oro pagando canoni di concessione irrisori. Non molti sanno che uno stabilimento balneare di 8000 metri quadrati che rende milioni di euro generalmente paga un canone di 1,20 euro per metro quadro. Circa 10 mila euro l’anno, 800 euro al mese ossia meno di quanto costa il fitto di un appartamento per una famiglia. Una vera e propria vergogna se si considera che ogni giorno il governo chiede sacrifici ai cittadini. L’Italia è l’unico paese al mondo in cui per andare a mare in alcune significative località come Roma viene imposto il pagamento di un biglietto d’ingresso, una vera e propria tassa sul mare. Tutto questo nonostante la legge del 2006 che stabilisce il libero e gratuito accesso anche ai fini della Balneazione dica il contrario. La non applicazione di questa legge ha portato alla quasi totale privatizzazione delle spiagge italiane.

I Verdi e i Radicali a tal proposito hanno deciso di indire un referendum, impegnandosi così a raccogliere 50mila firme, gli ambientalisti sono già agguerriti e ancora una volta lo strumento di diffusione migliore, più rapido e spesso più credibile, è internet.

Photo Credits | Thinkstock

 

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