Finocchio selvatico

di Redazione 107 views0

 Il finocchio selvatico, Foeniculum vilgare (mill.) Gaertn. È una pianta erbacea perenne usata in cucina e in erboristeria, della famiglia delle Ombrellifere (Umbrelliferae), ora chiamate Apiaceae.
Il finocchio selvatico è una pianta erbacea perenne dall’odore aromatico e dal sapore piccante che cresce spontanea in Italia dalle regioni costiere marittime fino alle regioni submontane ed è conosciuta anche con il nome di Fenuggiu, Anito, Madaro, Fenju Agro.
Questa pianta erbacea perenne, usata in cucina e in erboristeria, è alta da 80 cm a 2 metri. Ha un fusto ramificato verde striato di bluastro, lucido, pieno; le foglie sono di colore verde blu-scuro, brillanti, picciolate, a guaina larga, alta sul fusto, più lunga delle foglie divise in lacine filiformi, capillari.

Fiorisce da giugno ad agosto
Questa pianta erbacea usata in cucina e in erboristeria fiorisce da giugno ad agosto, i fiori sono gialli, piccoli, raccolti in grandi ombrelle terminali. I frutti, impropriamente chiamati semi, sono grigio scuro, glabri, cilindrici-affusolati, striati.

Originario delle regioni mediterranee
Il finocchio selvatico è originario delle regioni mediterranee con terreni ghiaiosi, è una pianta erbacea perenne che ama il sole, diffusa nelle zone temperate d’Italia allo stato spontaneo.
Questa pianta erbacea perenne usata in cucina e in erboristeria comprende molte varietà che producono frutti più o meno dolci, pepati o amari, ed una varietà coltivata di cui si mangia la base carnosa delle foglie.

Stimolante e digestivo
Il finocchio selvatico è ricco di un essenza costituita specialmente di anetolo, stimolante e digestivo, che è presente in modo più attivo nei semi. E’ usato in cucina ed in erboristeria per le sue quaslità aromatiche, antispasmodiche, aperitive, digestive, diuretiche, emmenagoghe, espettoranti, galattogoghe, toniche, vermifughe, vulnerarie.

Per aromatizzare
I frutti del finocchio, impropriamente chiamati semi, si usano per aromatizzare principalmente pesci, castagne e olive, le ombrelle e i rami per le carni suine.
I principali principi attivi del finocchio sono: anetolo, fencone, chetone anisico, dipinene, canfene, fellandrene, dipentene e acido metilcavicolo.

Per via orale
In erboristeria la radice del finocchio è usata per via orale nei casi di oligurie, litiasi urinarie, infiammazioni delle vie urinarie (cistiti), gotta; i semi e l’olio essenziale vengono usati per via orale nei casi di meteorismo, inappetenza, atonia delle vie digestive, digestioni lente, aerofagia, oligurie e litiasi urinarie, gotta, mestrui insufficienti, affezioni polmonari, influenza (profilassi), dolori gastrici, vomiti nervosi, insufficienza lattea, parassiti intestinali.

Per uso esterno
Per uso esterno il finocchio è usato in erboristeria per ingorghi dei seni, ecchimosi, tumori (foglie), sordità, cure delle gengive.

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