Area C a Milano: che succederà?

Dal 16 gennaio Milano dirà addio all’Ecopass per dare il benvenuto all’Area C, che sta già suscitando polemiche a destra e a manca, ma anche larghi consensi. Insomma, tanto per cambiare i pareri sono discordanti, ma vediamo da vicino di cosa si tratta, senza giudicare “per partito preso”.
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Prima c’era l’Ecopass, scaduto l’1 gennaio, ma adesso la giunta Pisapia ha deciso di inaugurare l’Area C, che prenderà il via dal 16 gennaio e che si avvicinerà molto al modello londinese, peraltro nemmeno quello è stato mai immune dalle critiche. Ma quale sarebbe l’alternativa per diminuire il traffico in città e, di conseguenza, lo smog?

L’area C copre tutta la cerchia interna ai bastioni, i veicoli a motore avranno accesso limitato dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 19.30, a pagamento. Il divieto d’accesso si estende ai veicoli diesel euro 0,1,2 e3, i veicoli con motori a benzina euro 0 ed i veicoli di lunghezza superiore ai 7 metri, mentre l’accesso a pagamento è consentito ai “veicoli benzina Euro 1,2,3,4 e 5, i veicoli diesel euro 4 e 5”. Entreranno liberamente, invece, veicoli mossi da motore elettrico, tutti i motocicli e ciclomotori, ed i veicoli adibiti a trasporto persone disabil. Bifuel, gpl, metano e ibridi, avranno accesso libero fino alla fine dell’anno.

L’accesso di un veicolo nell’area C è pari a 5 euro, chi vive all’interno dell’area deve pagare 2 euro ad accesso dopo aver usufruito dei 40 gratuiti da poter spendere nell’arco di un anno solare, in ogni caso è necessario registrarsi sul sito www.areac.it e fino alla fine dell’anno, la spesa sarà di 3 € per i veicoli diesel dei residenti all’interno dell’area e a quelli adibiti a servizio pubblico. L’obiettivo di questa nuova iniziativa della giunta Pisapia è chiaramente quello di diminuire il traffico, dimezzarlo possibilmente, e diminuire di conseguenza anche il tasso d’inquinamento, che a Milano è tra i più alti d’Italia. La decisione ovviamente ha suscitato polemiche, in primis per i pagamenti, che peraltro arrivano in un momento di forte crisi. E proprio in un periodo difficile come quello che stiamo attraversando, in molti preferiscono mettere da parte l’ambiente ed occuparsi di altre questioni, ma sarà giusto oppure no?

Photo Credits | Thinkstock

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