Rifiuti elettronici: blitz di Greenpeace al dicastero dell’ambiente

 Se la Prestigiacomo non va dai rifiuti, i rifiuti vanno alla Prestigiacomo. Visto che sulla questione della raccolta di rifiuti elettronici il ministro fa la bella addormentata, abbiamo deciso di portare davanti al suo ufficio un esempio dei tanti centri di raccolta irregolari che avvelenano l’Italia e il futuro dei nostri figli“.
Così Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace, spiega il blitz attuato davanti al dicastero dell’ Ambiente di venerdì scorso. Gli attivisti di Greenpeace hanno infatti creato davanti l’ ingresso del ministero un centro di raccolta di rifiuti elettronici che, affermano, “riproduce lo stato dell’ 80% dei siti italiani che, secondo l’ inchiesta di Greenpeace, non rispetta tutti i requisiti di legge“.

Rifiuti elettronici, Philips cede alle richieste di Greenpeace, ma in Italia ancora ritardi sullo smaltimento

 E’ ancora fresca la notizia della vittoria di Greenpeace sullo smaltimento dei rifiuti hi-tech per la campagna contro il colosso Philips: dopo diverse azioni e 47.000 firme raccolte in tutto il mondo, la multinazionale ha accettato le richieste degli ambientalisti e si è impegnata ad offrire ai propri clienti dei servizi globali di ritiro e riciclo dei propri prodotti a fine vita.
Ma Greenpeace non si ferma e continua la propria battaglia per lo smaltimento dei rifiuti elettronici in Italia, puntando il dito contro il Ministro dell’ Ambiente, Stefania Prestigiacomo. Il Ministro “fa La Bella addormentata” dicono dall’ associazione, riferendosi al ritardo per l’ attuazione della normativa sui rifiuti elettronici.

Rifiuti elettronici dalla Gran Bretagna alla Nigeria scoperti da un’ operazione segreta di Greenpeace

 Un traffico illegale di rifiuti elettronici dalla Gran Bretagna alla Nigeria è stato scoperto grazie ad un’ operazione segreta di Greenpeace: nascondendo un dispositivo di tracking con collegamento Gps dentro un vecchio televisore non più riparabile, l’ associazione ambientalista ha potuto seguire tutto il percorso del rifiuto hi-tech. Il traffico illegale riguardava rifiuti elettronici destinati al riciclo che, sotto la falsa veste di beni di seconda mano, lasciavano la Gran Bretagna per finire in Nigeria. L’ operazione, eseguita insieme a Sky television (la sezione britannica di Sky), sottolinea come lo scarso impegno di molte aziende elettroniche rispetto alla gestione dei loro prodotti a fine vita stia inevitabilmente incrementando il fenomeno dell’ esportazione di rifiuti pericolosi dall’ Europa ai Paesi in via di sviluppo. La Nigeria è solo una delle molte destinazioni di questi traffici, scoperti anche in Ghana, Pakistan, Cina e India.
E’ possibile scaricare qui il rapporto di Greenpeace sul traffico dei rifiuti in Ghana, intitolato Poisoning the poor.