Mandate una cartolina al Ministro Clini perché salvi il clima a Durban

di Redazione 78 views0

Ieri si è aperta oggi la Cop17, ovvero la conferenza ONU sul clima a Durban in Sudafrica. Appuntamento molto importante a cui la stampa e i media italiani hanno dato poco spazio, visto che dappertutto si parla solo della tempesta sui titoli pubblici italiani.

Eppure questa è probabilmente l’ultima occasione buona per arrivare ad un accordo vincolante in tema di riscaldamento climatico dopo il Protocollo di Kyoto del 1997. Per questo Greenpeace ha pensato ad una serie di iniziative per spingere i governi occidentali ad impegnarsi in un nuovo accordo.

Chi vuole partecipare alle iniziative dell’organizzazione ambientalista può inviare una bella cartolina digitale al neo-ministro dell’Ambiente Corrado Clini – che parteciperà alla Cop17 durante la prossima settimana – per invitarlo a voltare pagina rispetto alle politiche ambientali dell’era Berlusconi.
Secondo Salvatore Barbera, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – presente a Durban con un team di esperti in negoziati -:

Sulla questione dei cambiamenti climatici, l’Italia ha da troppo tempo una posizione di retroguardia rispetto agli altri Paesi europei e si è sempre opposta, in sede internazionale, all’adozione di leggi e politiche più ambiziose sul clima.

Insomma visto che

Il clima cambia. La politica deve cambiare.

Com’è scritto sulla cartolina da inviare

L’aumento dei fenomeni climatici estremi, come le tragiche alluvioni a Genova, Roma e Messina, sono chiari segnali che anche noi siamo vittime dei cambiamenti climatici.

Una frase che trova eco nelle immagini delle recenti tragiche alluvioni che corredano le cartoline. Il cambiamento climatico non è più l’uragano che devasta qualche luogo dall’altra parte della Terra. Basta guardare alla desertificazione del Meridione, al ritirarsi dei ghiacciai sulle Alpi, o ancora allo slittamento dei cicli agricoli. A Durban è necessario che la politica trovi un nuovo accordo vincolante per l’abbattimento dei gas serra. E noi cittadini dobbiamo fare la nostra parte. O almeno provarci.

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